Tutto Bossi: tra elezioni comunali e nazionali

Umberto Bossi sembra svolgere uno dei lavori più belli del mondo: fa l’oracolo. Ormai lo si vede sempre meno nei salotti che contano (in delegazione, per la Lega Nord, ci vanno Roberto Calderoli e l’omonimo Maroni) mentre non perde un appuntamento che sia uno per stare intorno e in mezzo alla base. Padrone di casa di molte feste estive di partito, il Senatur sembra – tra i politici italiani – quello con le idee più chiare (e non sarebbe la prima volta): parla poco ma lo fa in maniera talmente lineare e chiara che non comprenderlo è impossibile.

Tiene banco la diatriba tra PdL e Fli, tra Berlusconi e Fini, tra berlusconiani e finiani e Bossi non fa che ripetere da settimane le stesse parole: “Ipotizzo un eventuale ritorno alle urne per le elezioni entro la fine di novembre, primi di dicembre“. Da Calalzo di Cadore, il Senatur ha ripreso la volontà di ricorrere presto al voto e mettere il popolo nelle condizioni di scegliersi un eventuale Governo senza che venga utilizzato un esecutivo tecnico: “Col presidente vediamo se una soluzione si trova. Prima si fa… Così non è possibile andare avanti. Ormai la macchina sta correndo verso le elezioni. Per fermarla? Occorrerebbe qualche gesto importante: per esempio, le dimissioni di Fini sarebbero un gesto fondamentale“.

Non solo: ce n’è anche per gli avversari visto che secondo Bossi nessuno tra i referenti dell’opposizione si augura il voto anticipato: “A loro non conviene andare al voto perché perderebbero un sacco di voti. Nichi Vendola ha superato Silvio Berlusconi per numero di contatti su Facebook? Basterebbe dare un ordine a sinistra e molti la voterebbero. Non lo so. Se è così vuol dire che c’è sotto qualcosa. I contenuti dell’incontro a Roma tra Giulio Tremonti, Roberto Calderoli e Silvio Berlusconi? Non so niente, non faccio la spia“.

Fin qui, il capitolo inerente alla politica nazionale ma Bossi sa bene che altri appuntamenti elettorali in vista – questi, certificati e ufficiali – mettono la Lega Nord nelle condizioni di fare due conti: le urne, in tal senso, si apriranno in Primavera e tra i desideri del Senatur vi sono almeno un paio di capoluoghi di regione. Milano e Bologna. Nella città meneghina, Berlusconi ha già riconfermato Letizia Moratti per il suo secondo, personalissimo mandato ma la battuta (boutade?) di Bossi ha già scaldato i cuori dei milanesi: “A Milano mi candido io. La Moratti? Bisogna vedere se piace alla gente, se potrà essere un buon affare“.

Infine, la città delle Due Torri: dove la Lega Nord ha già ottenuto un incremento di voti importanti e in cui Bossi avrebbe in serbo un candidato forte, non iscritto al partito ma simpatizzante leghista e amico di Romano Prodi. Circola il nome di Massimo Ponzellini, presidente della Banca Popolare di Milano. “Se è lui? Mannaggia, Calderoli mi aveva detto che stavo parlando troppo…“.

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