Le nuove strategie del Popolo della Libertà

berlusconi
Lavorare di problema in problema, cittadino dopo cittadino. Il Popolo della libertà affina le sue migliori armi elettorali: continuerà a
scendere in piazza, a montare i gazebo, a raccogliere consensi uno ad uno; ad ascoltare le esigenze delle persone, magari limando il programma e «seducendo» nuovi elettori.
La novità è che non farà di tutta un’erba un fascio. Silvio Berlusconi decide di dedicare ogni fine settimana a una particolare sezione del suo elettorato. E da qui al 13 aprile i suoi gazebo saranno aperti tutti i week-end.
L’idea è maturata proprio in questi giorni, quando negli uffici di via dell’Umiltà sono arrivati i dati definitivi dell’ultima iniziativa nazionale. Nei diecimila stand sparsi per le piazze della Penisola hanno espresso la preferenza sulle priorità del programma ben 2 milioni e 500 mila italiani (1.100.000 sabato, 1.400.000 domenica). I risultati evidenziano che sul tema della sicurezza i cittadini chiedono più di ogni altra cosa certezza della pena, e subito dopo la lotta all’immigrazione clandestina.


Il programma sulla famiglia – sempre secondo i due milioni e mezzo di italiani che hanno indicato le esigenze del futuro governo – dovrà invece abolire l’Ici. Poi, a scalare, la deduzione delle spese di cura, il quoziente familiare, la parità scolastica e il bonus bebè. Per quanto riguarda lo sviluppo, infine, prevale l’esigenza di realizzare le grandi opere come la Tav e il ponte sullo Stretto. Subito dopo bisognerà concentrarsi sulladetassazione degli straordinari e della tredicesima mensilità.
L’affluenza nelle piazze e i risultati che ne sono scaturiti hanno così convinto il maggiore partito di centrodestra a perfezionare il metodo.


I week-end delle prossime settimane il Pdl li passerà ancora sotto i gazebo, ma ogni settimana affrontando un tema diverso. L’obiettivo?
Sensibilizzare le varie «porzioni» dell’elettoralo. Insomma, parte la campagna elettorale tematica. Il via già domani, quando negli stand di Berlusconi sarà il tema della sicurezza a tenere banco. Secondo appuntamento il 15 e 16 marzo per parlare ai cittadini di problemi e soluzioni che si vogliono affrontare per tutelare la famiglia. Dopo uno stop, si tornerà ai gazebo il 29 e 30 di questo mese: questa volta per parlare di sviluppo, crescita e lavoro. Poi, il primo fine settimana di aprile, a sette giorni dal voto, una grande mobilitazione per coinvolgere i giovani, definire le loro priorità. Proprio quest’ultima iniziativa sarà uno dei due «grandi eventi» del Popolo della libertà (6 aprile). L’altro darà spazio alla voce femminile.
Berlusconi e Fini assieme a Mara Carfagna – presidente di Azzurro Donna – daranno vita a una importante manifestazione in favore delle donne (il 28 marzo a Roma).


Una strategia a tutto campo per lavorare sulle necessità dell’elettorato. Da chi ha più a cuore la sicurezza, a chi sogna un’economia basata sul made in Italy. Dai difensori dell’istituzione famiglia, a chi cerca lavoro. Dai giovani alle donne. Cittadino dopo cittadino.

1 commento su “Le nuove strategie del Popolo della Libertà”

  1. Dossier Polo Lega – Le ultime parole famose… di Polo e Lega

    …continua dalla pagina precedente

    BOSSI – ANSA – 22 gennaio 97
    “Alleanze con Berlusconi? Solo se domani veniamo a sapere che si schiera con la Padania, lui e le sue tv”.

    FINI – ANSA – 9 maggio 97
    Dopo i fatti di Piazza San Marco: “Occorre essere preoccupati, perché ha agito un gruppo di fanatici e di esaltati, sicuramente pericolosi perché armati, istigati in qualche modo dal delirio secessionistico di Bossi”.

    FINI – ANSA – 12 maggio 97
    Ancora in seguito agli stessi avvenimenti: “Con le sue affermazioni, Bossi finisce per diventare il mandante morale di chi passa dalle parole ai fatti” Fini si augura che “non vi sia alcun tipo di benevolenza nei confronti di chi fa affermazioni come quelle di Bossi e che continua a parlare di rivoluzione e di secessione”.

