Alitalia. Air France, adieu



Zizou, Adieu. Ne è passato di tempo… In questo momento storico, l’Italia si trova di nuovo a dire addio a parti e rappresentanze dei cigini d’Oltralpe. Ai Mondiali si gioiva. Oggi, no.

Dispiace che Air France si sia ritirata… Non hanno mai voluto trattare alla luce del sole, e poi, viste le reiterate prese di posizioni contrarie del nuovo governo, si sono sfilati

ROTTURA UFFICIALE. Basta, Adieu, ça suffit! Non ne possono più.


Rottura ufficiale della trattativa con i francesi per l’acquisto di Alitalia. Il segretario generale della Cisl non è pessimista. In fondo. Hanno fatto loro la mossa finale.


Con il prestito-ponte si sistema tutto

dice Raffaele Bonanni. Soldi dalle tasche degli italiani? Bonanni, naturalmente, è estremamente fiducioso nella

cordata alternativa

Quella che, a meno che non ci si metta Silvio e patrimonio, ancora non esiste.

Bastano quattro settimane

Noialtri si attende trepidanti.

Benedetta cordata alternativa. Il coordinamento è di Bruno Ermolli, e – dicono – va avanti a tambuto battente. Il coordinamento di cosa? Della cordata. E di chi? Proprio ieri da Banca Intesa è giunto un segnale di disponibilità importante: se la faccenda è di respiro internazionale – hanno fatto sapere, noi ci stiamo. E poi ci sarebbero Carlo Toto con AirOne – quello rimandato a casa dal TAR – gli americani del fondo TPG. Silviuzzo, già che c’è, strizza l’occhio (ee ci spera) a Lufthansa. Certo. Solo che la compagna di bandiera italiana ha le casse prosciugate, e deve essere messa in condizione di reggere almeno un altro mese, un mese e mezzo.


Come? Ma col prestito-ponte! Il governo uscente di centrosinistra lo dovrebbe concedere forse già domani. Ammontare? Tra i 100 e i 150 milioni di euro. Il bello è che l’Italia li dovrà giustificare con l’Unione Europea, prontissima a vietare ogni aiuto di Stato, con un’esigenza di «ordine pubblico», per garantire, insomma, i collegamenti sul territorio nazionale.


E’ il prestito del mistero. Da chi dovrebbe essere concesso, in realtà, non è ben chiaro e Romano Prodi e Tommaso PadoaSchioppa, non è che fossero entusiasti, soprattutto senza la prospettiva di un accordo a breve con Air France. Accordo a breve? Oggi l’ufficializzazione del disaccordo subito.


Come avevamo previsto, dichiarazioni avventate e comportamenti non responsabili hanno fatto naufragare la trattativa. A forza di dichiarare ostilità, di annunciare cordate al momento inesistenti, di ventilare una non meglio precisata convergenza con Aeroflot, con buona pace della difesa della nazionalità, hanno messo a repentaglio il destino di Alitalia e di decine di migliaia di lavoratori che lavorano nella compagnia, a Fiumicino, a Malpensa e nell’indotto

Parola ufficiale e furibonda di Partito Democratico.


Anche i sindacati sono nel mirino del Padoa Schioppa: tre settimane fa aveva chiesto di fare un passo indietro e lasciar cadere i veti sui francesi, avvertendoli che l’Alitalia non avrebbe avuto la possibilità di superare aprile senza la prospettiva di un accordo.


E invece: Adieu, Zizou. Di nuovo, e di nuovo con testata incorporata.


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