Vota libero. Vota Wi-Fi

wifi
E’ tempo di proposte e campagne elettorali. Tempo di programmi, di carta straccia, di carta meno straccia – e lo si crede molto meno a quest’ultima possibilità. Molte proposte, nonchè le candidature di alcuni – salvo poi vaglio del partito per l’ufficializzazione e l’effettivo inserimento in lista – sono arrivate dal basso. Grillo, su tutti, è il fenomeno mediatico dal basso ma manipolato che può essere tenuto a mente come emblema.
Si fa poi un gran parlare, di questi tempi, di tecnologia, broadband e WiMAX, WiFi, insomma, chi più ne ha più ne metta. Foneros all’attacco, quartieri senza fili. Digital Divide da combattere. Sì. Ma.

Francia o Spagna, purchè se magna

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Sotto agli italiani! Dopo le politiche spagnole e le municipali francesi l’attenzione dell’Europa si sposta sull’Italia dove tra un mese o giù di lì, saremo chiamati ad esprimerci sul Governo che verrà. E già la politica italiana prova a specchiarsi nei due protagonisti della tornata elettorale a cavallo dei Pirenei. Zapatero sì, Sarkozy no. Sembrerebbe.
E nonostante la vittoria socialista spagnola non abbia assunto i connotati di un trionfo, nè tantomeno la sconfitta di Sarkozy pare in grado di pregiudicare seriamente il suo mandato all’Eliseo, e nonostante la politica italiana sia un’altra cosa, i risultati delle elezioni degli altri hanno fatto pensare al gioco dei paragoni.
Ora sappiamo tutti che l’esercizio è pura accademia, peraltro inutile, ma nel mese di impazzimento che precede il voto può succedere di tutto, ed è successo anche questo. In Spagna Zapatero ha rivinto, superando l’ondata di pessimismo che gravitava intorno al suo partito. Si era pensato, in maniera assai affrettata, che il partito socialista spagnolo fosse rimasto chiuso nell’isolamento provocato dalla sovraesposizione mediatica – più provocata che volontaria a dire il vero – di questi primi 4 anni. E’ andata diversamente, con la scomparsa o quasi dei partiti minori e la crescita di un solido bipartitismo.
Anche su questo argomento, dalle nostre parti siamo in leggera controtendenza.

Più salute per tutti. Che il Senato crucci anche Silvio Berlusconi?

Munch
Il Senato, cruccio della modernità. Ne hanno tutti una paura infinita. E a ragione, senza stupore. Prodi non aveva una maggioranza netta. Aveva fatto scorte inimmaginabili di medicinali di ogni sorta, per assicurare più salute per tutti. E longevità. E ora. Aprile 2008 potrebbe rivelare strane sorprese. Inattesi risvolti.
Si vocifera, ma a bassa voce e con discrezione estrema, che Berlusconi potrebbe trovarsi ad affrontare non già la stessa impossibilità gestionale del suo preddecessore, ma quasi. E il punto è sempre lo stesso. Si chiama Porcellum. La fantastica legge elettorale che l’Italia si ritrova – consapevolmente.
La legge elettorale, questo capolavoro legislativo, attribuisce premi di maggioranza su base regionale. E, a peggiorare la percezione della situazione, ci si mette ora anche la faccenda sondaggi. Con buona pace di Silvio, cui tanto piacciono.

L’elettore imbarazzato

mondo crudele
Parlavo al telefono con la mamma. La mamma è sempre la mamma. Si chiaccherava amabilmente della tragedia lavorativa della vita – la mia, naturalmente – per poi discorrere di vita, amenità e, perchè no, di attualità. Donna sempre pacata e discreta nella vita, non si è mai esposta in maniera sanguigna sulle cose dell’esistenza. Forte, ferma e decisa ma l’opposto del chiasso. Non una pasionaria. Io sono assai più sguaiata e sconclusionata, per intenderci.
Perchè la mamma? Perchè a una certo punto è successa una cosa indicativa. Dopo aver finito di parlare con lei, proseguivo in amenità col pater familias. Dopo cinque minuti cinque mammà è tornata sui suoi passi e ha strappato la cornetta al gentile consorte.

Vaticano, indicazioni di voto

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Come volevasi dimostrare. Puntuale come un orologio svizzero – saranno tutte quelle guardie vaticane che influenzano – ecco giungere l’indicazione di voto, precisa e che non perdona. Dal Papa e dalla Chiesa.
PArole che naturalmente, dopo l’8 marzo, festa della donna – quell’essere bizzarro – e dopo le manifestazioni, pro-life per provocazione e pro-194 per vocazione, ecco il Papa parlare.