    BERLUSCONI – ANSA – 5 giugno 97
    “Bossi giudica gli altri sul suo metro costruito sulla menzogna”.

    BOSSI – ANSA – 14 agosto 97
    Berlusconi “un povero pirla”. “Le sue parole sono bolle di sapone. E’ un poveraccio”. “Ormai Berlusconi fa parte dell’esercito di Franceschiello, seppur nelle retrovie”.

    FINI – ANSA – 2 settembre 97
    Anche sulle regole il dialogo con Bossi “impossibile”.

    FINI – ANSA – 8 SETTEMBRE 97
    “Cosa io pensi di Bossi è risaputo. E’ un autentico buffone”.

    FINI – ANSA – 17 ottobre 97
    Con la Lega “il Polo deve escludere a priori qualsiasi accordo”.

    BERLUSCONI – ANSA – 11 dicembre 97
    “Bossi ormai non è più credibile”.

    BOSSI – ANSA – 4 febbraio 98
    “Lo dico chiaro e tondo: io non faccio nessun accordo, non mi interessa. La gente vuole che la Lega cammini da sola, fino in fondo”.

    FINI – ANSA – 5 febbraio 98
    Bossi “ricorda quei maniaci impotenti che parlano di mitraglia per autosoddisfarsi al telefono”.

    FINI – ANSA – 7 febbraio 98
    “Con Bossi non si può discutere, non si può trattare, è la negazione di ciò in cui crediamo. Non lo sopporto”.

    BERLUSCONI – ANSA – 8 marzo 98
    Un accordo con la Lega ”e’ pura fantasia”

    BERLUSCONI – A “Porta a porta” – 9 marzo
    Nega accordi con la Lega, anche perché, dopo l’esperienza fallimentare del ’94, qualcuno potrebbe dargli del ”pirla” se ricadesse nell’errore.

    FINI – ANSA – 10 marzo 98
    “E’ del tutto inutile inseguire l’ipotesi di un accordo con Bossi”. Bossi continua a ribadire di voler lavorare per “la cosiddetta devolution, il che è incompatibile con la ragione d’essere di An e anche del Polo”.

    FINI – ANSA – 1 aprile 98
    “E’ un errore prendere Bossi sul serio, sia quando dice una cosa sia quando ne dice un’altra”. “Bossi va lasciato cuocere nel suo brodo. Non conviene mai prenderlo sul serio perché ha abituato tutti ad una strategia fatta di accelerate e di frenate sempre e solo nel suo interesse… Questo vale per An e spero valga anche per gli altri amici del Polo”

    FINI – ANSA – 3 aprile 98
    “E’ importante che Berlusconi ribadisca che con la Lega non ci sono né alleanze né intese. La politica deve essere concretezza, che è fatta anche di numeri. Ma non è fatta solo di numeri. E’ fatta anche di valori: l’unità nazionale è un valore irrinunciabile”.

    BOSSI – ANSA – 18 aprile 98
    Un collegamento tra Lega e Forza Italia “non sarà mai possibile”. “Il voto dato al Polo non significa niente”. Su Forza Italia e Berlusconi: “Il suo partito, il neo-Caf, non potrà mai fare accordi con la Lega”.

    BOSSI – ANSA – 19 aprile 98
    Berlusconi porta in piazza 60 mila persone e dice che sono 300 mila, lo fa dire alle sue televisioni e così diventano 300 mila anche per la Rai. Con le tv lui condiziona la gente”. “Quando parla Berlusconi io non ascolto. Il popolo non è con il Caf o con la P2”. “Berlusconi può dire quello che vuole, può cantare quello che vuole, solo davanti ai magistrati non canta mai. Berlusconi, politicamente parlando, è nato male e bisogna vedere se uno nato così può redimersi. A me non pare proprio che possa redimersi”.

