Elezioni 2008: che barba che noia che noia che barba


stretto messina


Lega Nord e Lega Sud. Due poli geografici, ma la stessa vocazione alle armi. E’ che… Ve la si può dire in tutta onestà? Questa campagna elettorale sta mietendo molte vittime. L’astensionismo della gente, e l’astensionismo degli addetti ai lavori. I giornalisti. Non ne avranno – ci si domanda e dice – tutti le scatole piene? Informazione è creazione e ricerca di notizie. In base a contenuti, presunti ed effettivi.


Come si fa se i suddetti contenuti non esistono? Inventare non è di questo mestiere.


Quali sono i contenuti di qesta campagna elettorale? Onestamente. Un Walter Veltroni che scrocca il pranzo nelle famiglie del Belpaese, esplorando genialmente la cucina dello Stivale dalle Alpi al Tavoliere delle Puglie? Oppure un Sivio Berlusconi che rispolvera – ma come gli sarà venuto in mente – come botta di spessore della campagna elettorale – il Ponte sullo Stretto di Messina? Voglio dire, il primo progetto dello stesso risale al 1966. 42 anni fa. Dico: 1966. E santo cielo, non c’era niente di più innovativo? E santo cielo (ancora), se in 42 anni non siamo stati in grado di realizzarlo – senza entrare nel merito della giustizia o meno del progetto e della sua futura (?) realizzazione – ma non è assai più dignitoso tacere ed eventualmente agire nella discrezione? E’ vero, è faccenda complessa: Comporterebbe la collocazione dei piloni in una zona sismica, con una lunghezza della campata molto maggiore rispetto al più grande ponte mai realizzato. Perchè tirare fuori una tematica elettorale innovativa quanto un Mammut?

Contenuti e innovazione. Quali sono le proposte concrete per uscire dalla crisi? Ammesso che ne abbiano parlato, ci hanno detto da dove prenderanno i soldi? NO. Certo, lo si chiederà loro. Ma chissà se risponderanno. E il punto è un altro. Si chiama noia. Che noia. Tutti ci si aspettava una sparata alla Bossi, tutti ci si aspettava un tientro alla Berlusconi, tutti ci si aspettava un negare quello che si era detto solo poche ore prima, tutti ci si aspettava di trovare almeno un titolo di giornale, oggi:

Gelo Bossi-Berlusconi

Sembra di essere tornati ai Novanta(s).


A me non ha chiesto niente nessuno, e le condizioni di salute sono quelle che sono

Che Umberto Bossi possa tornare a fare il ministro per le Riforme in un eventuale, prossimo governo Berlusconi? A lui, a Mr. B, nessuno ha chiesto niente. E con totale mancanza di buon gusto, per sfuggire al fuoco nemico (in senso stretto, dato che Umberto ha tirato anche le armi in campagna) il Cavaliere tira in causa lo stato di salute dell’alleato.


Sto benissimo, e fare il ministro è il mio ultimo pensiero

Oltra a – giustamente – grattarsi – il Senatur si rimangia quanto detto poche ore prima. Già si vedeva alle Riforme, lui. Ha un faccino smunto, e parla a fatica, Umberto Bossi. Un ictus non è una passeggiata. Ma che rientri nella campagna elettorale de noantri fa riflettere.


Su Bossi non ho detto niente

Seeeeempre così. Ma dimentica che nel mondo moderno tutto viene registrato e riportato in tempo reale? E’ vero, l’0italiano medio – l’essere umano medio moderno – ha una memoria storica pari a zero. E lui ci marcia. Bossi ministro?

Io non ho detto niente, ho solo detto ‘sta come gli pare’

E che vuol dire???


Non solo. Le armi di Bossi, viste da Berlusconi.

I fucili? Una boutade

Si esprime per slogan, parla tante volte di fucili ma i fucili non ci sono. Quando dice così, significa che farà una forte battaglia sulle schede. Quella frase poteva risparmiarsela perché sa che queste cose vengono strumentalizzate

Certo certo. E Bossi gli fa eco:

“Basta polemiche sulle mie parole. Quando parlo di canaglia romana parlo del Palazzo

Solo che si attira emulazione. Già che si parla di armi, spunta Raffaele Lombardo, leader del Movimento per l’autonomia e candidato del centrodestra a governatore della Sicilia

Purtroppo i fucili dei siciliani sono stati caricati per troppo tempo a salve. Quando potremo armarli come si deve, vedremo se e contro usarli

Qui il cervello è stato bello ceh benuto. Fucili, armi, ictus. Anna Finocchiaro

Metafora infelice, corregga la caduta di stile

Caduta di stile? Anna, mi sei simpatica. Ma quale caduta di stile.


