Waiting for Godot

Berlusconi e Napolitano a colloquio. Poi le consultazioni. Ma arriva Calderoli:

La Lega avrà due ministeri con portafoglio, due senza e un viceministro

E’ più il rumore, che altro. In questa attesa, che sembra infinita, di conoscere i nomi che popoleranno le nostre menti da qui a… Cinque anni. Tutti e cinque. Attesa breve, eppure che non sembra potere avere fine. E di cosa? Sempre minore è il tempo per formare il benedetto esecutivo. L’in pectore, Silvio, insomma, è ottimista assai:

Sta andando tutto bene

Silvio, la mattinata se l’è passata sul Colle, per ben 50 minuti (questo cronometrare ha dell’assurdo). Face to face, vis à vis con Giorgio Napolitano. Nel pomeriggio, invece, è iniziata la prima giornata di consultazioni per la formazione del nuovo governo. Giuramento venerdì, si dice.

Veltroni e la sconfitta

A Sinistra non parlano di sconfitta. Boselli ha parlato di

cedimento strutturale della sinistra italiana

Dando poi la colpa dei risultato socialista a Veltroni.

E’ che negli ambienti, la parola sconfitta è un tantinello dura da pronunciare. Massimo Giannini, su la Repubblica, il 18-04-2008 ha intervistato Uolter.

Segretario, in questo amaro day-after elettorale c´è una parola chiave che lei non ha ancora pronunciato

E il Messia (Berlusconi) disse: Verranno tempi duri

Pensare che l’attacco del video è meglio dei Radiohead nel loro periodo migliore. Avevo visto una vignetta, in questi giorni. Di Altan.

Berlusconi dice che verranno tempi duri

Risposta

E se lo dice lui…

Verranno tempi duri, ci ripete anche oggi. Sono già tempi duri. E il Messia mette le mani avanti.

Alcune considerazioni sulla terza Repubblica

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Il risultato del voto politico di domenica e lunedì non ha semplicemente, come segnalato da più parti, sancito il ritorno al potere dell’immarcescibile Cavaliere. L’esito del voto ha scatenato un vero e proprio cataclisma politico.
Innanzitutto ha segnato il definitivo superamento della II Repubblica e del suo bipolarismo di cartapesta, inaugurato quindici anni fa e raramente dimostratosi all’altezza della situazione. Una situazione anomala, a cui si era tentato di rimediare con il referendum maggioritario del ’93, per ridurre la frammentazione di partiti, e che ha invece prodotto l’effetto contrario, trasformando le due coalizioni in veri e propri cartelli elettorali.
Contenitori di consenso incapaci di trovare una sintesi programmatica al loro interno, incapaci di fare “reggere” i governi degli ultimi anni, incapaci di rispondere alle esigenze dell’elettorato che li ha sistematicamente bocciati. In una parola, incapaci.

Lega sitter? Ecco il Berlusconi III

berlusconi
Come Napoleone. Il Berlusconi III è arrivato. Da subito, è proprio lui.

Mamma quanta gente, sembra quasi che abbiamo vinto le elezioni…

In ritardo, il Berlusconi III si scusa:

Ma sapete com’è, da stamani non faccio che ricevere gradite telefonate dai massimi leader europei e internazionali

L’hanno chiamato in tanti. Willfred Martens, leader del Ppe. Hans Gert Poettering, (nome da Pollyanna, invece no), il Presidente del Parlamento Europeo. E lui, il belloccio, il marito di Carlà Brunì. Pardon, Sarkozy. Poi il Re, Juan Carlos. Gordon Brown. Angela Merkel. E gli amici, dove li mettete gli amici:

