Napolitano non ci sta



Se quelle norme fossero state contenute nel decreto fin dall’inizio, non l’avrei firmato

Il Presidente della Repubblica Italiana, riporta correttamente Wikipedia, è il capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale, come stabilito dalla Costituzione italiana. Viene eletto dal Parlamento e dura in carica sette anni.


Giorgio Napolitano è stato eletto il 10 maggio 2006. Dicendo queste parole:

Non sarò in alcun momento il Presidente solo della maggioranza che mi ha eletto; avrò attenzione e rispetto per tutti voi, per tutte le posizioni ideali e politiche che esprimete; dedicherò senza risparmio le mie energie all’interesse generale per poter contare sulla fiducia dei rappresentanti del popolo e dei cittadini italiani senza distinzione di parte


Oggi il Presidente della Repubblica si è adirato. Con qualcuno in particolare.

Silvio Berlusconi ci dovrà convivere – o Napolitano dovrà convivere con berlusconi, ma insomma, siamo lì – fino almeno al 2013.


Bipartisan? Col fischio. Sintonia? Ma dove? Qui piuttosto siamo di fronte al primo conflitto istituzionale della legislatura. Napolitano si adirò un tantinello. Prima con il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta. Poi con il Ministro della Difesa Ignazio La Russa.



A Napolitano non è piaciuta molto la sorpresa dei due emendamenti presentati al Senato. Quelli di questi giorni, che porterebbero, tra una cosa e l’altra, ad un congelamento, chiamiamolo così, processi tra cui quelli che riguardano il presidente del consiglio. Il quale Presidente del Consiglio era ieri pronto ad utilizzare l’arma che più gli è congeeniale, la TELEVISIONE, per parlare al popolo. Ecco l’articolo di Repubblica.


Vi ricorda qualcosa? Che mancanza di originalità, sì.


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