Telebavaglio: Storace e la casa di Montecarlo

Francesco Storace a tutto tondo. Proprio dal suo partito è stata presentata la denuncia in merito all’eredità della contessa Colleoni, a Monterotondo e della quale faceva parte la celeberrima casa di Montecarlo dove vive oggi Giancarlo Tulliani, fratello di Elisabetta, compagna del presidente della Camera Gianfranco Fini.

Non è gossip, assicura Storace. Non parlo di Elisabetta ma di Fini: quel patrimonio apparteneva ad una comunità.

Buona visione della nuova puntata di Telebavaglio, in onda su Current e sul sito del Fatto Quotidiano.

Pd, morte Sarfatti: il cordoglio della politica

Riccardo Sarfatti è deceduto nella notte tra giovedì 9 e venerdi 10 settembre in seguito a un incidente stradale. L’architetto, nonchè esponente del Partito democratico (figura di spicco dell’area limbarda, nel 2005 sfidò alle regionali Roberto Formigoni collezionando una sconfitta assai dignitosa che gli fruttò il 44 per cento delle preferenze) lascia la moglie e i tre figli che hanno saputo della tragedia qualche ora dopo.

Il settantenne stava rincasando dpo aver preso parte alla festa di partito in svolgimento nel capoluogo meneghino: nello specifico, si era recato al Palasharp per ascoltare, in prima fila, l’intervento di Walter Veltroni prima di rientrare.

Mancavano venti minuti alle due quando l’auto di Sarfatti, in località Termezzo, è sbandata sfondando il guard rail e finendo nelle acque del lago di Como che circondano quel tratto viabilistico. Gli attimi immediatamente successivi li hanno raccontati alcuni testimoni, i quali hanno parlato della difficoltà di Sarfatti a uscire dall’abitacolo per l’impossibilità di liberarsi della cintura di sicurezza.

A nulla è valso il tentativo di un giovane di prestare soccorso tuffandosi nel lago: la vettura, infatti, si è inabissata e ha trascinato con sè il politico. Le cause sono tuttora da chiarire: tra le ipotesi, anche quella di un improvviso malore.

Florida 11/9, pastore Jones: “Corano in fiamme”

L’undici settembre è alle porte. Il nono dall’attentato che – Torri Gemelle distrutte, migliaia tra morti e feriti, America colpita al cuore – ha cambiato le sorti del mondo. Oltre ai 19 dirottatori dei 4 aerei di linea, vi furono 2974 vittime (la maggior parte delle quali, civili) e 24 dispersi. Lo si ricorderà – questo passaggio indelebile della storia – in maniera differente, con richiami appositamente studiati, in ogni angolo del pianeta.

Eppure stavoilta, tra le miriadi di lezioni di civiltà che ne scaturiranno, si rischia di incappare in un inconveniente spiacevole e – già pervenute le minacce del caso – in grado di minare i precari equilibri tra occidente e oriente. Tutto nasce da un dato – ovvero, la probabile costruzione di un centro islamico in Ground Zero a New York (quindi, sui luoghi dell’attentato); ogni cosa è riconducibile a una persona: il pastore della Florida, Terry Jones.

Volto asciutto, baffi e barba che richiamano quelle degli sceriffi anni ’50, determinazione da vendere: ci provassero, ha detto in sintesi, a costruire una Moschea proprio lì: “Il punto è che dobbiamo smettere di piegarci alla volontà altrui. In certe aree del nostro paese abbiamo perso la spina dorsale. Abbiamo fatto troppe concessioni“. Quindi, l’idea: in occasione dell’anniversario dell’attentato di nove anni fa, Jones utilizzerà il simbolismo per mettere in chiaro il proprio pensiero e quello di molti americani: gli basteranno un Corano e un accendino per bruciare il libro Sacro.

Sabina Guzzanti all’Aquila – Diretta

Draquila – L’Italia che trema verrà proiettato stasera all’Aquila. Dopo la proiezione, al via un dibattito con la regista Sabina Guzzanti, che si annuncia molto “caldo”: lei è agguerritissima, dicono. Sopra la diretta video da ilfattoquotidiano.it. Si parte dopo le 22.

