Piani di rilancio per la Popolare di Bari

Banca popolare di Bari politicalive

Il Gruppo Banca Popolare di Bari, il più grande gruppo bancario autonomo del Centro e Sud Italia, con impegno e determinazione sta affrontando adeguatamente i rapporti con i propri soci e i clienti.

Popolare di Bari sta preparando un nuovo piano industriale per rilanciare l’Istituto e un contestuale aumento di capitale, nonostante le turbolenze che si sono addensate sul settore bancario.

Negli ultimi anni, il quadro normativo incerto non ha aiutato il settore delle banche popolari, creando un periodo non sereno.

In merito alla complessa interpretazione della riforma, dopo il pronunciamento della Corte Costituzionale, il Consiglio di Stato ha deciso di adire la Corte di Giustizia dell’UE per ottenere i necessari chiarimenti sui due temi maggiormente controversi: la soglia degli attivi e il diritto al rimborso per i soci in caso di trasformazione.

Oltre due anni per decidere sulla riforma e ciò ha avuto delle ripercussioni sul settore delle popolari che sono, da sempre, maggiormente vicine ai tessuti produttivi in cui operano.

In questo contesto turbolento gli istituti di credito cercano di affrontare le leggi attualmente vigenti.

Popolare di Bari si sta adeguando al panorama attuale e oltre al nuovo piano industriale, a breve la Banca si attiverà per deliberare un irrobustimento del patrimonio.

Banca Popolare di Bari: sospesa da Corte d’Appello multa Consob

Banca Popolare di Bari: sospesa da Corte d'Appello multa Consob

Sospesa la multa comminata alla Banca Popolare di Bari dalla Consob. La decisione arriva dalla Corte d’Appello di Bari che ieri ha comunicato che le sanzioni sono sospese.

La vicenda è iniziata con l’approvazione di due delibere da parte della Consob in merito a presunte violazioni riscontrate presso la Banca Popolare di Bari nei periodi tra il 2014-16. La Consob dopo aver riscontrato le violazioni ha multato i vertici della Banca.

L’approvazione delle delibere è avvenuta il 13 settembre e i dettagli sono stati resi noti nelle settimane scorse dai giornali.

Di fronte alle contestazioni e sanzioni, la Banca Popolare di Bari ha risposto con un dettagliato elenco in cui illustra la sua posizione e smonta punto per punto le contestazioni della Consob.

Tra le tante precisazioni, la Popolare di Bari sottolinea come la Consob non abbia “bloccato la vendita di azioni”, oltre ad evidenziare che il fenomeno dei “finanziamenti baciati non esiste e questo è confermato anche dalle risultanze delle approfondite verifiche effettuate nell’ispezione della Banca d’Italia”.

Inoltre la Banca Popolare di Bari, oltre a ritenere di non aver commesso alcuna violazione della normativa di vigilanza, ritiene di aver subito un provvedimento sanzionatorio da parte della Consob a fronte di aspetti tecnico/operativi già esaminati in passate ispezioni e, comunque noti alla Consob da molti anni e mai oggetto di rilievo.

Ieri la Corte d’appello di Bari ha disposto la sospensiva del provvedimento con il quale Consob ha multato i vertici della Popolare di Bari e l’istituto stesso, in qualità di responsabile amministrativo, per un totale di 1,95 milioni di euro.

La Corte d’appello ha così accolto, inaudita altra parte, l’impugnazione dell’istituto. Nelle prossime settimane il procedimento andrà avanti con la comparizione delle parti.

Banca Popolare di Bari alla Consob: operazioni corrette

Banca Popolare di Bari alla Consob: operazioni corrette

“La Consob non ha bloccato la vendita di azioni e le sanzioni sono state comminate solo a circa 20 esponenti ed ex esponenti e alla Banca stessa e si riferiscono a due distinti procedimenti”. Risponde così la Banca Popolare di Bari dopo le notizie apparse sui giornali relative a procedimenti sanzionatori deliberati da Consob nei confronti dell’istituto creditizio.

La Banca barese precisa inoltre che le sanzioni ammontano a 1,8 milioni e non a 2,6 milioni come riportato dai giornali.

