Serbia: Europa, Addio?

In un epoca come la nostra dove tutti sembrano aver voglia di “globalizzarsi” in qualche cosa di più grande, si veda ad esempio gli stati europei con la UE oppure anche solo i partiti italiani con la possibile riforma elettorale, la situazione della Serbia sembra davvero troppo antitetica.

Giorni di elezioni presidenziali in Serbia quelli appena passati e quindi giorni di spogli ci aspettano, sperando di non incorrere in un nuovo broglio elettorale stile kenyota. Sette i possibili candidati, ma solo due si presenteranno al ballottaggio ad inizio febbraio. I loro nomi sono già stati scritti.

Il primo è Tomislav Nikolic. Con i suoi 38,26% delle preferenze si è aggiudicato il primo turno delle elezioni. Leader del partito radicale Serbo (SRS), Nikolic è un leader ultra-nazionalista. La sua eventuale vittoria al ballottaggio porterebbe il paese a richiudersi su stesso, allontanando l’eventuale integrazione europea.


Il secondo candidato per il ballottaggio del 3 febbraio sarà Boris Tadic, che ha avuto accesso al secondo turno grazie ad un 35,15% dei voti. Tadic, leader del partito Democratico, di chiara matrice liberal-moderata, è il presidente serbo uscente. La sua politica è completamente improntata sull’inserimento positivo della Serbia all’interno dello scacchiere europeo.

Due politiche, due ideologie. Che potrebbero portare la Serbia improvvisamente ad un cambio di rotta repentino. Che potrebbero demolire le speranze di Tadic di vedere una Serbia europea. Che potrebbero mostrare a Nikolic una nuova Serbia indipendente, sola, singola, in un disegno forse tutto suo.

Una visione quella di Nikolic, a mio parere, troppo medievale. Si vuole tornare indietro, si vuole correre controcorrente, quando tutto il mondo la corrente invece la segue. Grandi nomi sono usciti con questo genere di atteggiamenti politici. Ernesto Che Guevara in primis, che andando contro le ideologie dei capi sudamericani voleva costruire un “nuovo” Sudamerica. Oggi forse non tutto quello che desiderava si avverato, ma almeno sa di essere diventato simbolo di un intera generazione (mentre per altre solo una figura per magliette o per bandiere da sfoggiare nelle varie proteste organizzate ad hoc).

Solo il futuro ci dirà che accadrà. Tadic si dice “fiducioso” di trovare i punti necessari a chiudere il gap. La gara si prospetta aperta. Rimanete sempre connessi su POLITICALIVE per gli ultimi aggiornamenti a riguardo.

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