    BOSSI – “La Padania” – 10 giugno 98
    “Non sarà mai possibile un collegamento tra lega Nord e Forza Italia. Io non sono di Forza Italia, ma di Forza Padania, che è un’altra cosa”. “Alla gente non è ancora ben chiaro che lo scontro in atto è tra blocco padano e Roma, per cui c’è chi vota tranquillamente il partito del mafioso.” “Il partito del mafioso non può preoccupare il Nord. Preoccupa piuttosto in queste elezioni che la gente non ha tenuto conto della questione morale. La gente è allineata al messaggio televisivo. E in tv non c’è più politica. Basterebbe infatti un minimo di analisi per capire che da una parte c’è la mafia craxiana, il vecchio caf, dall’altra il vecchio pci, la sinistra Dc di De Mita con Agnelli e il Vaticano.” “La borghesia non ha ancora capito . Tutti sanno chi è Berlusconi: se lo vogliono accettare significa che i concetti della mafiosità romana sono stati accettati anche qui. Però la borghesia ha votato a destra, forse per l’ultima volta. La borghesia dovrà scegliere per la propria libertà. Di sicuro noi non andremo mai a destra, tenendo presente che Berlusconi è uomo di Roma.” “Ovunque ci sia scritto Polo, noi non ci stiamo. ” “Il mafioso in Parlamento non fa mai niente, e quando fa qualcosa monopolizza le tv. Noi facciamo opposizione tutti i giorni, ma c’è l’obbligo di silenziare la Lega. Berlusconi non è un padano, è l’uomo della mafia romana. Dopo tutta la fatica fatta per mollare Berlusconi, figuriamoci se torniamo adesso nelle sue mani”. “Noi della Lega non abbiamo mai amato Berlusconi. Abbiamo capito perché era sceso in politica. E’ stato un matrimonio obbligato dagli eventi, e quando abbiamo visto che le cose si mettevano male abbiamo detto basta. Non potevamo farci distruggere”.

    MARONI – “La Padania” – 10 giugno 98
    “Il punto fondamentale resta il rapporto tra Berlusconi e Fini: se il cavaliere non si decide a rompere con AN è inutile che venga a romperci le scatole per chiedere di fare accordi.” “AN non perde occasione per dimostrare di essere un partito statalista, nazionalista e meridionalista. Sarà interessante vedere che risposte darà il cavaliere. Il quale può restare lì dov’è. Ma a quel punto si tornerebbe alla situazione del 95 e le intese fra lega e forza italia non avverranno per altri due secoli”.

    BOSSI – ANSA – 11 giugno 98
    “Fini e Berlusconi sono degli imbroglioni, c’è solo da schiacciarli nella cabina elettorale”. “Sperano di confondere la gente, perché il voto onesto, di cambiamento, della Lega vada a forze completamente disoneste, il Caf che ha cambiato
    nome”.

    BERLUSCONI – ANSA – 12 giugno 98
    “Bossi è uno sfasciacarrozze”. “Bossi è una calamità naturale”.

    BOSSI – “La Padania” – 18 giugno 98
    “Mai più con Roma”. “No ad alleanze con Forza Italia. Nemmeno in nome della governabilità. Di governabilità parlava anche Bettino Craxi. Berlusconi non dice niente di nuovo o di diverso. “Non cadremo nella trappola del ’94. Allora la nostra intenzione era quella di restare fuori dal governo, ma Berlusconi di impose di entrare con un ricatto elettorale. Non ripeteremo quell’errore: Forza Italia in Friuli ha i voti. Li ha ottenuti dai friulani.Quindi governi. Mi dispiace per loro: il partito del mafioso gli porterà via anche i paracarri”. “Via da Roma, per fare la Padania”.

    TITOLO “La Padania” 16 luglio 98
    “Così il Piscione si mise la coppola”

    BERLUSCONI – “La Repubblica” – 21 luglio 98
    “Bossi è un capobanda. Va continuata la nostra politica sulla Lega. Nessun accordo con i dirigenti. Bossi è un capobanda che ha cuore solo il suo interesse: quello di restare capobanda, non certo il bene del Paese. Per fortuna gli ultimi sondaggi li danno dimezzati, sono sotto il 5%. Dobbiamo continuare a parlare agli elettori della Lega. Bossi si è comportato ed è un infiltrato della sinistra nel campo dei moderati.”

