Omicidi bianchi sul lavoro. Altro che emergenza sicurezza

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Troppo spesso si è sentito parlare di emergenza sicurezza negli ultimi mesi qui in Italia. Emergenza extracomunitari, emergenza comunitari ma non troppo, emergenza rom. La tv, usata come un gladio contro l’invasore, amplifica a dismisura ogni crimine commesso da un clandestino. Quello che è stato creato in Italia è un vero e proprio allarme sociale. Forse l’ennesima dimostrazione del potenziale bellico delle armi di distrazione di massa in mano al tycoon dell’editoria, come lo chiamavamo fino a qualche anno fa.


Intendo dire che tutto è cambiato, l’ordine delle priorità insomma sembra diverso. Già, perchè a mia memoria, fino ad un paio di mesi fa, in piena bagarre elettorale, l’intero palinsesto televisivo era popolato da testimonianze di cittadini che non ce la facevano più ad arrivare a fine mese. Prodi li aveva stritolati ed il vampiro Visco aveva completato il lavoro.


Abbiamo sentito dire non arriviamo alla quarta settimana, poi pian piano si è scesi alla terza…e meno male che è caduto Prodi perchè altrimenti le tv adesso forse manderebbero immagini della Beirut primi anni 80 con la didascalia Roma. Il guaio è che ci avremmo creduto. Ma questa è un’altra storia.


Adesso, il problema del paese è la sicurezza e la privacy dei suoi cittadini, premier in testa naturalmente. Ebbene, c’è una buona notizia. In Italia per 4,7 persone al giorno è scampato il pericolo rom e il fastidio di essere intercettati. Perchè? Semplicemente perchè muoiono sul posto di lavoro.


Pochissimi dati estratti dall’ultimo rapporto sulla sicurezza diffuso dal Viminale che prende in esame l’anno 2006 e confronta tutti i dati relativi al contrasto e prevenzione dei crimini in Italia. Numeri. Che dicono chiaramente come gli omicidi siano in netto calo, in linea col trend inaugurato da qualche anno. Furti in appartamento e furti d’auto, dato più basso degli ultimi vent’anni. Tendenza invertita invece per i borseggi e furti in esercizi commerciali che nel 2006 hanno toccato i massimi livelli dal 1999.


Si aggiunga, a doverosa precisazione, che il rapporto si apre con un’avvertenza: confrontare tra loro i dati di soli due anni consecutivi genera un errore prospettico in grado di pregiudicare la buona lettura dei dati; questi andrebbero invece valutati nell’ottica di un trend lungo, almeno ventennale, per potere estrapolare giudizi di valore più puntuali sulla sicurezza in Italia.


Ma torniamo all’argomento degli omicidi bianchi sul lavoro, perchè di omicidi si tratta, continuando a dare i numeri. Dicevamo, quasi 5 morti al giorno in media sul posto di lavoro. Categoria più colpita gli edili, e più generalmente il mondo del lavoro operaio. I sei catanesi trovati abbracciati a Mineo in una vasca di depurazione sono solo l’ennesima tappa del macabro giro d’Italia che da Torino arrivando in Sicilia lascia sul terreno più morti di una guerra.


Altri numeri. Cinquecento omicidi l’anno, centoventimila poliziotti sul territorio. Una cittadina di medie dimensioni, ecco diciamo Prato. Milleduecento omicidi bianchi, settecento ispettori del lavoro. Una minuscola località balneare d’inverno, che ne so, Scilla. Che spesso non dispone dei fondi necessari neanche a mettere benzina per recarsi nei cantieri a vigilare. Per non parlare di quelle zone del paese in cui, benzina a parte, ragioni di opportunità – mettiamola così – suggeriscono agli ispettori metodi più “sicuri” per portare a casa lo stipendio.


Minacce subite ad ogni verbale da stilare, bombe carta all’entrata degli uffici dell’Ispettorato, testimonianze da “terzo mondo” in fatto di sicurezza sul lavoro. E noi che facciamo? Mandiamo l’esercito nelle città metropolitane. Limitiamo le intercettazioni telefoniche. Ci rechiamo volontari a mangiare la spazzatura rimasta per le strade di Napoli. Tanto, come ho sentito dire ieri alla fermata del tram da una distinta signora “i morti sul lavoro ci sono sempre stati”.


E di questo passo saranno sempre più.

3 commenti su “Omicidi bianchi sul lavoro. Altro che emergenza sicurezza”

  1. i soldati per strada, chi devono difendere?
    i soldati per strada, chi devono intimorire?
    i soldati per strada, chi devono aizzare?

    e i soldati nei cantieri, a vigilare sul padrun da li beli braghi bianchi?
    mica male. (da già, ça va sans dire: foera li palanchi, foera li palanchi…)

    e i soldati nella sede di confindustria?
    mah, li vedo più probabili davanti alle sedi sindacali.

    come un sol uomo.

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