Sul palco l’onorevole del Pd Gianni Lolli, Stefania Pezzopane, ex presidente della provincia dell’Aquila, Gianfranco Cerasoli, responsabile della Uil Beni culturali, Giusi Pitari, esponente dei comitati aquilani e animatrice del blog Trentottosecondi, Angelo Venti, direttore di Site.it e giornalista di Libera, Antonello Ciccozzi, docente di Antropologia culturale all’Università degli studi dell’Aquila.

La7, Mentana Tg record. L’Infedele: Lerner-Gheddafi-Berlusconi, spot per la nuova stagione – VIDEO

Nel piattume generale, emergere non è neppure molto difficile. Prima riflessione a introdurre l’elemento incontrovertibile per cui, nella sfida tra emittenti – Rai, Mediaset, La7 – a colpi di auditel, pare davvero che la creatura più giovane abbia incanalato una via che promette successo di ascolti.

Gran parte del merito va a Enrico Mentana che, tornato a fare il giornalista televisivo (in veste di direttore dell’informazione della rete), ha fatto presto a mettersi in tasca i vari Augusto Minzolini e Clemente Mimun. Che gli stanno ancora davanti per numero di telespettatori calamitati davanti al rispettivo tiggì ma sui quali comincia a comparire l’ombra dell’ex Rai e Mediaset.

Tornato alla conduzione del telegiornale, infatti, Mentana ha collezionato numeri da record: il trend continua a essere in crescita, le punte massime hanno registrato oltre 4 milioni di spettatori sintonizzati su La7 per lasciarsi informare dal 55enne milanese. Un ascolto medio di oltre 2 milioni di persone, lo share è arrivato a sfiorare il 10 per cento.

Berlusconi a Bossi: “Quindici giorni per fare fuori i finiani”

La nuova sfida di Silvio Berlusconi è quella di convincere Umberto Bossi a rinunciare al voto anticipato e optare per la prosecuzione dell’attuale percorso esecutivo. La promessa del Premier, in tal senso, ha assunto sfaccettature e connotati dettagliati: quindici giorni – dice il fondatore del PdL – per assicurarci una nuova maggioranza parlamentare che non tenga più conto dell’apporto di Futuro e Libertà.

In sostanza, dice Berlusconi, “riuscirò a garantire stabilità senza dover contare sui finiani che, a quel punto, faranno quello che gli pare senza tenere in scacco il Governo“. Il banco di prova è rappresentato dal 28 settembre, giorno in cui il Presidente del Consiglio si recherà nell’emiciclo per chiedere la fiducia sul programma.

Dovesse fallire anche questo tentativo – in sostanza – allora Berlusconi cederebbe alle pressioni della Lega Nord e, tra la presa d’atto e le elezioni anticipate, il passaggio sarebbe breve, immediato, necessario. Stavolta, tuttavia, l’accondiscendenza del Senatur potrebbe anche non bastare: troppi gli elementi che portano Bossi a ritenere urgente e irrinunciabile il voto immediato, non ultimo la sensazione che – in caso di tenuta momentanea – non si farebbe che prolungare l’agonia. Rimandandola senza riuscire a risolvere il problema.

Napoli (Fli): “Le prostitute della politica” – AUDIO. Putiferio, poi le scuse

Angela Napoli è nel novero dei parlamentari eletti nelle file del Popolo delle Libertà e trasmigrati in Futuro e Libertà: membro della Commissione parlamentare Antimafia, da qualche anno vive sotto scorta per l’impegno a contrastare la criminalità organizzata.

Ha fatto della lotta alla legalità sostenuta (quantomeno nella teoria) con intransigenza da Gianfranco Fini un cavallo di battaglia irrinunciabile: quando c’è stato da scegliere in che schieramento proseguire il proprio operato politico, non ha avuto dubbi. E l’ex An si è accodata ai finiani.

In tal senso, è da qualche mese al centro di polemiche politico-istituzionali nè più nè meno di Italo Bocchino e degli altri sostenitori della linea programmatica del Presidente della Camera ma un’intervista concessa oggi a Claus Davi le ha fruttato le prime posizioni delle home pages dei maggiori siti nazionali.

Che avrà mai detto? Effettivamente, il senso delle frasi pronunciate dalla Napoli è tale da provocare una reazione veemente. Dice la dirigente scolastica parlando delle ex colleghe di partito (PdL): “Non escludo che senatrici o deputate siano state elette dopo essersi prostituite“.

