Passaparola sbarca sul web, ma a condurlo stavolta è Marco Travaglio

Ulla la la ulla la la ulla la laaaa!
Tranquilli, ovviamente non si tratta della resa incondizionata di Marco Travaglio al modello culturale imperante con conseguente conversione miracolosa sulla via di Arcore. Gerry Scotti può dormire sonni tranquilli. Passaparola è semplicemente il titolo della nuova video-rubrica curata da Marco Travaglio, che ha esordito lunedì scorso sul celebre blog di Beppe Grillo.
L’iniziativa anticipa profeticamente – ma neanche troppo – le dichiarazioni del sottosegretario alle comunicazioni, Paolo Romani, che pochi giorni fa aveva bollato come inadeguato per il servizio pubblico il giornalista torinese. Cosa avevate capito? Erano queste le ronde di cui si è tanto parlato in queste ultime settimane. L’edittino, è stato definito.
Per distinguerlo dall’ormai celebre editto di Sofia di sei anni fa. L’esperienza insegna, e stavolta il cavaliere non ha dovuto neanche mettere il naso nella questione: ci ha pensato il governo ombra.

Agenzia delle Entrate. Redditi per tutti, dall’alto della colonna infame

colonna infame
La colonna infame. Così l’ha definita Beppe Grillo. L’agenzia delle entrate ha messo on line tutti i redditi dichiarati dai cittadini italiani nel 2005. E’ notizia vecchia, già, con strascichi sempre nuovi.
Perchè la colonna infame. Alessandro Manzoni descrisse la storia dell’intentato processo a Milano, nel corso della terribile peste del 1630 contro due presunti untori. Presunti ritenuti responsabili del contagio pestilenziale, effettuato attraveerso misteriose sostanze. Il tutto partì da un’accusa, non fondata, di una donnicciola del popolo, tale Caterina Rosa.
La Storia colloca il processo nell’estate del 1630. L’epilogo è stato la condanna capitale di due innocenti, Guglielmo Piazza e Gian Giacomo Mora, e la distruzione della casa di quest’ultimo. Proprio al posto dell’abitazione, a monito eterno, venne eretta la colonna infame.

25 aprile. Il giorno dopo. C’era una volta

Napolitano
C’era una volta Giorgio Napolitano, a difesa del 25 aprile. Vero è che è il Presidente della Repubblica. Vero è che Napolitano ha la storia che ha – il primo Capo dello Stato che abbia fatto parte del Partito Comunista Italiano. Durante l’università Durante gli anni dell’Università, fa parte del GUF, il gruppo universitario fascista: collabora infatti con il settimanale IX maggio tenendo una rubrica di critica teatrale. In questo periodo si forma tuttavia il gruppo di amici storico di Napolitano che seppur militando ufficialmente nel fascismo guardava alle prospettive dell’antifascismo.
Napolitano auspica che il 25 aprile divenga

una festa di tutti e un simbolo di pacificazione

Dopo tanti anni, Napolitano ricorda che è necessaria un’analisi

ponderata che però non significhi in alcun modo confondere le due parti in lotta, appiattirle sotto un comune giudizio di condanna e di assoluzione

Le ombre della Resistenza non vanno occultate, ma guai a indulgere a false equiparazioni e banali generalizzazioni; anche se a nessun caduto, e ai familiari che ne hanno subito la perdita, si può negare sul piano umano un rispetto maturato col tempo

25 aprile: V-Day e/o Festa della Liberazione?

Silvio Berlusconi ha vinto. Viva Silvio Berlusconi. C’è chi nota che, tanto tempo fa, all’epoca del primo successo elettorale del Silvio, un pochino di stranezza nell’aria c’era, e proprio in occasione del 25 aprile, festa della Liberazione. Era il 1994. La faccenda bizzarra, all’epoca, corrispondeva col fatto che, insomma, per la prima volta, al governo, stavano per entrare i postfascisti. Come chi? Ah, vero, attualmente si è un po’ estinti. Alleanza Nazionale.
Oggi, nel 2008, Silvio c’è, ri-c’è insomma. Le celebrazioni di domani saranno strane, allo stesso modo. Il motivo, questa volta, è un altro. Non è il Pdl. A quello, ci si è forse arresi. E’ Beppe Grillo e il suo Vaffa Day parte seconda. Proprio in concomitanza con l’anniversario della Liberazione dal nazifascismo.

Chi ha paura di Beppe Grillo?

Due anni di fatiche. E un prodotto finale, un gioiellino. Il V-Day del 25 aprile a Torino, è, praticamente arrivato. Ed ecco che esce, per le edizioni Selene, il primo libro-saggio crossmediale su quello che è stato un comico genovese, e che ora è il fenomeno – politico, parapolitico – per alcuni inquietante, per altri esaltante.
Il libro porta la firma di Federica De Maria, Edoardo Fleischner ed Emilio Targia. I tre sono stati alle calcagna del Grillo per più di due anni. Storia di una blogstar e di come è andata.
Chi è Beppe Grillo?

