Il Fantasma di Milosevic dietro la nuova Serbia

Tempo di elezioni in Serbia, che poco meno di due mesi fa, si è ritrovata a scegliere il suo presidente.

Allora fu Boris Tadic a vincere. Una vittoria che significo una fondamentale sterzata della Serbia in direzione Bruxelles e quindi Unione Europea.

Da quel giorno accadde un tira e molla continuo, sostenuto anche da una tensione particolarmente elevata, dovuta al fatto che il Kosovo, una regione della Serbia, si era dichiarato indipendente, sostenuto anche dalla comunità europea.

Il nano è tratto. E dice che ora non ha più scuse

nano
Il manifesto titola Il nano è tratto. Come di consueto, giocano con le parole. Il nano, adesso, si fa grave, mentre esce dall’in pectore.

Stavolta non abbiamo più scuse. Ci sono tutte le condizioni per fare. E se non faremo sarà solo colpa nostra. Se non faremo, saremo travolti

L’idillio, chissà. Chi può dirlo. Chi lo sa. Come si pone, oggi, l’italiano medio, di fronte a quel che l’è. Il nuovo Governo. La nuova direzione.

La popolarità è faccenda strana. Viene e va. Chiedetelo a Sarkozy. Viene e precipita, è fascinosa e bizzarra faccenda.
Il Silvio saggio.

Questo non può essere il governo del “sole in tasca”, ma quello dei “piedi per terra”

Ricordando al mondo che

La situazione del Paese è difficile, non c’è spazio per i facili ottimismi

E’ da quando ha vinto che mette le mani avanti.

Berlusconi’s team

Consultiamoci. Riparliamone, quindi consultiamoci.
Sono ripartite, durante la mattinata, le consultazioni del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per la formazione del nuovo governo al Quirinale.
Alleanza Nazionale un po’ di malumori ne ha. Ma Matteoli assicura che ogni problema verrà risolto in giornata. La prima delegatio a salir sul Col fu l’Udc. Poi Iddivvù, Lega Nord, Piddì, e Piddielle. Napolitano concluderà in gloria con i presidenti emeriti della Repubblica Francesco Cossiga, Oscar Luigi Scalfaro e Carlo Azeglio Ciampi. Nel pomeriggio, in tempo in tempo per il tè. In serata dovrebbe esserci il conferimento dell’incarico. Il parto plurigemellare, l’italico Godot.

Waiting for Godot

Berlusconi e Napolitano a colloquio. Poi le consultazioni. Ma arriva Calderoli:

La Lega avrà due ministeri con portafoglio, due senza e un viceministro

E’ più il rumore, che altro. In questa attesa, che sembra infinita, di conoscere i nomi che popoleranno le nostre menti da qui a… Cinque anni. Tutti e cinque. Attesa breve, eppure che non sembra potere avere fine. E di cosa? Sempre minore è il tempo per formare il benedetto esecutivo. L’in pectore, Silvio, insomma, è ottimista assai:

Sta andando tutto bene

Silvio, la mattinata se l’è passata sul Colle, per ben 50 minuti (questo cronometrare ha dell’assurdo). Face to face, vis à vis con Giorgio Napolitano. Nel pomeriggio, invece, è iniziata la prima giornata di consultazioni per la formazione del nuovo governo. Giuramento venerdì, si dice.

A volte ritornano: Bossi Ministro delle Riforme

Bossi

E’ andata come doveva andare. Io alle Riforme, Maroni all’Interno e Calderoli vicepremier

Ieri, il Nostro era trionfante. Un pomposo e signorile incontro in quel di Arcore (chissà com’è, l’interno della Villa) con il Nostro, l’altro, il Premier in pectore, Silvio Berlusconi.

Non mancavano: Giulio Tremonti e Sandro Bondi, Roberto Maroni e Roberto Calderoli. Il parto delle nuvole pesanti ha dato il seguente prodotto (ma il risultato non cambia, no): Bossi alle Riforme, Calderoli Vice Presidente del Consiglio. Luca Zaia, già vicepresidente leghista del Veneto, Politiche agricole.

