Primarie USA: Quello che i repubblicani pensano

Ne ho parlato spesso negli articoli degli ultimi giorni, la lotta democratica sta completamente spaccando a metà l’opinione pubblica a stelle e strisce, dividendo gli elettori democratici non più tra sostenitori di Obama e di Hillary, quanto tra quelli che pensano che potrebbe vincere Obama e quelli che pensano che alla fine la spunterà la Clinton.

Così dopo una campagna elettorale italiana, dove si sono tartassati gli elettori con tutte le storie sul voto utile e affini, ecco che negli Stati Uniti, senza aver bisogno di suggerimenti dall’alto, hanno compreso quanto un voto possa essere utile. Lo è perchè anche un solo punto percentuale può risultare decisivo nel computo dei delegati.

Questo è il pensiero democratico, naturalmente condizionato dal fatto che la gara è ancora aperta, anzi ancora più aperta, specie dopo il colpaccio, seppur previsto, della Clinton in Pennsylvania che ha ridotto ulteriormente lo svantaggio.

In realtà così possiamo sapere “solo” quello che una metà degli Stati Uniti d’America pensa, ma l’altra metà, invece cosa fa? La risposta per quanto scontata non è poi così semplice, ovvero resta a guardare.

La vittoria di McCain, infatti, è stata raggiunta ormai da mesi quindi per il candidato repubblicano i problemi sono dovuti al fatto di mantenere alto l’hype attorno a sé al fine di evitare che al momento decisivo gli americani si dimentichino di lui.

Oltre a questo, come avviene anche in tutti gli altri paesi ed in tutte le campagne elettorali senza esclusioni di colpi che si rispettino, naturalmente il Team McCain ha anche pensato bene di attivare una campagna elettorale contro la fazione democratica. Di principio era sorta la fatidica domanda: “Ok andare contro i democratici, ma quale dei 2?”

Nessun lancio della monetina per rispondere a questo quesito, ma una certezza quasi assoluta. Sarà Barack Obama il candidato democratico alle presidenziali per la Casa Bianca. Una risposta che porta con sé, almeno per quanto possa vederla io, alcuni dubbi: scegliere Obama perchè è effettivamente il più forte, oppure perchè è il candidato più manovrabile e quindi l’avversario più semplice da battere?

Così da giorni la contro-propaganda elettorale repubblicana vede manifesti che inneggiano contro Obama, contro la sua persona, che riprendono le sue gaffe e il suo passato troppo spesso ostentato come da santo (a livello politico naturalmente), ma che nasconde delle grosse macchie di “sporco”.

In questo scenario Hillary non può che ringraziare e proseguire la corsa verso Indiana e North Carolina. Con la speranza che la metà democratica faccia la cosa giusta.

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