Io voglio fare il comico! Io non posso essere quello che venite a sentire, la Bocca della Verità, non ce la faccio, non è nei miei toni, non è nella mia personalità!

Vota libero. Vota Wi-Fi

wifi
E’ tempo di proposte e campagne elettorali. Tempo di programmi, di carta straccia, di carta meno straccia – e lo si crede molto meno a quest’ultima possibilità. Molte proposte, nonchè le candidature di alcuni – salvo poi vaglio del partito per l’ufficializzazione e l’effettivo inserimento in lista – sono arrivate dal basso. Grillo, su tutti, è il fenomeno mediatico dal basso ma manipolato che può essere tenuto a mente come emblema.
Si fa poi un gran parlare, di questi tempi, di tecnologia, broadband e WiMAX, WiFi, insomma, chi più ne ha più ne metta. Foneros all’attacco, quartieri senza fili. Digital Divide da combattere. Sì. Ma.

Il fascino indiscreto di Beppe Grillo

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Dobbiamo ammettere che l’idea è affascinante.

Fuori tutti, fuori tutti, devono andare via tutti, dal primo all’ultimo. E devono andare via anche i galantuomini. Anzi prima di tutti devono andare via i galantuomini, che mi dicono ce n’è qualcuno…

Musica e parole di Beppe Grillo, 60 anni, genovese, attore comico ma soprattutto blogger, tra i più quotati – pardon cliccati – al mondo. Ce l’ha con i politici, ça va sans dir, nel giorno del Monnezza-Day, organizzato ieri a Napoli per gridare e far gridare ai napoletani – ma direi ai campani tutti – il loro VAFFA alla gestione criminale della nettezza urbana in quella regione, da quindici anni a questa parte. La metamorfosi è quasi completa, ed il grillo parlante in questi ultimi mesi si è trasformato in leone. Ma facciamo un passo indietro.
Emblematica storia quella di Grillo. Costretto all’esilio mediatico per alcune profetiche considerazioni sulla moralità della classe politica dell’epoca, il comico genovese, dopo il ciclone Tangentopoli, anziché ricevere pubbliche scuse e nuovi contratti, viene dimenticato all’Elba.

Beppe Grillo + Rosario Fiorello = Beppe Fiorello

Fiorello
L’hanno già chiamata la grillite di Fiorello. La fiorellite alla Grillo. Una volta a Lippmann, nel lontano 1922, c’era voluta una vita per coniare la definizione di stereotipo. Oggi l’attività mediatica produce definizioni e neologismi – che pure, a volte durano, a velocità incontrollabile.

Quando vi arriva il certificato elettorale strappatelo e buttatelo per strada

Roma e la gita dei grillini

gita
Dopo il Rosso Trevi e le palline colorate sulla scalinata di Piazza di Spagna, Roma potrebbe subire un’altra, variopinta, invasione. Quella di Beppe Grillo e dei suoi seguaci.
L’appello di Beppe Grillo è chiaro e diretto: Una gita su Roma. Provoca, lui. Questa volta provoca in risposta alle parole, che Silvio sostiene essere state malignamente interpretate dalla stampa, del leader di Forza Italia.
Dal Vangelo secondo Grillo, Blog: Se lo psiconano suonerà le sue trombe, noi suoneremo le nostre campane. In caso di marcia organizzerò una gita turistica di massa nella Città Eterna. Il percorso si snoderà attraverso le sedi di partito. Un’occasione irripetibile per vedere dal vivo i ruderi della politica. E fotografare i nostri dipendenti. Chi è, questo psiconano? Non è difficile dargli un nome. Grillo continua, ironico e sprezzante: Un evento da raccontare ai nipoti. Meglio della caduta del Muro di Berlino.

Grillo: tu vò fà l’americano

Grillo
Ai media d’oltreoceano a tratti diverte, probabilmente, parlare del Belpaese e delle sue beghe. A volte bene, a volte decisamente meno bene. Questa volta tocca al New Yorker.
Beppe’s Inferno, Tom Mueller. A comedian exposes government crime. Oggi in edicola il nuovo numero del New Yorker. Che, in copertina, lancia il Grillino nostrano. Colui che un tempo era un comico e un attore, e che oggi è IL blogger con velleità politiche mai ammesse, è oggi lì in bella mostra nientepopodimenoche sulla copertina del prestigioso settimanale dell’intellighenzia Usa.
Beppe Grillo viene senza mezzi termini definito Il Michael Moore italiano. Il giornalista, Tom Mueller, è evidentemente affascinato dal fenomeno Grillo.