L’uomo è sempre uomo con tutta la sua dignità anche se in stato di coma, anche se embrione

Scordatevi, per favore, amici italiani, qualsiasi discorso differente su eutanasia o aborto.

Mastella con i socialisti. Why not?

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Nel giorno dello strappo del Cavaliere e della mariana risposta di Veltroni, anche la campagna elettorale dei poveri ma belli prosegue il suo silenzioso cammino. Registrando raramente impennate superiori alle attese.
D’altronde in una campagna elettorale regolata dalle leggi del marketing più che dalla par condicio, per dare voce ai mini-candidati premier bisogna usare le maniere forti. E come il domatore che mette la testa nelle fauci del leone, Boselli – già caldo da quando, tre giorni fa, abbandonava lo studio di Porta a Porta, contestando la sua scarsa visibilità televisiva – riprova a fare capolino su giornali e web con una trovata geniale.

Walter, ovvero Santa Maria Goretti

Maria Goretti
Se le cerca. Non c’è che dire. Perchè gesti come quello di oggi del Silvio da Arcore non possono non attirare una critica e una risposta anche abbastanza facile. Insomma. A Uolter gliel’ha servita su un vassoio d’argento.

Noi non stracciamo i programmi degli avversari, li leggiamo e li rispettiamo

Si aggiunga poi che Uolter da Roma ultimamente pare Santa Maria Goretti. Quindi, dal Veneto dove il suo allegro pullmen attualmente fa tappa, risponde a Silvio. A te, o Silvio, che hai distrutto e buttato via il documento dei punti programmatici del Partito Democratico, io Uolter da Treviso dico. Ah, per inciso: Treviso era la prima tappa del viaggio considerata a rischio. Invece il teatro Eden è pieno e i simpatizzanti fuori hanno anche chiesto a Uolti di parlare all’aperto. Santa Maria Goretti, dunque, è pacata/o e positiva/o.

Silvio Berlusconi Show. Il Pd? Carta straccia

Muppet Show
Palalido di Milano, Milano, Italia, Mondo. Il mondo è una splendida location, in effetti. Apertura in gloria e pompa magna per la campagna elettorale di chi conquisterà l’universo. Qui, presso il Palalido di Milano, Milano, Italia, Mondo, parte ufficialmente la campagna elettorale del Popolo della Libertà. Ecco Silvio Berlusconi salire sul palco in gloriosa parata sulle note, naturalmente, dell’inno nazionale. Ed ecco con lui il DelFini Gianfranco. Il gatto e la volpe non comparivano insieme dal lontano 2 dicembre 2006, giorno della nascita del partito in piazza San Giovanni.

In questa primavera bellissima, una primavera di libertà

No, non è l’omino del telefono di Viva Radio 2. E’ l’omino reale. E’ Silvio che esordisce e ringrazia urbi et orbi, scusandoci di non essere al massimo perchè, insomma, ha fatto notte sulle liste. La forza fisica non gli manca, si scoprirà presto. Comunque, insomma, le liste sono a posto, belle che fatte.

La classe operaia va in Parlamento

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Passi la propaganda, che in queste settimane sembra avere preso decisamente la ribalta. Ma adesso forse si sta esagerando. Dopo i primi giorni di sbigottimento dovuti a dichiarazioni di fuoco e candidature preoccupanti – è vero – ci si fa l’abitudine ed anche le indiscrezioni più scabrose scivolano nottetempo nell’oblio. Ci sono però delle notizie che non possono passare inosservate. Proprio non ci riescono. Meno male.
E’ di ieri la polemica tra il Piddì e l’Arcobaleno, per la candidatura col botto da parte della sinistra – finalmente basta equivoci! – di Ciro Argentino, operaio della Thyssen e dirigente locale del Pdci piemontese.

L’informazione ai tempi del colera. Ah, no, sono le elezioni

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Mirko Tremaglia, istituzionale figura del voto degli italiani all’estero, ormai in là con gli anni, stanco ma presente, biascicante ma parlante. Tremaglia, insomma, l’unico nome che si ricordi collegato alle parole votoitalianiall’estero, è sorridente, contento, non si sbottona sulle candidature, meno che mai sui brogli che già stanno imperversando nella Circoscrizione Estero.
Dice di essere positivo per queste elezioni anticipate targate aprile 2008. Per il loro grado di partecipazione, che non sarà inesistente come qualche maligno va già dicendo, no. Tutto sarà assolutamente implementato verso il miglioramento.

