2009, un anno in Politica Live – Dodicesimo tempo

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Dodicesima e ultima puntata di questo viaggio attraverso il 2009, appena chiuso e già storia. Dicembre è il mese della ferita, l’attacco, il viso insanguinato, la violenza su Silvio Berlusconi. Un’aggressione, il 13 dicembre, per la quale è naturalmente partita anche l’ipotesi della bufala. Il premier Silvio Berlusconi viene colpito al viso da un uomo, subito dopo il suo comizio in piazza Duomo, a Milano.

L’aggressore si chiama Massimo Tartaglia, ha problemi psichiatrici, e gli ha tirato una statuetta del Duomo in volto. L’aggressore è stato perdonato, nei giorni successivi, dal Cavaliere.

Il gesto di Tartaglia ha dato il via al valzer delle polemiche, alle accuse reciproche su chi potesse creare quel clima di odio che aveva portato a tanto. Clima d’odio cui si è risposto col neonato partito dell’amore. Partito che preoccupa alcuni. Certo è che il volto sangunante di Silvio Berlusconi ha portato, nella storia di questo paese, la consapevolezza di una banalità. I politici hanno un corpo, una fisicità che tutto lo Stato, simpatizzante o meno, ha sentito in quel momento e in quel sangue sul viso.

A dicembre, in Italia, si decide che in Afghanistan andranno altri mille soldati. E scoppia anche lo scandalo dell’asilo di Pistoia: due maestre vengono arrestate per i maltrattamenti sui bambini, picchiati, costretti a mangiare il vomito, chiusi al buio. Un vero orrore dell’umanità. Ma la fine dell’anno vede anche non solo il No B Day, del popolo viola in piazza, ma anche della “guerra” delle dichiarazioni dei pentiti. Gaspare Spatuzza depone a Torino e parla di contatti con Berlusconi e con Dell’Utri. Pochi giorni dopo, il boss Filippo Graviano negherà questa versione. Segue editoriale di Minzolini.

Giuseppe Graviano, il fratello di Filippo, si avvale della facoltà di non rispondere, a causa della “cattiva salute”. Manda una lettera in cui denuncia di essere “sepolto vivo” per effetto del 41 bis. A Giuseppe viene poi revocato l’isolamento diurno.

Amanda Knox e Raffaele Sollecito vengono condannati per l’omicidio di Meredith, mentre Alberto Stasi viene assolto per il delitto di Chiara Poggi.

Report non si smentisce, e viene scoperto il tesoro di Calisto Tanzi. Infine il 16 viene messa una bomba nei sotterranei della Bocconi: due chili di dinamite, ma esplode, per fortuna, solo l’innesto. La rivendicazione è anarchica.

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