E’ una squadra di governo che nasce sulla base di un programma, non sulla spartizione di poltrone. Le persone giuste al posto giusto indipendentemente dalla provenienza

Parola di Calderoli. Quasi commoventi.

Requiem per la Sinistra Arcobaleno

arcobaleno
La Sinistra L’Arcobaleno (ignota, ai più, la ragione di quegli assurdi articoli nel nome di battaglia) è morta. Viva Rifondazione. La Sinistra L’Arcobaleno è durata, sì e no, un mese e mezzo, prima di passare a miglior vita. Un’esistenza breve, ma in qualche modo storica: passerà alle cronache future come la lista, il simbolo, l’idea, il progetto politico che ha catapultato fuori dal Parlamento Italiano la sinistra.
Il grande assente è Faustino. Fausto Bertinotti. Un uomo, una storia, e ben controversa, per alcuni. Alle elezioni primarie del 16 ottobre 2005 per la scelta del candidato premier della coalizione dell’Ulivo alle elezioni politiche del 2006, vinse Prodi, ma Bertinotti arrivò secondo, con la bellezza di ben 631.592 voti, cioè il 14,7% dei consensi. Una campagna elettorale diversa, tra le prime, in Italia, interattive. Era basata sullo slogan Voglio…. Attraverso internet o post-it i cittadini potevano completare lo slogan. Mettendo il complemento oggetto. Cosa volevano dal centrosinistra.
Bertinotti ha abbandonato così.

La mia vicenda di direzione politica termina qui, purtroppo con una sconfitta […] Lascio ruoli di direzione, farò il militante. Un atto di onestà intellettuale impone di riconoscere questa sconfitta come netta, dalle proporzioni impreviste che la rendono anche più ampia

Veltroni e la sconfitta

A Sinistra non parlano di sconfitta. Boselli ha parlato di

cedimento strutturale della sinistra italiana

Dando poi la colpa dei risultato socialista a Veltroni.

E’ che negli ambienti, la parola sconfitta è un tantinello dura da pronunciare. Massimo Giannini, su la Repubblica, il 18-04-2008 ha intervistato Uolter.

Segretario, in questo amaro day-after elettorale c´è una parola chiave che lei non ha ancora pronunciato

Sindacati: afterhours & afterMarx. Montezemolo affonda

Verranno giorni duri. Verranno momenti e operazioni dure. Per tutti. Anche per i sindacati. Perchè, dopo l’esplosione del caso Alitalia e soprattutto il loro ruolo all’interno della stessa, i sindacati sono esplicitamente sotto accusa. Sono entrati nell’agenda delle critiche, quella dell’opinione pubblica, che purtroppo può toccare livelli assai superficiali.
Giulio Tremonti disse:

From Marx to market

Parlava di cambiamenti, di globalizzazione, di rivoluzioni lunghe e silenziose – e dalla direzione non condivisa. Perchè qualcosa è cambiato. E ieri Montezemolo l’ha messo nero su bianco.

Gli operai sono più vicini a noi che ai sindacati

Parola di Luca Cordero di Montezemolo, mentre dice (sono mesi che questo rito è in corso, ma certo è storico) addio alla presidenza della Confindustria.

Berlusconi-Bossi, come andrà a finire?

bossi berlusconi

Ci saranno misure impopolari

Che, insomma, si pone sulla falsariga dell’altrettanto simpatico Verranno tempi duri. Non gli si potrà certo dire che non ci aveva avvisato… Silvio Berlusconi, al termine del vertice con i leader di Pdl, Lega e Mpa a Palazzo Grazioli parlò così.

Silvio è forte. Molto forte. Ha una maggioranza schiacciante, su ambo i Rami del Parlamento. I nuovi miracoli li può tenere lì, come una promessa non necessariamente da mantenere. E di nuovo si potrà ricordare che, anche in campagna elettorale, lui l’aveva detto.

riforme necessarie che avranno anche contenuti di impopolarità

Quindi zacchete sui

privilegi e dalle spese nella pubblica amministrazione

E la Lega. La Lega e la sua grande forza, donatale dal popolo sovrano.

