Storie da Transatlantico. Prodi ci dorme su


Transatlantico


Prodi passa alla Camera, con 326 sì e 275 no. E si sapeva. Ora. Il futuro è aperto.


La politica del Paese, ad essere idealisti, si fa non nelle retrovie torbide e nascoste degli intrighi di Palazzo, nè esplicitamente all’interno delle due aule del Parlamento.


La politica italiana – così racconta la leggenda – si fa nel Transatlantico.


Il transatlantico, il salone posto all’estremo dell’aula dove sostano i parlamentari negli intervalli delle sedute, deve il suo nome alla illuminazione a plafoniera, caratteristica delle navi transoceaniche. Durante le impomatate visite al Palazzo, gli addetti, in verità di una cordialità ormai unica e introvabile altrove, spiegano pazientemente alle orde fi turisti con cappellino che quello è il luogo reale in cui si prendono le decisioni per il futuro del Paese. Il luogo del gossip, delle anticipazioni, dei commenti non istituzionale. Insomma, della verità.

Sarà anche la presenza del fastoso bar dei parlamentari. Qui i cronisti si mettono a cacciare le notizie e gli scoop. Beni che non esistono più. Da qui, i giornalisti parlamentari tentano le loro dirette al cardiopalma in situazioni drammatiche come quella di queste ore.


Saranno le voci di transatlantico quelle che ora rendono la home page del Corriere diversa da quella di Repubblica. Il primo dà la partita ancora aperta. Il secondo l’ha già chiusa e vede Romano arrampicato sul Colle del Quirinale. In verità, la sensazione è cha a Romano il free climbing non attiri affatto e che preferisca la passeggiata in bicicletta a Palazzo Chigi, pregevole hobby da continuare.


E le ipotesi possibili sono due. O la parola berlusconiana è Verbo, e Romano Prodi è pervicacemente attaccatto al potere, oppure due calcoli se li sarà fatti. Oppure ancora – rettifico, tre scenari possibili – spera nel miracolo.


Resta il fatto che per il momento il Professore ha deciso di dormirci su. Dopo aver incassato la fiducia della Camera, ha rimandato ulteriormente il free climbing al Quirinale. Sperando che nella notte a qualche senatore appaia in sonno Nostra Signora della maggioranza. Rettifico. Mentre si scrive, anche Repubblica passa al Prodi possibilista.


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