    BOSSI – “La Padania” – 22 luglio 98
    “Parla meneghino ma è di Palermo”
    “La caduta del suo governo? Berlusconi venga da me. Che gliela spiego io…Sono stato io a metter giù il partito del mafioso. Lui comprava i nostri parlamentari e io l’ho abbattuto.” “Tutti volevano la morte della lega. Berlusconi aveva creato Forza Italia per questo. “In Italia c’erano tre poli: il polo di Roma (sinistra ed ex Dc), quello di Palermo rappresentato da Berlusconi e il Polo del Nord. Nel ’94 ci fu uno scontro tra il Polo del palermitano e il Polo romano e il Polo romano fu più cauto e capì che non serviva a niente andare ad elezioni.” “Il dramma di Berlusconi è che è un palermitano che parla in meneghino, mandato apposta per fregare il nord. Io questo lo compresi subito.”

    TITOLO “La Padania” – 31 agosto 98
    “Lucky Berlusca”

    BERLUSCONI – ANSA – 19 settembre 98
    Diceva mia madre che uno può prendere in giro una persona per tanto tempo, tante persone per poco tempo, ma non tante persone per tanto tempo. Credo che il momento di Bossi sia venuto”.

    MARONI – “La Padania” – 30 settembre 98
    Per il suo 62° compleanno, Maroni ha mandato a Berlusconi i suoi auguri. “Un’età venerabile 62 anni, ai limiti della pensione. E visto che non gli riesce a sfondare in politica, lasci perdere. Invece di litigare, rodersi il fegato, si goda il frutto del lavoro di tanti anni, barche, ville, mare. La bramosia del potere fa perdere la bussola.”

    BOSSI – “La Padania” – 13 ottobre 98
    “Alle elezioni andremo sempre da soli. Sia per quanto riguarda le amministrative che le politiche. Sul territorio, vicino alle nostre radici, non ci devono essere inquinamenti. Abbiamo l’obbligo di andare da soli. Soli anche alle politiche dove la Lega può fare accordi solo con il blocco padano. Bossi a Bassano indica più volte il nemico numero uno, Berlusconi “il mafioso, quella roba là”.

    BOSSI – “La Padania” – 27 ottobre 98
    “La Finivest è nata da Cosa Nostra” “Berlusconi è l’uomo di Cosa Nostra. L’anomalia è tutta lì. La Finivest ha un mucchio di holding. Di cui 16 occulte. Furono fatte nascere da una banca di Palermo a Milano, la banca Rasini. E a Palermo hanno preso un meneghino per rappresentare i loro interessi. La verità è che se cade Berlusconi, cade tutto il Polo. Ma non lo faranno cadere, perché sarà pure un figlio di buona donna, ma è il loro figlio di buona donna.” “In tv appaiono volti gentili che te la raccontano su. Guardate che la mafia non ha limiti. La mafia, gli interessi della mafia, sono la droga e la droga ha ucciso migliaia di giovani, soprattutto del Nord.” “Silvio è l’uomo del progetto P2″. ” Molte ricchezze sono vergognose perché fatte con la morte di migliaia di giovani. Non è vero che pecunia non olet. C’è denaro buono che ha odore di sudore e c’è denaro di mafia. Ma se non ci fosse quel potere, il Polo si squaglierebbe in poche ore.”

    BOSSI – “La Padania” – 6 novembre 98
    “Il cavaliere vuole solo avere la garanzia di non dover mai pagare, di essere lasciato tranquillo. E’ un meccanismo omertoso con il quale si coprono le gravi responsabilità di Berlusconi in certe vicende poco pulite. Ma la Lega non gli lascerà tregua”.

    BOSSI – “La Padania” – 10 novembre 98
    “C’è qualche differenza tra lui e noi. Peccato che lui sia un mafioso. Il problema è che al nord la gente è ancora divisa tra chi sa che Berlusconi è un mafioso e chi non lo sa ancora.” “Il Berlusca dovrà sparire dalla circolazione. Il Nord lo caccerà via. Di Berlusconi non ce ne fotte niente.” “Lui è un palermitano nato nella terra sbagliata.” “E’ un palermitano che parla meneghino, è il meno adatto a parlare di riforme. L’unica riforma che veramente sta a cuore a Berlusconi è che non vengano toccate le sue televisioni. Invece io dico che bisogna portagliele via, perché le sue televisioni sono contro la Costituzione. La prima riforma da attuare è quella di mettere in circolazione l’informazione. Berlusconi è tutto tranne che un democratico.” “Ci risponda il cavaliere. Da dove vengono i suoi soldi? Ce lo spieghi. Dalle finanziarie della Mafia ? Ci sono migliaia di giovani al nord che sono morti a causa della droga.”