e poi ovviamente Bush e Putin che giovedì sera sarà qui a cena

Torna il Pentapartito. E la Sinistra è extraparlamentare

Pentapartito è l’espressione usata per definire la coalizione di governo in Italia dal 1980 fino al 1992: il governo si sosteneva mediante l’appoggio di cinque partiti politici: la DC, il PSI, il PSDI, il PRI e il PLI. L’attuale quadro delle forze politiche, uscito dallo spoglio impetoso delle schede di Camera e Senato, un parallelismo con quei tempi lontani ce l’ha.
Le cinque forze si chiamano Forza Italia-Alleanza Nazionale (ormai le differenze sfumano), Lega Nord, Pd, Italia dei Valori e Udc. Fausto Bertinotti sembrava disperato, poi ha assunto un aspetto più dignitoso. Ma la realtà è una e una sola. La Sinistra L’Arcobaleno è fuori. Il quadro, Lega a parte – ma la Lega parla alla pancia, non ad altro. Alla pancia del Nord – è quello di un grande, enorme centro. Il voto utile, quel che l’è, ha stravinto. Un po’, in fondo, è strano.

Ho telefonato al leader del Pdl, Silvio Berlusconi, e gli ho fatto gli auguri, come usa nelle democrazie occidentali

Mai caduto in contraddizione nel non nominarlo – orticaria spontanea, chissà – ora non può che saltare agli occhi, anzi, alle orecchie: lo evoca, nome e cognome, per la prima volta. Perchè, con una coerenza intoccata, per tutta la campagna elettorale, deliberatamente, quel nome non l’ha pronunciato.

La terza giovinezza di Re Silvio

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Già dagli exit poll del primissimo pomeriggio – poi rivelatisi a dir poco generosi nei confronti del neonato piddì – due erano i dati che poi, confermati dallo spoglio effettivo dei voti, davano la dimensione del cataclisma elettorale abbattutosi sul paese.
E non mi riferisco al SI’ – pur chiaro – espresso dagli elettori nei confronti del Cavaliere. Non mi riferisco, ancora, all’incredibile exploit della Lega lombarda, che ha dimostrato di avercelo ancora durissimo nonostante l’età e gli acciacchi. Penso ai comunisti.

Parlamento pulito, o quasi.

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Da ieri mattina si sta votando in tutta Italia per il rinnovo del Parlamento nazionale, e non solo. Ma va? Bella notizia.
In effetti da almeno un mese a questa parte, o forse due, gli argomenti di discussione nei bar, negli uffici, per strada, sono sistematicamente scanditi dalle uscite dei candidati che, come scienziati pazzi, accendono l’interesse dell’opinione pubblica, misurandosi – sempre a distanza e senza nominarsi in alcuni casi – con gli altri candidati e con i temi che affliggono la nostra società in questi anni di pre-recessione. Pessimismo.
Forse. Comunque sia, come spesso capita, le elezioni sono state sulla bocca di tutti. Il clima quasi onirico che si è creato in queste settimane ci ha dato, molto spesso la sensazione che alla semplice dichiarazione di un candidato, il problema affrontato dal medesimo si sia risolto nel momento stesso in cui viene pronunciata la ricetta salvifica; un pò come una formula magica. Si tratta ovviamente di slogan e chi – come me – almeno una volta in questi 50 giorni ci ha creduto, ci è cascato un’altra volta.
Fatto sta che, sondaggi a parte, iniziata la contesa elettorale si è avuta la sensazione che le distanze – in termini di divario di “popolarità” – tra partiti in campo si sia azzerato. E’ la fase delle speranze, delle scommesse, delle incertezze. Le urne si chiuderanno solo alle 15 di oggi eppure alcune cose già si sanno.
E sono “cose” tutt’altro che irrilevanti.

Italiani al voto. I numeri delle Politiche 2008

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Elezioni politiche 2008. Preparate in poco tempo, di corsa, approssimativamente di necessità virtù, per alcuni versi. La macchina elettorale – difficile rendersene materialmente conto – è enorme, complessa e dispendiosa. Ieri, nella giornata di silenzio elettorale, 61.212 sezioni elettorali si sono insediate. I presidenti di seggio, ieri mattina hanno ricevuto tutto il materiale necessario per la votazione e lo scrutinio. E, a partire dalle 16, hanno chiamato a far parte del seggio il segretario (viene scelto dal Presidente di seggio stesso) e gli scrutatori. Sono stati chiamati altresì ad assistere alle operazioni elettorali i rappresentanti delle liste dei candidati per l’elezione della Camera e del Senato.
Fase successiva: autenticazione delle schede. Quindi, firma dello scrutatore e apposizione del timbro di sezione. L’operazione è stata espletata ieri pomeriggio. Infine, i presidenti hanno ripartito tra gli scrutatori le schede autenticate.