L’Udeur si appella a Napolitano, mentra la signora Mastella viene accolta da applausi e cori

Clemente Mastella
Mentre Sandra Lonardo, moglie dell’ex Ministro della Giustizia Clemente Mastella, arriva per il suo interrogatorio di garanzia di 15 minuti, accolta da applausi e cori, infuria la polemica nell’arena politica.
Lei si difende, definendo l’indagine falsa e sottolineando: Mai minacciato o tentato di coartare la volontà di chicchessia. Uno striscione la accoglie, davanti alla procura di Santa Maria Capua Vetere: Libera Sandra, liberi tutti.
Nel dibattito, si analizzano a toni accesi il ruolo della magistratura, la sua difesa, e le sue presunte colpe. La scelta di delegittimare l’operato della magistratura è irresponsabile poiché può solo generare sfiducia nelle istituzioni e attentare alle basi della convivenza civile: l’Associazione Nazionale Magistrati ha preso posizione oggi, al termine di una riunione, contro gli attacchi ai giudici. Attacchi a profusione, attacchi dall’alto, attacchi pesanti, attacchi con eco: attacchi legati al Mastella & Consorte Affaire.

Mastella, l’Udeur, YouTube e il Governo. Storia di un ricatto

Ricatto
A dirla tutta, era banale e scontato. Solo ieri, nel commovente intervento alla Camera, Clemente Mastella, tra una ricostruzione di cospirazione e un pensiero strappalacrime alla moglie, confermava le sue dimissioni da Ministro della Giustizia MA promettendo al Governo l’appoggio esterno dell’Udeur. Certo, metà dell’Udeur è indagato – hanno arrestato l’Udeur, titolava Beppe Grillo sul suo blog – ma insomma la parola appoggio è pur sempre la parola appoggio. Quanto meno, non vuole dire, in italiano corrente, remare contro. Et voilà.
Nella notte, qualcosa sarà cambiato. O meglio, la difesa di Mastella appare ora molto irritata. Giudicati da una macchietta che sta su You Tube. Questo il feroce attacco dell’ormai ex Guardasigilli al giudice che sta indagando su lui e sulla moglie, Sandra Lonardo. Contemporaneamente, il nuovo Ministro della Giustizia ad Interim, tale Romano Prodi, si sta dando da fare nel suddetto dicastero, dicendo ai sottosegretari: Dobbiamo velocizzare i processi.
L’Udeur, dall’alto della sua ragionevolezza e memore dei messaggi e delle promesse di ieri, minaccia: O lunedì si vota una mozione a favore di Mastella o è crisi.

Mastella e il Governo. L’ultima cena

ultima cena
Per la mia dignità, per la mia onorabilità, perché non voglio sentirmi della casta: con queste drammatiche parole, Clemente Mastella conferma le sue dimissioni. Se ne va. Basta, caput. Niente più Ministro della Giustizia indagato.
Commosso, in lacrime, in partenza, lascia Palazzo Chigi assicurando al Governo – che in verità ha da temere il subire il colpo – l’appoggio esterno dell’Udeur. Indagato mezzo Udeur – ma promette appoggio ponendo ben precise condizioni. Saremo esigenti, non come prima, accettando compromessi. Che genere di compromessi? Malignamente, verrebbe da pensare: parliamone, di questa faccenda dell’Udeur mezzo indagato.
Nobilmente se ne va, esortando gli italiani ad avere fiducia nella magistratura. Troppo grande la gaffe di ieri? Troppo manipolabile la difesa che prevedeva l’accusa dei magistrati? Ecco la specifica: fiducia, italiani, ma di quella seria, non di quei Gip che prima arrestano, e poi dichiarano la propria incompetenza territoriale.

Mayday, mayday. Giustizia: Mastella, indagato, (non) si dimette. E sua moglie è ai domiciliari

Naufragio
L’Italia, che bel Paese. Ha ancora paura dell’Inquisizione – ed è ancora in assoluta balia del potere spirituale – e da oggi ha anche un Ministro della Giustizia con la consorte agli arresti domiciliari.
La moglie di Clemente Mastella, Sandra Lonardo, è stata arrestata per tentata concussione. Mi dimetto, getto la spugna: Mastella è visibilmente provato. Attacca il giudice che ha predisposto l’arresto, definendo la donna un ostaggio.
Queste le parole utilizzate nel discorso alla Camera. E’ la prima volta, confesso, che in vita mia ho paura.
Prodi, però. non ci sta: ha respinto le dimissioni. Il Parlamento – spiega il ministro dei Rapporti con il Parlamento gli ha chiesto di restare, spero che questo convinca il ministro.