Report, una poltrona per due

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Report andrà in onda stasera, domenica 18 ottobre, alle 21.30 su Rai Tre. La puntata di oggi si intitola ”Una poltrona per due” di Sabrina Giannini.

Ecco la Sinossi:
L’incredibile storia di una concorrenza sleale nella civile Romagna che ha portato i poltronifici italiani sull’orlo di una crisi che non ha nulla a che vedere con l’attuale crisi finanziaria. Infatti gli artigiani italiani sono stati sostituiti da imprese cinesi che applicano prezzi dimezzati e insostenibili per chi rispetta le regole. L’inchiesta svela i punti oscuri di una delocalizzazione dentro il territorio italiano dove controllori e associazioni non hanno fatto il loro dovere consentendo il graduale insediamento di imprenditori cinesi che, in Romagna come in molte altre zone produttive italiane, fanno spesso uso di manodopera clandestina oppure pagata in nero.

Il buco di Catania

Catania. Il secondo comune della splendida terra siciliana ha una storia tutta speciale. Che stasera Report vi racconterà. Una storia non troppo mediaticamente coperta.

Il programma di Milena Gabanelli torna stasera sulla terza rete Rai, e non si smentisce. Comincia la sua nuova fase di viaggi nella Penisola e nelle sue beghe proprio dalla bella Catania, con un servizio ad opera dell’instancabile Sigfrido Ranucci. Parte da Catania e dal luminare professore Umberto Scapagnini. Scapagnini è molto più di un preparatissimo dottore: è colui al quale il nostro Premier, Silvio Berlusconi, affida la sua forte e inattaccabile salute. E a Catania ha lasciato un buco di bilancio che supera i 360 milioni di euro, insieme a un indebitamento complessivo di un miliardo. A occhio e croce.

Comune di Catania chiuso per bancarotta, o quasi

Una storia tutta italiana, quella di Catania e della sua amministrazione comunale degli ultimi anni, targata Forza Italia. Il sindaco della città fino a pochi mesi fa era Umberto Scapagnini, medico personale del premier Silvio Berlusconi (!). Una storia italiana dicevamo, e per raccontarla abbiamo selezionato una serie di lanci di agenzia dell’ultimo anno che fotografano impietosamente quello che sta succedendo nella “Milano del sud”, cuore commerciale della Sicilia di Raffaele Lombardo, non a caso ex presidente della Provincia proprio a Catania.
I debiti della città siciliana sfiorano il miliardo di euro. I fornitori dell’amministrazione aspettano pagamenti per centinaia di milioni. Risultato? Strade buie, spazzatura ammucchiata agli angoli di molte strade, mute di cani che si aggirano per le vie centrali della città. E poi vigili senza benzina, scuole “sfrattate” per il ritardo nel pagamento dell’affitto dei locali. Da settembre saranno a rischio persino gli stipendi dei dipendenti comunali. In tutto questo, il neosindaco, Raffaele Stancanelli (AN), ha fatto di recente costruire due stabilimenti balneari sulla spiaggia di piazza Europa, per complessivi 300.000 euro: sequestrati perchè abusivi.
Ma torniamo ai lanci di agenzia. La denuncia risale a meno di un anno fa, periodo in cui l’allora deputato del Pdci Orazio Licandro cominciava la sua battaglia al fine di dare la necessaria visibilità ad uno degli esempi più crudi di cattiva amministrazione della cosa pubblica. A poche settimane dalle ultime elezioni politiche la decisione dei reggenti di Comune e Provincia di “lasciare”: per loro rispettivamente un posto a Montecitorio e la presidenza della Regione Sicilia.

Omicidi bianchi sul lavoro. Altro che emergenza sicurezza

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Troppo spesso si è sentito parlare di emergenza sicurezza negli ultimi mesi qui in Italia. Emergenza extracomunitari, emergenza comunitari ma non troppo, emergenza rom. La tv, usata come un gladio contro l’invasore, amplifica a dismisura ogni crimine commesso da un clandestino. Quello che è stato creato in Italia è un vero e proprio allarme sociale. Forse l’ennesima dimostrazione del potenziale bellico delle armi di distrazione di massa in mano al tycoon dell’editoria, come lo chiamavamo fino a qualche anno fa.
Intendo dire che tutto è cambiato, l’ordine delle priorità insomma sembra diverso. Già, perchè a mia memoria, fino ad un paio di mesi fa, in piena bagarre elettorale, l’intero palinsesto televisivo era popolato da testimonianze di cittadini che non ce la facevano più ad arrivare a fine mese. Prodi li aveva stritolati ed il vampiro Visco aveva completato il lavoro.
Abbiamo sentito dire non arriviamo alla quarta settimana, poi pian piano si è scesi alla terza…e meno male che è caduto Prodi perchè altrimenti le tv adesso forse manderebbero immagini della Beirut primi anni 80 con la didascalia Roma. Il guaio è che ci avremmo creduto. Ma questa è un’altra storia.
Adesso, il problema del paese è la sicurezza e la privacy dei suoi cittadini, premier in testa naturalmente. Ebbene, c’è una buona notizia. In Italia per 4,7 persone al giorno è scampato il pericolo rom e il fastidio di essere intercettati. Perchè? Semplicemente perchè muoiono sul posto di lavoro.