La posizione della Popolare di Bari è chiara, non ci sta ad essere attaccata e respinge i riferimenti erronei riportati dalla stampa. “La Banca esprime anzitutto sorpresa e rammarico – afferma Banca Popolare di Bari – per la diffusione, con dovizia di particolari tuttavia estrapolati rispetto a un contesto generale ben più ampio, di informazioni riservate riferite a rapporti diretti tra l’Autorità e l’intermediario vigilato”.

L’elenco delle precisazioni da parte della banca barese è piuttosto lungo e mostra come la Banca abbia sempre portato avanti “operazioni corrette”. A sostenere questa tesi anche i contenuti delle verifiche curate dalla Banca d’Italia, concluse a settembre del 2016 e notificate nei primi mesi del 2017, che hanno avuto tutte un esito positivo.

“In merito ai procedimenti sanzionatori deliberati da Consob – scrive in un comunicato Banca Popolare di Bari -, già il bilancio 2017 della Banca (relazione e nota integrativa) informava dell’avvio, da parte di Consob, di tre distinti procedimenti, a seguito degli esiti dell’ispezione sui servizi di investimento condotta da Banca d’Italia, su mandato della stessa Consob, tra giugno e novembre 2016. Peraltro la Banca aveva subito una ispezione sui servizi di investimento a inizio 2016, con esiti che possono essere ritenuti positivi e che avevano pertanto rassicurato la Banca sulla sostanziale correttezza delle proprie prassi operative”.

Un altro aspetto che la Banca chiarisce sono i cosiddetti “finanziamenti baciati”. “Il fenomeno dei “finanziamenti baciati” – dice la Popolare di Bari – non esiste e questo è confermato anche dalle risultanze delle approfondite verifiche effettuate nell’ispezione della Banca d’Italia. Le indagine interne hanno autonomamente rilevato un numero molto contenuto di fenomeni che la Banca stessa ha ritenuto di evidenziare, come peraltro riportato anche nel fascicolo di bilancio 2017. I 10 fenomeni, come detto rilevati dalla Banca, si rapportano ad oltre 16.000 operazioni perfezionate nell’ambito dei due aumenti di capitale. Non è inoltre vero che tali operazioni riguardavano soggetti con profili di rischio non adeguato”.

Anche sugli aumenti di capitale 2014 e 2015, finalizzati all’operazione di acquisizione del Gruppo Banca Tercas, la Banca afferma che: “sono stati messi a punto a seguito di un costante confronto e interlocuzione con le Autorità di Vigilanza e condotti assumendo tutti i presidi previsti dalla normativa di riferimento, nella necessaria salvaguardia dei diritti di opzione riconosciuti dal codice civile”.

Questi ed altri chiarimenti mostrano come la Popolare di Bari abbia lavorato con correttezza e respinge le irregolarità di cui parla la Consob.

Due delibere sono state infatti approvate dalla Consob il 13 settembre, giorno delle dimissioni dell’ex presidente Mario Nava, in merito a presunte violazioni riscontrate presso la Banca Popolare di Bari nei periodi tra il 2014-16.

“La Banca – si legge infine nel comunicato -, ritenendo tali sanzioni non rispondenti ai comportamenti mantenuti nel tempo e pertanto ingiuste, intende continuare a far valere le proprie ragioni nelle sedi competenti”.

Intervista a Enrico Cerreto consulente patrimoniale

Intervista a Enrico Cerreto consulente patrimoniale
Enrico Cerreto consulente patrimoniale

Enrico Cerreto, Private Banker presso la sede di Napoli della Banca Fideuram, ci illustra la figura del consulente patrimoniale.

Dott. Enrico Cerreto quanto è richiesta oggi questa figura?

Oggi il consulente patrimoniale è una figura sempre più richiesta per conservare e trasmettere in modo ottimale le ricchezze di una famiglia e della sua storia. È una professione in continua evoluzione, ma rimane invariata la nostra mission che è quella di essere gli interlocutori di fiducia del cliente, prendendoci cura e proteggendo i suoi progetti di vita.

Che tipo di rapporto si instaura tra il professionista e il cliente?