Non è più possibile considerare gli italiani all’estero come una volta. Bisogna assolutamente dare maggiore visibilità a 3 milioni di italiani che meritano la nostra considerazione. Questa lenta ma inesorabile opera di cancellazione dai nostri media, ad esclusione di Rai International, delle vicende degli italiani all’estero, non rende merito ai nostri concittadini

A volte ritornano

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Ci saremmo meravigliati del contrario. Davvero. Nel giorno del dietrofront del Piddì sull’esclusione di Beppe Lumia (alè!) – n.b. l’immagine evidenzia addirittura il diverso carattere tipografico del pdf rilasciato dall’ufficio stampa di Sant’Anastasia, a testimonianza dell’estemporaneità della decisione, giunta a furor di popolo – inserito come capolista al Senato in Sicilia, altre bombe di mercato hanno caratterizzato la giornata di ieri.
Il tempo stringe, e il walzer delle candidature sembra diventato un rock & roll, acrobatico. Gente che entra, gente che esce. Chi non entrerà mai e chi invece mai uscirà, grossi punti interrogativi. Eccoci al punto.

Le nuove strategie del Popolo della Libertà

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Lavorare di problema in problema, cittadino dopo cittadino. Il Popolo della libertà affina le sue migliori armi elettorali: continuerà a
scendere in piazza, a montare i gazebo, a raccogliere consensi uno ad uno; ad ascoltare le esigenze delle persone, magari limando il programma e «seducendo» nuovi elettori.
La novità è che non farà di tutta un’erba un fascio. Silvio Berlusconi decide di dedicare ogni fine settimana a una particolare sezione del suo elettorato. E da qui al 13 aprile i suoi gazebo saranno aperti tutti i week-end.
L’idea è maturata proprio in questi giorni, quando negli uffici di via dell’Umiltà sono arrivati i dati definitivi dell’ultima iniziativa nazionale. Nei diecimila stand sparsi per le piazze della Penisola hanno espresso la preferenza sulle priorità del programma ben 2 milioni e 500 mila italiani (1.100.000 sabato, 1.400.000 domenica). I risultati evidenziano che sul tema della sicurezza i cittadini chiedono più di ogni altra cosa certezza della pena, e subito dopo la lotta all’immigrazione clandestina.

Berlusconi: mentire è il suo mestiere e io ho 30 senatori in più

Senato
Siccome l’uomo dei media è rimasto un tantino allibito dalle performance mediatiche del suo avversario – Porta a Porta, ad esempio – e siccome questa cosa non s’ha da fare perchè i media li ha inventati lui, mica questo comunista piddemocratizzato, ecco il rombo di tuono:

Veltroni? Bugiardo e abile comunicatore

Quando si dice da quale pulpito. Per l’abile comunicatore, eh, beninteso. Mica per altro.

E poi. Il Porcellum. Non è così male. O comunque lui è così forte da poterne contrastare eventuali controindicazioni o effetti indesiderati – maggioranze in Senato attaccate all’augurio di non prendere mai neppure una lieve costipazione.

Sono assolutamente convinto che questa legge elettorale ci porterà ad avere oltre 70 deputati in più alla Camera e almeno 30 senatori di maggioranza al Senato

Non ha dubbi. I dubbi, nella vita, non servono a nulla. E poi non c’è da avere dubbi, fondamentalmente. La rimonta del Pd, quella di cui va ciarlando Uolter sul suo Pullmann in gita, non esiste.

PD, per molti ma non per tutti

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La nottata del 4 Marzo difficilmente verrà dimenticata. Almeno da quanti si trovavano in Via Nazionale, per l’ultima riunione ufficiale al Botteghino. In ballo c’era la definizione dei candidati nelle liste bloccatissime del PD. Presenti tutti i maggiorenti del nuovo partito di centrosinistra – pardon – riformatore. Lotta fratricida tra ex margheritini ed ex diessini per la spartizione dei posti di comando. Si sono fatte le cinque…
Le rotative dei giornali non hanno fatto così in tempo a passare in stampa le liste definitive del PD, che il web ci ha svelato fin da stamattina.
E’ stato uno sporco lavoro, ma qualcuno doveva pur farlo.
Il lavoro si è rivelato sporchissimo, non sporco. Sono successe cose inenarrabili. Esclusioni eccellenti ed inclusioni preoccupanti. E non ce ne vogliano la ministra Bonino e la buona call centerista siciliana – scivolata in una notte dal primo al nono posto in lista – ma stiamo parlando di cose serie. Il piddì sembra infatti aver applicato il criterio dell’invalicabilità delle tre legislature in modo molto discutibile.
Si direbbe che hanno depenalizzato il falso in lista, rigorosamente bloccata.