    BERLUSCONI – ANSA – 17 novembre 98
    “Con questo personaggio non si può fare nessun patto”.

    BOSSI – “La Padania” – 3 dicembre 98:
    “Il sistema Italia è guidato dalla corrente del Golfo di Napoli e dai poteri di Palermo: abbiamo l’influenza demitiana da Napoli che si è collegata con il palazzo del potere romano e l’influenza palermitana rappresentata dal capo della cosiddetta opposizione, Silvio Berlusconi. L’avversario principale del Carroccio è proprio il partito di Berlusconi, quindi sarebbe importantissimo per Bossi catturare i voti in libera uscita da Forza Italia: “Verissimo, ma il problema è la mancanza in Italia del blind trust all’americana, dove un imprenditore che vuole fare politica non può tenersi televisioni e giornali, deve venderli. Qui invece Berlusconi può manipolare a suo piacimento l’opinione pubblica, lavando il cervello della gente ogni giorno. Una situazione incredibile.” “Berlusconi ha soprattutto le televisioni peraltro messe su in piedi
    grazie a soldi sporchi, provenienti da ambienti oscuri e terribili. E questi quattrini sono facilmente identificabili, per questo Berlusconi urla e si agita.” “Noi c’eravamo già a lottare per la libertà del Nord, quando il cavaliere era ancora legato mani e piedi alla “pancia oscura del Psi”, alla P2 e Dio sa cos’altro ancora.”

    BOSSI – ANSA – 11 gennaio 99
    “E adesso vediamo Berlusconi e Fini intervenire sulla questione criminalità. Questa è bella. Sono degli imbroglioni che avvertendo la possibilità di uno scontro sociale forte intervengono per far finta di esserci”.

    BERLUSCONI – ANSA – 23 febbraio 99
    “Bossi è un falso profeta che al Nord predica in un modo e poi a Roma vende i voti alla sinistra”. “Bossi ha diviso i moderati”.

    BOSSI – “La Padania” – 24 febbraio 99
    “Il piduista non ci fermerà”. “Il poveretto di Arcore sente che il bidone forzaitalista e polista, il partito degli americani insomma gli va a catafascio. Non è bastato comprare qualche briciola della Lega per intaccare la volontà di riscatto e di liberazione del Nord”. “Un massone piduista come l’arcorista non poteva che usare quel linguaggio. In fondo Berlusconi è sempre stato un problema di cosa sua o cosa nostra. Ma né mafia né P2 né America riusciranno a distruggerci”.

    BOSSI E FINI – “Porta a porta” – 30 marzo 99
    Bossi a Fini: “Chiacchierone, falso e guerrafondaio”. “Studia somaro”.
    Fini a Bossi: “Sei un fenomeno da baraccone”.

    CASINI – ANSA – 9 aprile 99
    “Credo che Berlusconi abbia forzatamente seguito Bossi una sola volta ed è un errore che non farà più”.

    BOSSI – ANSA – 5 luglio 99
    Su Gnutti e Comino: “Nella Lega stiamo facendo i conti: per quelli che trafficavano con Berlusconi, un calcio nel sedere e fuori”.

    BOSSI – “La Padania” – 23 luglio 99
    “Occorre aver coscienza della Nord Nazione, cioè la Padania, che in quanto nazione ha i suoi diritti, tra cui quello di non essere derubata e assoggettata a Roma”. “Da quando la lira è entrata nell’euro, in alcuni nostri dirigenti è emersa la paura di perdere il posto per l’incalzare di Forza Italia. Da qui l’idea peregrina che associandosi a Forza Italia si mantiene il posto. In realtà si verrebbe semplicemente assorbiti e allora addio per sempre al cambiamento, alla questione settentrionale”.

    BOSSI – ANSA – 24 luglio 99
    Al popolo leghista, motivando il no inequivocabile ad una alleanza con Forza Italia: “Scegliete se volete essere un carro da battaglia o una carriola berlusconista”.