Il consulente patrimoniale deve conoscere a fondo la storia e le dinamiche interne al nucleo familiare del cliente, in quanto non si può decidere di patrimonio, denaro e beni se non si parla prima di famiglia e rapporti. Tutti gli aspetti collegati ad una gestione patrimoniale e finanziaria ricadono o possono ricadere sulle generazioni future di quel cliente. Pertanto il consulente patrimoniale prende in considerazione il cliente all’interno del suo contesto familiare e professionale, proponendo soluzioni specifiche al fine di tutelarne il patrimonio, realizzare gli obiettivi prefissati e proteggerlo da eventi imprevedibili.

Vi sono qualità che bisogna possedere per svolgere la professione di consulente patrimoniale?

Le qualità sono professionalità, capacità di ascolto ed empatia. Sono tre elementi necessari per aiutare i clienti a trovare le migliori soluzioni in merito alle loro esigenze affinché siano raggiunti gli obiettivi finanziari che sono stati prefissati. Non bisogna trascurare il passaggio generazionale, a mio avviso di fondamentale importanza in questa attività.

C’è un’operazione finanziaria che ricorda?

Ricordo con orgoglio un’operazione finanziaria che si è verificata nel 2013. Muore un mio cliente non sposato e senza figli, il quale possedeva un patrimonio mobiliare da me gestito di circa 10 milioni di euro. Gli eredi erano 12 ed si trovavano sparsi in tutta Italia. Nonostante le difficoltà del caso, gli eredi sono diventati tutti miei clienti e il loro patrimonio, con grande soddisfazione, è aumentato.

Dott. Enrico Cerreto chi sono i suoi clienti?

Mi occupo di tutela, gestione e trasmissione di patrimoni. Ad oggi gestisco circa 110 clienti per un un patrimonio complessivo di circa 50 milioni di euro. La ricchezza finanziaria dei miei clienti ha una soglia minima di 500mila euro.

È pentito della strada che ha intrapreso?

Per niente. Questo lavoro ha cambiato in meglio la mia vita e la mia professionalità. Sin da bambino mi ha sempre affascinato il mondo della finanza ed inoltre a casa mia la parola ricorrente era “Banca”. Dopo la maturità classica, ho conseguito una laurea in giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli e a seguire ho studiato all’Imperial College Business School di Londra. Nel 1989 ho iniziato la mia attività bancaria presso la Citibank Italia di Napoli, divenuta Banco Ambrosiano Veneto fino al 2001. Oggi lavoro in Fideuram e mi occupo di tutela, gestione e trasmissione di patrimoni. Nel tempo ho ricoperto il ruolo di back office, addetto clientela retail, addetto clientela executive, estero merci, settorista aziende, direttore di filiale.

Mirabilia all’italiana

bandiera-italiana

Dunque, facciamo un attimo il punto. Per il caso della povera Meredith (chissà, forse era una smorfiosa, colpa suprema che le avrebbe portato la morte per punizione) è stato chiesto l’ergastolo per Raffaele Sollecito e per Amanda Knox. Nel frattempo Bruno Vespa, che non può più fare modellini sulla casa di Cogne, li fa sulla casa di Garlasco. Che altro?

Ah. Brenda, la trans del caso Marrazzo, è morta, per i pm è omicidio, Massimo D’Alema non è Mister Pesc. Che il profilo del Financial Times abbia fatto effetto? Contemporaneamente Gianfranco Fini rilancia sugli stranieri, proferisce la parola “stronzo”. Anche Calderoli parla, ma non proferisce la stessa parola: ne richiama solo il significato. Il Fini, a prescindere, fa prove implicite di matrimonio con Luca Cordero di Montezemolo. Tante sono le cose che sono state messe a bollire in pentola, in Italia. Tante le faccende già messe in pentola, e già bruciate. Tante finiranno in pentola nel futuro. Ma nulla di tutto questo è per noi. Per noi, perché la nostra vita continua immutata, perché la crisi, per noi, non è passata. Perchè la quotidianità è faccenda dimenticata, lassù. Ci pensavo camminando ieri sera per Lecce.