Ue – Serbia: Questione di Asa

Tra pochi giorni la Serbia, il 3 febbraio, deciderà sul suo futuro politico nazionale con il voto presidenziale al turno di ballottaggio. I candidati, come già anticipato alcuni giorni fa su politicalive, sono l’ultranazionalista Tomislav Tadic e il democratico nonché europeista Boris Tadic.

Elezioni che avranno un riscontro non solo nazionale ma anche internazionale, in quanto a seconda del risultato ottenuto potrebbe avvenire, nel giro di pochi giorni, l’ingresso in Europa. La UE che nelle ultime ore ha progettato un accordo “ad interim” di Associazione e Stabilizzazione, chiamato appunto Asa.

L’accordo attualmente non contiene tutti i capitoli negoziali facenti parte dello standard Asa, ma ne è costituito dalla maggior parte. Un testo che rappresenta il 75% dello standard di Associazione e Stabilizzazione, prevedendo intese commerciali, dialogo politico, liberalizzazione dei visti.


Questo pre-accordo può essere visto come un regalo, una promessa da parte dell’Europa nei confronti della Serbia. Un documento che vuole stare a significare la buona fede che la UE ripone nei confronti del paese balcanico. Anche se non tutta la UE la pensa poi propriamente così.

Certo l’accordo al termine è giunto, ma con Olanda e Belgio a storcere il naso contro l’ingresso in Europa della Serbia. Una posizione, quella dei due paesi, motivata dal fatto che la Serbia, almeno per quanto concerne il loro pensiero, per entrare in Europa debba prima consegnare l’ex capo militare dei serbi in Bosnia Ratko Mladic.

L’importanza di questo personaggio nasce, e cresce, nel 1995, quando sotto gli occhi dei caschi blu olandesi, in quella situazione con le mani legate perchè non avevano il mandato di fermare il militare, diede atto al genocidio di Srebrenica. Mladic ancora oggi non è nelle mani dell’Aja, da qui l’ostruzionismo dei Paesi Bassi nei confronti dell’inserimento nella UE.

Un pre-accordo che sembra essere un incentivo per gli elettori serbi, che dovrebbero essere allettati da una tale proposta, che li spingerebbe a dare maggiori preferenze nei confronti del candidato europeista. Infatti, nel caso la vittoria del nazionalista Tadic, l’accordo Asa tra Unione Europea e Serbia rischierebbe, quasi certamente, di saltare con uno spostamento, da parte del paese balcanico più verso la Russia che verso Bruxelles.

A chiarire al meglio la situazione sono le parole del nostro rappresentante in Europa, il sottosegretario agli Esteri Famiano Crucianelli, che ha spiegato:

Non è la firma dell’Asa. L’accordo “ad interim” è comunque un documento importante, che sarà sottoscritto il 7 febbraio e ha un suo significato politico. Con questa offerta, si è voluto mandare un messaggio chiaro al popolo serbo: l’Europa è aperta ai serbi e auspichiamo che la Serbia entri al più presto a pieno titolo nel processo di avvicinamento all’Europa.

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