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Pizzicone 26 Gennaio 2008 il 15:37
Con Prodi al governo ho cominciato ad apprezzare Berlusconi, forse per la speranza di veder cadere il primo, forse perchè il tempo addolcisce i ricordi e la nebbia si insinuava nella mia mente non permettendomi di vedere con chiarezza i grandi errori del passato. Fatto sta che speravo in una caduta del governo e che Berlusconi potesse darmi una mano. Ora però, sono deluso ancor prima di ricominciare, in quanto, nessun italiano obiettivo potrebbe negare che la riforma elettorale non è solo auspicabile, ma necessaria.
Come si fa a sostenere che questa italia (senza il maiuscolo) è governabile, dando la possibilità a micropartiti di decidere il nostro futuro? E perchè dovrebbe essere giusto che io non possa decidere chi mi rappresenti?
Potevo capire il non ammettere che quella legge fosse assurda nei primi mesi dalla creazione della stessa, quando ancora non se ne erano notati con chiarezza i difetti, ma non ammetterlo adesso, è soltanto ipocrisia.
Credevo che non mi sarei più riavvicinato alla sinistra, ma in questo momento l’unico politico con un pò di buon senso mi sembra Veltroni, che seguirò però solo se avrà il coraggio di rendersi indipendente dalla sinistra massimalista, e sarà in grado di dimostrare che la sua retorica non è solo retorica.
Sbrighiamoci però, non siamo più uno stivale, qui al massimo è rimasta la scarpetta.
Angela Gennaro 27 Gennaio 2008 il 16:34
@ Pizzicone. Non saprei, io invece provo per Veltroni quello che deve aver provato tutto il popolo della sinistra per Prodi. Un disegno preconfezionato e senz’anima creato ad hoc e in risposta alle creazioni della controparte. Preferivo Prodi, ha più storia. Ha anche più storia mafiosa, ma tant’è. Qui, con Veltroni, non è che si possa gioire per contro di un vago abbassamento di età nella politica italiana. Non so, quell’uomo mi sembra inesistente. Un politico senz’anima. Un fantoccio, neanche troppo bello. Ed è una vita che la sinistra non è in grado di trovare un leader carismatico. Dall’altra parte, quando sono carismatici le sparano anche grosse. Ogni spessore politico è perso, e Silvio è passato addirittura ad invocare la marcia su Roma.