    BOSSI – ANSA – 25 luglio 99
    “D’ora in poi, in base a regole certe, chi farà accordi con l’ulivo e con Berlusconi sarà espulso dalla Lega”.

    BOSSI – “La Padania” – 28 luglio 99
    “Berlusconi rappresenta un pericolo per la Lega e per la libertà del nord? “Altroché se rappresenta un pericolo! In quel partito c’è una concentrazione di denaro, di potere e di informazione così forte da far tremare i polsi. Ma non solo in Italia, dove la sinistra ha la grave responsabilità di non aver concretizzato le leggi che limitano il possesso dell’informazione. Questo potere imbottito di una spaventosa quantità di soldi è arrivato anche in Europa” “Berlusconi è diventato uno dei leader del Ppe ancora più forte di Kohl. Inoltre grazie agli accordi televisivi con il magnate tedesco Kirch, il capo Forza italia ha le mani sia sull’informazione tv in Germania sia con Telecinco in Spagna”

    BOSSI – “La Stampa” – 7 agosto 99
    Il Cavaliere “non è niente, ha solo le sue tv e un po’ di uomini che bivaccano nelle istituzioni, la sua forza sono le tv, gli togli quelle ed è morto”. “Fummo noi a dire che un padrone di tre tv non poteva fare politica senza liberarsene… Adesso paghiamo il ritardo che ci ha portato al buio della democrazia”.

    BOSSI – ANSA – 8 agosto 99
    “La ‘par condicio’ rappresenta la condizione perché questo Paese possa avere un po’ di democrazia. I timori, in questa materia, sono solo quelli di Berlusconi”.

    BOSSI – ANSA – 13 agosto 99
    Bossi, intervistato dal “Corriere della Sera”, chiede l’istituzione di una Commissione d’Inchiesta sugli “arricchimenti” di Berlusconi: “Ci troviamo in una situazione di incostituzionalità gravissima. Situazione da Sud America. In Italia, un uomo ha ottenuto dallo Stato la concessione delle frequenze televisive per condizionare la gente e orientarla al voto. Non accade in nessuna parte del mondo. E’ ora di mettere fine a questa vergogna”.

    BOSSI – ANSA – 1 ottobre 99
    “Io non ho le prove per dire che Berlusconi è un mafioso. Ma pochi, come lui, hanno fatto tanti soldi in poco tempo. Lui ci è riuscito passando attraverso la P”, Craxi e la legge Mammì. Che io sappia, non esiste una polvere magica per fare i soldi”.

    MARONI – “La Padania” – 6 ottobre 99
    “Si rafforza in me e in ogni leghista la consapevolezza che da Berlusconi bisogna stare alla larga. Sembra una persona perbene, ma chi lo conosce bene si rende conto che questa falsa immagine è basata sull’ipocrisia e sulla bugia. La falsità sistematica come modo di far politica.” “Berlusconi ha una grande forza che lo sostiene: la tv. Se fosse un politico qualunque senza Fede e fidi che tutte le sere lo presentano per quello che sembra essere e non per quello che è, il fenomeno Berlusconi si sgonfierebbe in pochissimo tempo. Purtroppo con il sostegno delle tv private sue personali, private di altri e pubbliche, il sistema basato su ciò che appare convince la gente. Questo è il motivo per cui Berlusconi vince. ” “Tutta la potenza di fuoco di Berlusconi si basa non sui programmi e sugli uomini, ma sulla realtà virtuale di ciò che appare e sulle falsità. E se gli porti via lo strumento con cui può diffondere la sua politica-fiction, è chiaro che si sgonfierebbe immediatamente. E’ per questo che Berlusconi grida al complotto contro norme assolutamente normali in una democrazia occidentale”. Quando si è parlato di eliminare gli spot elettorali io avevo dichiarato che non solo ero d’accordo, ma era ancora troppo poco. Occorre che questa maggioranza di centrosinistra abbia il coraggio, la capacità, la determinazione di prendere dei provvedimenti che Berlusconi non accetterà. O si fa così o le prossime elezioni saranno elezioni virtuali, si vinceranno in televisione e le vincerà il Cavaliere, non perché è il più bravo e ha la ricetta giusta, ma perché ha le televisioni.”

