Alitalia, cordata di figli alla riscossa: La famiglia Berlusconi ci salverà


Alitalia


Parliamone. Cioè, uno se ne vorrebbe esimere, poichè la nausea sulla faccenda è sopraggiunta da un pezzo. Ma insomma parliamone. Realisticamente. Ci sono strane coincidenze. Un eterno ritorno si affaccia sull’Italia. Era il 24 dicembre. E la vicenda si era guadagnata l’appellativo di A Nightmare Before Christmas I e II. Cambiano le stagioni, le festività, ma il Paese si arrovella come di consueto sulle stesse faccende.


Era Natale. Ora è Pasqua. E di cosa parla la politica? Ma è semplice! Alitalia-Air France, l’eterno ritorno!

Questa volta, la lotta è pesantemente influenzata dalla campagna elettorale e dal pepe addosso per vincere queste benedette elezioni anticipate. Procedevano QUASI inosservati. Quasi, certo. Dare via la compagnia di bandiera non è esattamente una sciocchezza. Ma l’avvelenamento giunge e sopraggiunge tinto dal sospetto che le mosse di campagna elettorale, insomma, non hanno fine.


L’unica offerta è quella di Air France, le altre non esistono

Giungono cone fulmine a cielo tanto comunque non sereno le parole del presidente della compagnia aerea italiana, Maurizio Prato. Perdete ogni speranza o voi che entrate. E’ proprio ai sindacati che Prato spiega come l’offerta dei cugini francesi sia l’unica ‘chance’ per la compagnia aerea italiana. Un aut aut, che però tirerebbe fuori dai guai economici la compagnia di bandiea nostrana.


Il punto è che ieri, di primo mattino, il beneamato futuro premier – bisogna essere realisti e anche ripeterselo per catarsi – ha fatto una telefonatina all’acerrimo nemico, il meno beneamato Romano Prodi, che ancora per una manciata di giorni siede a Palazzo Chigi. Dicendogli ma insommma, aspetta un attimo, fai un prestito ponte, fai qualcosa che poi Alitalia la salvo io con i miei figli, la mia famiglia e i miei amici. Non è mica la prima volta che faccio salvataggi del genere. E poi, insomma, in termini di ritorno di immagine dell’operazione… Vuoi mettere?.


Cattivo, Governo, che vuole svendere Alitalia. Una compagnia che è meglio definire un debito ambulante, su questo si sarà mediamente d’accordo. Quindi rimandata al mittente la proposta di Silvio Berlusconi di un prestito ponte (chiesto al governo) per appoggiare una cordata di imprenditori-banche pronta a offrire un’alternativa alla scelta Air France. Compresi i figli, gli è scappato.


Quella sul tavolo è un’offerta irricevibile. Ci sono imprenditori pronti a scendere in campo. Compresi i miei figli

I figli ritornano. Sposano le precarie dal lodevole sorriso e salvano l’Alitalia. Se non avessimo la famiglia Berlusconi…


Quella vinta da Air France è stata, secondo Silvio,

un’asta opaca e senza trasparenze addirittura con alcuni aspetti contro la legge

Palazzo Chigi fa sapere che non ha esattamente chiuso e sbarrato alle porte alternative, altre soluzioni sarebbero ben accette, ma deve trattarsi di offerte reali e immediate.Tanto per dirla chiaramente, e senza eufemismi, Alitalia sta fallendo. E sta così da un pezzo.


La compagnioa di bandiera – ancora per poco – è atterrata in campagna elettorale. E lo scetticismo avanza.

Se ci sono nuove offerte devono essere serie e rapide

ha detto Romano ad un Silvio telefonante.

Ma dove sono queste cordate strillate sulla stampa ma mai pervenute in azienda?

Si domanda, se è lecito, il suddetto Prato.


Banca Intesa si è data alla macchia. Berlusconi dice di avere un piano, che prevede: parte della vecchia cordata Air One-Banca Intesa, il gruppo Ligresti e quello Marcegaglia. E aggiunge.

Qualche arabo in quote piccole, perchè no, pure i miei figli , insomma si tratta di salvare un pezzo di questo paese e nessun imprenditore italiano può tirarsi indietro. Che figura farebbe?

Una figura realistica, che deve andare al di là dell’amor patrio, ad esempio? E della campagna elettorale, detto per inciso. Corrado Passera, amministratore delegato di Banca Intesa, ieri lo ha detto:

non c’è nulla sul tavolo

E’ Pasqua, signori. Alitalia è tornata alla ribalta.

Lascia un commento