Voto estero, che casino

Intercettazioni. Sempre loro. A volte ritornano.

Ciao Marcello, sono Aldo, Aldo Micciché. Posso darti una mano qui in Sudamerica?

Le conversazioni risalgono – pare siano in tutto non più di tre – a gennaio e febbraio.

L’ombra dei brogli.

Posso darti una mano

Coinvolti nella faccenda, nella quale nulla è certo ma che pulita non sembra, ci sono alcuni personaggi che fanno rifleettere.

Berlusconi, le cosmicomiche. In diretta dall’estero

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Oggi sabato di silenzio elettorale. Perchè domani, domenica del Signore e di votazioni, la parola passerà al Popolo Sovrano. Impossibile dire con certezza cosa deciderà di farne, di questa preziosa parola. Paura, sussurri e grida serpeggiano.
Nel mentre, strascichi di vita di campagna elettorale che fu, continuano per sollazzarci in questo sabato italiano. Follie varie, come di consueto. Un esempio: il caso Pupone. Totti arriva fino a Londra. E’ dal Regno Unito che arrivano, oggi, in un giorno di silenzio necessario, le critiche. E la critiche dall’esterno arrivano in direzione Silvio Berlusconi. Critica pesante che arriva dalle pagine del Times.

Con la vittoria alla sua portata alle elezioni di domani, Berlusconi ha commesso un errore potenzialmente disastroso attaccando Francesco Totti durante il comizio al Colosseo

Cogito ergo sum. Ovvero: Meno male che Silvio c’è ERGO I’m PD

Siamo arrivati al dunque. Quello di domani sarà un sabato quasi tranquillo. La quiete prima della tempesta. E non solo per i so calle operatori dell’informazione, che passeranno i periodici tre giorni più brutti della loro vita. Ma per tutti. Cosa succederà? Di sondaggi ne sono stati sparati fin troppi nell’etere.
Volevamo ricordarli così. Tra un I’m PD a un Meno male che Silvio c’è.

Silvio trionfa a Roma. Come dite? Si deve ancora votare? Dettagli…

Il video è per consolazione. Voi non lo sapete – in Italia, a volte, le notizie arrivano anche in ritardo, non arrivano, la popolazione non sa o non deve sapere – ma lui ha già vinto.
Un bel comizio che è un trionfo. Con tanto di luogo simbolicissimo e assolutamente scelto ad arte. Roma, Colosseo, Arco di Costantino. L’arco. Proprio quell’arco trionfale, eretto dal Senato romano nel lontano 315 per celebrare la vittoria dell’imperatore Costantino contro Massenzio.
Silvio Costantino, o Costantino Berlusconi, come preferite, è lì. Per il comizio finale della campagna elettorale.

Berlusconi e il Quirinale. Ovvero: la parabola della volpe e l’uva

volpe uva
Una delle più belle, famose, edificanti fiabe del buon Esopo rivive, attuale e forte, ai giorni nostri. Che venga, a monito, per tutti.

Hanno il Quirinale, hanno il Csm, hanno la Corte costituzionale. Perché dovremmo concedere pure la presidenza di una Camera?

Hanno. Loro, i comunisti. Pensare che Silvio Berlusconi aveva passato mesi a parlare e straparlare di una linea bipartisan per la prossima legislatura. Addirittura, gli era scappato di suggerire di assegnare un ramo del Parlamento all’opposizione. Nel mentre parlava di dialogo costante, di riforme. Aveva invitato ad una campagna elettorale dai toni soft, comprensivi.

Ha passato gli ultimi due giorni a fare gaffe, figure barbine, a evacuare fuori dal vasino, parlando e straparlando di cariche istituzionali – e forse non era il caso. Gli italiani, tra due giorni, non avranno cognizione di ciò. E lo voteranno. E partirà l’era di Silvio. Quella vera. Un’era che durerà 20 anni.