Bossi – Di Pietro: “ELEZIONI”

Le dichiarazioni di Umberto Bossi e Antonio Di Pietro, pur differendo in maniera notevole nella forma e nei contenuti, portano allo stesso obiettivo: elezioni anticipate. Lega Nord e Italia dei Valori hanno dalla loro il supporto dei sondaggi, che danno entrambe le forze politiche in crescita di consensi, e vivono l’attuale crisi dell’esecutivo nella convinzione che un processo di appianamento delle divergenze in corso sia oramai impensabile.

Il leader di IdV, intervenuto in chat a repubblica.it analizza lo stato delle cose e non risparmia critiche feroci ad alcuna componente del centro destra, puntando il dito anche sul Presidente della Camera – Gianfranco Fini – per un atteggiamento da leggersi come cerchiobottista: “Berlusconi e Bossi devono andare al Colle ma per dimettersi. Non hanno la loro maggioranza, hanno tradito il mandato ricevuto dagli elettori. Hanno fatto solo leggi personali e per la cricca, e oggi se ne accorge anche Fini. Il presidente della Camera fa il mio stesso discorso la differenza è che io sto all’opposizione, mentre lui riconferma la fiducia a Berlusconi. Ecco perché non gli faccio sconti“.

Iran – Sakineh, lapidazione sospesa

Tam tam, manifestazioni, appelli, proclami, richieste ufficiali e – soprattutto – l’incessante presenza di una società civile unita, compatta, determinata. Sposare un obiettivo – quello di salvare la vita di Sakineh Ashtiani (43 anni e madre di due figli), condannata a morte con la formula della lapidazione dal Governo dell’Iran per il reato di adulterio – in nome di un riferimento imprescindibile e universale – quello dei diritti umani. Capita spesso (l’ultimo caso che viene in mente è quello del Presidente della camera, Gianfranco Fini) di fare ricorso all’espressione “tanto rumore per nulla” al fine di indicare la staticità di un evento. Che non evolve.

Invece stavolta tanto clamore (ci eravamo lasciati alla punizione di 99 frustate che sarebbe stata eseguita qualche giorno fa) pare sia servito per un piccolo (o grandissimo, diranno gli sviluppi) passo in avanti: l’annuncio odierno, per bocca di un portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Ramin Mehmanparast, è che la lapidazione nei confronti di Sakineh è stata sospesa. “Il verdetto riguardo la vicenda di tradimento extraconiugale è stato bloccato ed è stato sottoposto a revisione”.

Telebavaglio: Pd, io speriamo che me la cavo

La nuova puntata di Telebavaglio, in onda su ilfattoquotidiano.it e su Current, canale 130 di Sky, fa le pulci al Partito Democratico. Ospite della redazione del Fatto Quotidiano e di Carlo Tecce e Stefano Feltri – nonché di un’agguerritissima ragazza di 18 anni, Roberta Covelli, attivista di Qui Milano Libera, è Nicola Latorre, dalemiano e piddino pugliese.

A sorpresa, apre a Nichi Vendola: “è una risorsa imprescindibile per noi”. La priorità resta comunque quella di cacciare Berlusconi. E si dice non della stessa opinione di Piero Fassino, che ha definito squadristi i contestatori di Schifani. Anche se sul presidente del Senato non si bottona.

Fini risponde a Mentana – VIDEO

Provate a dirlo, a Gianfranco Fini, che la presidenza della Camera è diventato un problema politico tale da giustificare la richiesta di Silvio Berlusconi e Umberto Bossi – inoltrata al Presidente della repubblica – di risolvere l’inghippo.

Vi risponderebbe nella stessa maniera in cui ha deciso di farlo a La7, ospite nella serata di martedì 7 settembre del telegiornale diretto da Enrico Mentana: “Tanto rumore per nulla: da Napolitano non ci andranno perché dimostrerebbero di essere degli analfabeti in diritto costituzionale. Nessuno può indurre quelle dimissioni. Se vedranno il presidente della Repubblica sarà per parlare della situazione politica e questo mi sembra ben doveroso. Nessuna dimissione a meno che non si dimostri che sono venuto meno all’unico dovere che ha il presidente della Camera, ossia rappresentare la Camera e assicurare il buon andamento dei lavori“.