Tutte le donne del Cavaliere

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Bravi ma basta! Si era detto ieri che, vera o falsa che fosse la notizia della candidatura di Aida Yespica, non sarebbe stata l’ultima e che sicuramente ne avremo viste ancora delle belle, è vero. Ok, la campagna elettorale bonsai richiede massima sintesi di forma e contenuti, messaggi chiari e volti nuovi. Ma di questo passo tra una settimana qui si rischia di commentare la discesa in campo del Gabibbo.
Sforziamoci di essere seri, nei limiti concessi dalla situazione.
E cerchiamo di fare ordine. I fatti. Metti che ieri hai comprato Il Foglio (!). Tranquillo, è un esempio. Nella prima delle quattro pagine che lo compongono, di spalla, tra Il noir delle elezioni in Sicilia e Il nostro caos calmo, in cui si cerca di spiegare il perché della lista pro-life (già, perchè?), ti saresti trovato di fronte a questo:

Chi l’ha vista fare la capriola, nuda, nella vasca idromassaggio del Grande Fratello 3 sa che è tutto uno scherzo: Angela Sozio, la rossa, candidata nelle liste del Popolo della Libertà, no. Non può essere vero

E invece, a meno di smentite, stavolta sembra vero. Cercate di avere reazioni contenute, comunque. Intanto, nel giorno del grande tradimento di Aida che, dimostrando di averci preso gusto oggi ha laconicamente dichiarato:”Mi candiderei per Veltroni”, il Cavaliere, che ieri a Matrix si è definito di di larghe vedute, si consola facendo il pieno di candidature femminili.

Berlusconi: Aida, come sei bella…

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Questa proprio non ci voleva. Non ne va bene una al Cavalier Berlusconi in questo avvio di campagna elettorale. Prima il no di Storace, poi il sofferto addio con Casini. E ora l’ennesima doccia fredda:

Io con il partito di Berlusconi? No, non mi candido.

Nossignore, non stiamo parlando di Ciriaco De Mita, 44 primavere e spiccioli di carriera (altro che Maldini) una vita da mediano, non nuovo in verità al cambio di casacca, e da poche ore svincolato a parametro zero, o quasi. A parlare, udite udite, è Aida Yespica, sì avete capito bene, quella del Bagaglino. Insomma, per dirla con L’Onorevole Cetto Laqualunque, Cchiu ppilu pe tutti!
Dopo Mara Carfagna, Gabriella Carlucci ed Elisabetta Gardini, l’asso di Berlusconi Yespica è rimasto incastrato nella manica. La showgirl si è affrettata nel pomeriggio di ieri a smentire la notizia al sito Affari Italiani, precisando, a futura memoria dell’ufficio casting:

Non sono neanche cittadina italiana…

Prima ancora della smentita, persino il Presidente Cossiga non era riuscito a trattenersi. Il Picconatore a vita, da vecchio conoscitore delle regole del gioco, aveva scoperto il bluff di Berlusconi, ricordando che la signorina Yespica è cittadina venezuelana. D’altronde come biasimare il Cavaliere… In molte altre occasioni il giochetto aveva funzionato.

Sicilia: La “Caporetto” di Silvio?

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Il neonato, giovine, fresco Popolo della Libertà sta esprimendo i suoi primi vagiti. Vagiti un po’ difficoltosi. Silvio Berlusconi sarebbe anche pronto a far partire in pompa magna la sua campagna elettorale. Ma ci sono ancora un paio di imperfezioni da aggiustare. Un paio di dettagli.
Uno di questi si chiama Affaire Sicilia. Sembrava una faccenda risolta, o quanto meno rientrata. E invece la questione si riapre: il forzista Gianfranco Micciché si rifiuta, continua a rifiutarsi, di ritirare la sua candidatura alla Regione.

Raciti, un anno dopo

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E’ passato già un anno. Sembra ieri. Un anno fa il derby di calcio Catania-Palermo uccideva, causa scontri triviali, l’ispettore capo Filippo Raciti. Cerimonia oggi in suo onore. La sua città riunita nel dolore e nella rabbia, in un abbraccio di calore alla vedova, Marisa Grasso. Catania.
Un’occasione struggente allo stadio Angelo Massimino. A celebrare il ricordo il capo della polizia Antonio Manganelli, la vedova Marisa Grasso, il presidente della Figc, Giancarlo Abete e il questore etneo Michele Capomacchia.
Filippo Raciti è morto un anno fa per la stessa selvaggia violenza di cui era attore. Ucciso dalla violenza di questi tempi. Un anno fa è morto Filippo Raciti, ucciso da mano criminale che ha dato sfogo a una furia assassina e una violenza inaudita: queste le parole di Manganelli.