    BOSSI – “La Padania” – 6 ottobre 99
    “Il cavaliere dalle mille macchie”. “Non ho le prove per dire che sia un mafioso. E anche lui, quando cercava di tenderci la trappola degli accordi di governo, mi diceva : tu dici in giro che sono mafioso ma non è mica vero…. Resta un fatto : Berlusconi ha avuto una fortuna straordinaria nel fare tanti soldi in così poco tempo. E per di più passando dalla tessera 1816 della P2 e dai salvataggi che il suo amico Craxi ha più volte fatto al suo impero televisivo. A me personalmente Berlusconi ha detto che i soldi gli erano venuti dalla Banca Rasini. Quella fondata da un certo Giuseppe Azzaretto, di Palermo, che alla fine riuscì a mettere le mani su tutto l’istituto di credito. E in quella stessa banca, dove lavorava il padre di Silvio, c’erano i conti di numerosi esponenti di Cosa Nostra.” “L’accordo elettorale del 1994 con Forza Italia ha rappresentato un dolore. E’ stato Berlusconi a spargere il veleno poltronista nelle nostre fila.”

    BOSSI – “La Padania” – 11 ottobre 1999
    “Tutti uniti contro Roma Ladrona”.

    MARONI – “La Padania” – 18 ottobre 99
    “Berlusconi ha tentato e per fortuna gli è andata male, di fare apparire in qualche modo la vicenda P2 come una cosa non così grave visto che anche la sinistra aveva la propria struttura segreta. Questo era il rischio: che Berlusconi riuscisse a far passare questa operazione rilegittimando in qualche modo la P2”.

    “La Padania” – 18 ottobre 99
    “In marcia contro Roma ladrona”. “Andremo a riprenderci tutto quello che la lupa e il suo ‘lupanare’ hanno rubato al Nord e in base alle risposte che avremo dalla nostra gente decideremo se essere Nerone o Brenno”. “Il Nord mantiene Roma oltre ovviamente al sud assistito”. “Non crediamo ai security days proposti da chi con la tessera P2 e qualche condanna o procedimento penale nel cassetto, sta guidando una allegra brigata con qualche piccolo…problema con l’antimafia”.

    FINI – ANSA – 23 ottobre 99
    “La crisi di Bossi questa volta è irreversibile”.

    FINI – ANSA – 19 novembre 99
    “Bossi ha fatto il ribaltone e inoltre ha parlato di secessione, di Padania, ha insultato gli italiani del Sud e chi ha memoria, e io ce l’ho, esclude qualsiasi ipotesi di accordo. A meno che, ma ci credo poco, non cambi radicalmente opinione. Ma anche se cambiasse radicalmente opinione non mi fiderei lo stesso, l’ha cambiata troppe volte”.

    BOSSI – ANSA – 26 novembre 99
    “Oggi un’agenzia regionale mi ha persino attribuito una dichiarazione che non ho mai fatto circa una trattativa con Berlusconi. Insomma si sta falsificando ogni significato delle iniziative della Lega”. “Lo ripeto per l’ennesima volta, la Lega alle regionali vuole andare da sola”.

    FINI – ANSA – 7 dicembre 99
    “Per An è impossibile qualsiasi intesa con la Lega, a meno che ritorni a Roma con la bandiera nazionale”. “Ci sono tanti aspetti della politica leghista inaccettabili e anche a Roma hanno insultato nuovamente l’Italia, non hanno parlato di secessione ma hanno chiesto di bruciare il Tricolore”. “Alla manifestazione di Roma ci sono state cose odiose, disprezzo per l’Italia, il Tricolore, i meridionali, i romani”.

    FINI – Intervista a “La Repubblica” – 29 dicembre 99
    “Di intese con la Lega non c’è necessità, e anzi rischiano di essere un boomerang”
    “La Lega è al minimo di credibilità. Le ha tentate tutte ma è con l’acqua alla gola e Bossi l’ha capito. E’ pronto a tutto pur di frenare l’emorragia. Rimetterlo in gioco sarebbe un favore gratuito”. Fini parla di una “evidente difficoltà di spiegare un’alleanza con Bossi, almeno da Firenze in giù”.

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