Se il patrimonio della Sinistra sbarca ad Atreju

La notizia è a pagina 6 del Corriere della Sera di oggi. Ed è di quelle che fanno fare (ad alcuni) un salto sulla sedia. “I giovani ex An puntano su Guccini e De Gregori”. Non si può fare a meno di leggerla. Lo staff di Atreju, la Festa nazionale della Giovane Italia – dei giovani del Pdl, organizzata da Giorgia Meloni ed ex festa dei giovani di An – che partirà domani a Roma, ha scelto, tra le altre, due canzoni. E due artisti, di conseguenza. Viva l’Italia di Francesco De Gregori, e  Dio è morto di Francesco Guccini.

Il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, spiega: “Ho solo visto i titoli. E ho preso quelli che si abbinavano meglio ai temi delle tavole rotonde. Perché, Viva l’Italia è antifascista? Ma non lo sapevo. Comunque a me il contenuto non interessa. Non credo che nè Berlusconi né De Gregori si offendano. E che, allora se io sono di destra non devo sentire Guccini? E poi non so, magari nel caso del premier non la metteremo… Ma davvero, nessun problema”.

Qui il testo di Dio è morto, e qui quello di Viva l’Italia.

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Pollica, omicidio Vassallo: l’Antimafia indaga, Napolitano chiede chiarezza

Trafitto il cuore, centrato il petto, aperta la gola. Angelo Vassallo, ucciso con una quantità imprecisata di colpi di pistola (proiettili calibro 9×21: si dice siano arrivati nove colpi ma non si ha ancora certezza in tal senso) nelle prime ore della serata di domenica 5 settembre, di mestiere faceva l’imprenditore nel settore ittico e conciliava la sua attività con quella di Sindaco di Pollica, comune del cilentino in provincia di Salerno.

Di rientro a casa (ubicata ad Acciaroli, piccola frazione del comune), non ha fatto in tempo a scendere dalla macchina (Audi Grigia, trovata con il freno a mano tirato) per evitare la ferocia del/degli aggressore/i. Morto sul colpo in seguito a quella che ha assunto sempre più – col passare delle ore, dei minuti, con l’intensificarsi delle indagini – le fattezze di una vendetta (o una punizione) di stampo camorristico.

PRIME RIFLESSIONI. 57 anni dei quali gli ultimi 5 da primo cittadino – esponente del Partito Democratico, a cui tuttavia non risparmiava critiche – contraddistinti da una attività incessante rispetto a tematiche quali legalità, rispetto ambientale, autosostentamento economico del comune di appartenenza attraverso l’investimento turistico.

Si parte da qui – l’impegno morale e civico volto al rispetto della legalità – per trovare una motivazione e riempire di contenuti un omiciio che rientra ancora nei casi irrisolti. Il Pubblico Ministero Alfredo Greco, cui erano state affidate le indagini (prima che la competenza diventasse dell’Antimafia), fa il punto della situazione: “Esecuzione cattiva con troppi colpi per un omicidio. Negli ultimi tempi era preoccupato e mi teneva costantemente informato sugli sviluppi di alcune vicende. Era un uomo che si batteva contro l’illegalità, sempre in prima linea. Quando accadeva qualcosa di particolare sul suo territorio, me lo segnalava“. Vassallo, quindi, era per la comunità cilentina un riferimento importante: simbolo di giustizia, fautore di legalità.

Arcore, Berlusconi – Bossi a Napolitano: “Fini non sia più Presidente della Camera”

E’ il primo passo verso le elezioni: a novembre (difficile) o a marzo, quando il bell’assist garantito dalle amministrative consentirebbe di prendere due piccioni con una fava. Il vertice di Arcore tra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi si è concluso con una linea strategica che – pur avendo le urne quale momento decisivo – passa attraverso l’estremo tentativo al fine di scongiurare la tornata elettorale.

Nel corso dell’incontro tenutosi ad Arcore, le dichiarazioni dell’on. Gianfranco Fini sono state unanimemente giudicate inaccettabili. Le sue parole sono la chiara dimostrazione che svolge un ruolo di parte ostile alle forze di maggioranza e al governo, del tutto incompatibile con il ruolo super partes di presidente della Camera“: il da farsi è sancito. Richiesta di incontro con Giorgio Napolitano per chiedere che si interfacci con la terza carica istituzionale e lo convinca a lasciare la Presidenza della Camera: “Il presidente Berlusconi e il ministro Bossi nei prossimi giorni chiederanno di incontrare il presidente della Repubblica per rappresentargli la grave situazione che pone seri problemi al regolare funzionamento delle istituzioni“.