Lombardo aggiunge:

Oggi i siciliani non hanno più bisogno di armi perché per difendere la nostra terra c’è l’autonomia, ben più efficace della polvere da sparo

Ovvero, continua come se ci fosse una logica nel continuare e spiegare la linea esplicata. Una sintesi qualunquista ma cui sorprendentemente dare forse ragione è quella di Pier Ferdinando Casini.

Quello che sta succedendo è solo l’anticipo di quel che capiterà se vince Berlusconi. La Lega terrà sotto schiaffo Berlusconi come Bertinotti ha tenuto sotto schiaffo Prodi. L’imbarazzo di Berlusconi è palpabile

Un po’ balbettava, in effetti, Silvio, alla richiesta di spiegazioni. Comunque, signori. Questo è solo l’inizio. Oppure, semplicemente, la fine. Che barba che noia che noia che barba.


suicidio


2 commenti su “Elezioni 2008: che barba che noia che noia che barba”

  1. Pingback: A volte ritornano: Bossi Ministro delle Riforme - PoliticaLive
  2. Il pensiero del Movimento per l’Indipendenza della Sicilia è mistificato! Quel ‘furbacchione’ di Lombardo adopera i nostri modi di parlare e li adatta al suo pensiero filo-italiano e per nulla filo-siciliano, facendolo solo sembrare tale… così da indurre la gente a far includere anche degli indipendentisti come noi entro il suo ambito politico. Decine di volte mi sono sentito dire: “Ah, allora siete con Lombardo!”, con mia conseguente e premurosa precisazione, quasi sdegnata… Lombardo parla male del risorgimento, inneggia a chi è morto per la Sicilia, utilizza nei suoi stemmi i colori siciliani nell’ordine della bandiera del Vespro, rivendica il diritto dei Siciliani ad avere una politica non più romano-centrica… eppure con i partiti italiani ci si allea, e anche molto volentieri (vista l’accozzaglia partitica venutasi a creare in Sicilia, che vedeva addirittura insieme partiti almeno apparentemente quasi nemici come l’U.D.C. e il P.d.L.). Un uomo, un ‘perché’… Perché?

    La tecnica di Lombardo è sopraffina. Sembra un piùncu, ma è molto scaltro. Conosce molto bene l’importanza dei simboli, e utilizzando quelli di cui si servono i suoi nemici (i veri amanti della Sicilia e, in particolare, gli indipendentisti) li ritorce contro di loro, e ciò perché i media gli danno il potere di farlo, mentre gli stessi media tappano la bocca a chi, come gli aderenti al M.I.S., si distaccano decisamente dall’ideologia dell’M.p.A. portando avanti un progetto che realmente abbia la Sicilia come il proprio centro, e non il clientelismo filo-democristiano-mafioso mascherato da falso e inopportuno autonomismo, alleato con chi, dell’autonimia della Sicilia, se ne sbatte allegramente!
    Il risultato? Lombardo viene presentato come l’unica alternativa dall’apparenza autonomista, chiaramente non indipendentista, che confonde gli ascoltatori con una terminologia (anche le parole sono simboli!) che potrebbe confondere (e di fatto confonde) un autonomista alla Lombardo (perché ne esistono anche di altro tipo: L’Altra Sicilia mi sembra uno dei nomi più eclatanti) da un indipendentista alla M.I.S..

    Il vice segretario del M.I.S., Roman Clarke, asserisce che: «Lo sciacallaggio lombardesco è iniziato lontano… sin da quando il responsabile dell’Ufficio Stampa della “Provincia Regionale” di Catania stranamente ordinò ad una nota libreria di Catania tutta una sere di volumi sul separatismo…
    Caso vuole che quel libraio fosse amico mio, e mi convocò per chiedermi cosa avesse in mente Lombardo. Gli predissi: sta per scopiazzare il M.I.S.. Qualche mese dopo alle comunali di Catania apparve l’M.p.A».

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