Sotto a chi tocca: Franco Marini


Napolitano Bertinotti Marini


Foto ricordo. Di un tempo ormai lontano, e che non sarà più. Silvio non sarà contento. Montezemolo lo è un po’ di più. Marini è una persona che stimo, una persona capace, che ha il senso del bene comune e del lavorare insieme. Altro non posso dire: queste le sue parole sull’ipotesi di un incarico al presidente del Senato da parte di Napolitano.


Ipotesi che si è avverata. Napolitano ha scelto Franco Marini. Lo scenario era già stato intravisto dalla maggior parte degli osservatori e dei commentatori: il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha conferito al presidente del Senato, Franco Marini, un incarico esplorativo per verificare le possibilità di consenso per una riforma delle legge elettorale e di un governo che se ne occupi.


Sembrava che Napolitano avrebbe preso più tempo per riflettere sull’intricato enigma. Invece, ieri ha terminato le consultazioni di rito con i leader politici e i presidenti emeriti della Repubblica, e oggi ha sentenziato.

La crisi della maggioranza di governo è avvenuta dopo che in Parlamento si erano aperti spiragli di dialogo per una riforma elettorale e per importanti riforme istituzionali. La modifica della legge elettorale è stata sollecitata da una richiesta di referendum dichiarata ammissibile dalla Corte Costituzionale. Considero mio dovere riservarmi un’adeguata valutazione e ponderazione conclusiva, che non va intesa come dilatoria. Ho fatto appello al presidente del Senato di verificare le possibilità di consenso su un preciso progetto di riforma elettorale e di un governo che sia funzionale all’approvazione di tale progetto. Questa la spiegazione di Giorgio Napolitano.


Franco Marini, subito dopo la caduta del Governo, aveva detto di non desiderare incarichi e di non spingere per investiture di sorta, facendo piuttosto trapelare una sana voglia alla voglioandareavivereincampagna. Oggi si ritrova a sua volta con un’ingarbugliata matassa da districare. Ha ringraziato vivamente il presidente della Repubblica. Aggiungendo: So bene che si tratta di un impegno gravoso, perché so che nelle attese dei nostri cittadini c’è un’attenzione forte alla modifica della legge elettorale. I tempi sono stretti, cercherò di trovare un punto di equilibrio tra le diverse esigenze. Impegnerò in questo compito tutta la mia determinazione. Cero, c’è da non invidiarlo.


La Cdl vuole il voto, e lo vuole subito. Elezioni, lasciandole gestire a Prodi, prospetta l’uomo di Arcore. Casini, dal canto suo, è il protagonista di un’epocale voltura che certo ha le sue ragioni e i suoi motivi strategici. In un primo momento, si era dichiarato favorevole ad un governo istituzionale. Poi, però, fa ritrovato la via delle alleanze. Anche Gianfranco Fini, da Parigi, ha chiesto nuovamente a Napolitano di sciogliere le Camere.


Agli antipodi, naturalmente, il centrosinistra, sostenitore di un governo che mettta almeno una toppa alla drammatica situazione del sistema elettorale.


Tocca a Marini, ora. Montezemolo, insieme al centrosinistra – e certo per ragioni differenti – è tra i pochi che ci spera.


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