Dijsselbloem è il nuovo presidente Eurogruppo

Giunge a conclusione l’era Juncker. I ministri dell’economia e delle finanze dell’Eurogruppo hanno infatti proclamato quale nuovo presidente l’olandese Jeroen Dijsselbloem, che succederà a Jean-Claude Juncker nella importante carica istituzionale. Dijsselbloem, di orientamento laburista, ha ottenuto un consenso unanime e rimarrà a capo dell’istituzione per due anni e mezzo. In sede di nomina, ha voluto ringraziare Juncker “per quello che ha fatto, per aver affrontato la crisi e ridato fiducia” all’Eurozona.

“Resta ancora molto da fare” – ha poi aggiunto Dijsselbloem – “mi sono candidato perche’ sono convinto di contribuire a trovare decisioni e soluzioni comuni. Voglio fare da ponte tra i paesi del nord e del sud, quelli di tripla A e quelli senza tripla A. Ringrazio tutti i miei colleghi per la fiducia”.

Per Dijsselbloem, ha proseguito il neo presidente, “e’ essenziale rafforzare la nostra unione monetaria” e in questo senso sarebbe importante “procedere verso un’unione bancaria e lavorare per un meccanismo unico di risoluzione delle crisi”, con una “strategia di consolidamento fiscale” e “il rilancio sostenibile della crescita economica”. Dalle prime dichiarazioni, è apparso come Dijsselbloem stia puntando a garantire l’idonea continuità con la linea Juncker, pur non disdegnando qualche “personalizzazione” (vedi anche Unione bancaria come funziona).

“Prima di andar via” – ha riportato l’agenzia di stampa Asca – “Juncker ha voluto riconoscere gli sforzi compiuti dai paesi sotto programma. ”Nutro grande ammirazione per quello che sta facendo la Grecia. E apprezzo anche quello che hanno saputo fare Spagna e Portogallo”. I ministri dell’Economia e delle Finanze dei diciassette hanno preso decisioni su questi tre paesi, nel corso della riunione che ha incoronato il ministro olandese. Dopo aver visto ”con soddisfazione” che il paese ellenico ”ha rispettato” quanto stabilito nel protocollo d’intesa, l’Eurogruppo ha deciso il pagamento ”alla fine del mese” di una tranche di aiuti da due miliardi di euro nell’ambito del secondo programma di risanamento” (vedi anche Salario minimo Eurozona).

L’esborso sarà quindi formalizzato dal consiglio dei governatori del fondo salva-stati Efsf, mentre un contribuito di altri 7,2 miliardi verrà concesso alla Grecia per coprire le spese di ricapitalizzazione bancaria dopo un’altra decisione formale dell’Esm.

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