Roma per Sakineh: VIDEO – GALLERY

La conta spiccia dice che a Roma, davanti all’ambasciata iraniana – erano più di un centinaio i presenti per protestare nei confronti della sanzione capitale con cui lo Stato ha di fatto accorciato l’esistenza di Sakineh Mohammadi Shtiani, 43 anni, colpevole di adulterio. La realtà è che, idealmente, attraverso le forme che a ciascuno competono e gli strumenti a disposizione, nella Capitale ci stavamo tutti.

Di fianco a esponenti privi di bandiere ma presenti in nome dei diritti universali dell’uomo si sono registrate le presenze politiche trasversali di Verdi, Pd, Sinistra e libertà, il Presidente della comunità ebraica romana (Riccardo Pacifici), Giovani Socialisti, Italia dei Valori, Prc/Federazione della sinistra, Sottosegretari (nello specifico, quello all’Attuazione del programma di governo, Daniela Santanché: “E’ un impegno bipartisan. L’Iran è un regime che non mette in campo i diritti umani, quindi è doveroso impegnarsi tutti insieme“), rappresentanti dell’opposizione iraniana e della Resistenza dei Mujaheddin del popolo.

Tra le frasi incise su carta per esternare l’obiettivo e palesare l’intento, ne spiccano un paio: “Ecco la democrazia in Iran: pietre, prigioni, censura“, “Salviamo Sakineh, fermiamo le pietre“. L’esecuzione della donna dovrebbe avvenire attraverso lapidazione: motivo per il quale dirimpetto all’edificio che accoglie l’Ambasciata è stato collocato un pupazzo raffigurante una donna interrata a cui hanno fatto da cornice pietre dipinte di rosso e mescolate a pallottole di carta.

L’impegno dei Governi di tre quarti di mondo si protrae da tempo: non è stato da meno quello dell’Esecutivo tricolore nè quelli locali che hanno ubicato gigantografie della donna sulla facciata di Palazzo Chigi, Campidoglio e Palazzo Valentini. Da rimarcare, le parole del primo cittadino di Roma, Gianni Alemanno, che ha anch’egli preso netta posizione in difesa di Sakineh Mohammadi Shtiani: “Questa piazza è il cuore di Roma. Da qui sono partiti i messaggi di libertà e giustizia. Non è pensabile che una giovane donna per un reato minore venga lapidata e uccisa. L’impegno deve essere quello di sostenere – tutti – questa iniziativa“.

Photocredits: repubblica.it

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