Mirabilia all’italiana

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Dunque, facciamo un attimo il punto. Per il caso della povera Meredith (chissà, forse era una smorfiosa, colpa suprema che le avrebbe portato la morte per punizione) è stato chiesto l’ergastolo per Raffaele Sollecito e per Amanda Knox. Nel frattempo Bruno Vespa, che non può più fare modellini sulla casa di Cogne, li fa sulla casa di Garlasco. Che altro?

Ah. Brenda, la trans del caso Marrazzo, è morta, per i pm è omicidio, Massimo D’Alema non è Mister Pesc. Che il profilo del Financial Times abbia fatto effetto? Contemporaneamente Gianfranco Fini rilancia sugli stranieri, proferisce la parola “stronzo”. Anche Calderoli parla, ma non proferisce la stessa parola: ne richiama solo il significato. Il Fini, a prescindere, fa prove implicite di matrimonio con Luca Cordero di Montezemolo. Tante sono le cose che sono state messe a bollire in pentola, in Italia. Tante le faccende già messe in pentola, e già bruciate. Tante finiranno in pentola nel futuro. Ma nulla di tutto questo è per noi. Per noi, perché la nostra vita continua immutata, perché la crisi, per noi, non è passata. Perchè la quotidianità è faccenda dimenticata, lassù. Ci pensavo camminando ieri sera per Lecce.

Non certo di rilevanza nazionale il mio weekend qui, pure mi ha fornito un paio di spunti di riflessione. Più che altro una storia.

Passeggiando per le belle viuzze della città, ci siamo imbattuti in un personaggio, che costituisce forse in pieno il profilo dell’italiano medio. Come noi.Un amico di famiglia: quattro figli sparsi per l’Italia e un posto in banca. Un ottimo posto in banca – per questo, si dovrebbe collocare un tantino più in alto della media.

“Allora come stai, che racconti?”. “Nulla di positivo”. Un uomo normale, dal viso molto fine. Un uomo che trema. Parla e trema, ti guarda e trema, si guarda intorno e trema. Quasi fossero micro-convulsioni. “Sai che c’è? Fino a un anno fa, in banca, eravamo sei capi servizio. Ora, data la crisi e i tagli del personale, sono rimasto solo io. A fare il lavoro di tutti e sei. Sono entrato in filiale stamattina alle otto meno un quarto”. E ne era appena uscito. Alle otto meno un quarto, di sera però. Tremando. “Ma ora mi sono scocciato. Se le cose non cambiano, chiederò, per la prima volta in 34 anni, di passare il Natale a casa”. Richiesta proibitiva?

Chiedo, una volta lasciato il signore, sorridente nonostante tutto, come mai tremasse così. “Non lo so, ma lo fa ormai da molto”. Sarà un neanche tanto vago esaurimento? Crisi passata, tutti contenti, insomma. Anche i migliaia di aneddoti del genere.

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