E il Messia (Berlusconi) disse: Verranno tempi duri

Pensare che l’attacco del video è meglio dei Radiohead nel loro periodo migliore. Avevo visto una vignetta, in questi giorni. Di Altan.

Berlusconi dice che verranno tempi duri

Risposta

E se lo dice lui…

Verranno tempi duri, ci ripete anche oggi. Sono già tempi duri. E il Messia mette le mani avanti.

Alcune considerazioni sulla terza Repubblica

austerlitz-716040.jpg
Il risultato del voto politico di domenica e lunedì non ha semplicemente, come segnalato da più parti, sancito il ritorno al potere dell’immarcescibile Cavaliere. L’esito del voto ha scatenato un vero e proprio cataclisma politico.
Innanzitutto ha segnato il definitivo superamento della II Repubblica e del suo bipolarismo di cartapesta, inaugurato quindici anni fa e raramente dimostratosi all’altezza della situazione. Una situazione anomala, a cui si era tentato di rimediare con il referendum maggioritario del ’93, per ridurre la frammentazione di partiti, e che ha invece prodotto l’effetto contrario, trasformando le due coalizioni in veri e propri cartelli elettorali.
Contenitori di consenso incapaci di trovare una sintesi programmatica al loro interno, incapaci di fare “reggere” i governi degli ultimi anni, incapaci di rispondere alle esigenze dell’elettorato che li ha sistematicamente bocciati. In una parola, incapaci.

Lega sitter? Ecco il Berlusconi III

berlusconi
Come Napoleone. Il Berlusconi III è arrivato. Da subito, è proprio lui.

Mamma quanta gente, sembra quasi che abbiamo vinto le elezioni…

In ritardo, il Berlusconi III si scusa:

Ma sapete com’è, da stamani non faccio che ricevere gradite telefonate dai massimi leader europei e internazionali

L’hanno chiamato in tanti. Willfred Martens, leader del Ppe. Hans Gert Poettering, (nome da Pollyanna, invece no), il Presidente del Parlamento Europeo. E lui, il belloccio, il marito di Carlà Brunì. Pardon, Sarkozy. Poi il Re, Juan Carlos. Gordon Brown. Angela Merkel. E gli amici, dove li mettete gli amici:

e poi ovviamente Bush e Putin che giovedì sera sarà qui a cena

Legge 459 del 27 dicembre 2001, ovvero Legge Tremaglia

Tremaglia
Legge 27 dicembre 2001, n. 459. Norme per l’ esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all’ estero . La legge è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 4 del 5 gennaio 2002. Legge contraddittoria, per i suoi effetti, per l’attuale ricezione delle forze politiche – trasversalmente, è unanime la consapevolezza che, quantomeno tecnicamente, vada cambiata. L’opinione pubblica italiana si è accorta della sua esistenza solo nel 2006, primo anno in cui ha avuto modo di essere posta in essere.
Anno 2006: gli italiani scoprono che a decidere la vittoria del centro sinistra al senato sono stati i senatori eletti all’estero. Ed è quanto meno anomalo, bisogna ammetterlo. Per quanto la causa principale del fenomeno sia da rinvenire nel Porcellum, e non nella Tremaglia di per sè.
La 459/2001 ha però portato al paradosso di vedere il centro destra delegittimare in ogni modo la suddetta vittoria di due anni fa. Rosicchiata, risicata dal centro sinistra, che forse neppure se l’aspettava. Il centrodestra ha cominciato a criticare, mettere in dubbio, appunto delegittimare il voto all’estero degli italiani, per l’effetto avuto. Peccato che la legge abbia un chiaro stampo e un’ispirazione chiaramente di destra, e il suo creatore sia proprio Mirko Tremaglia.

Legge 81 del 25 marzo 1993, ovvero la legge elettorale per comuni e province

election_day_1865_small1.jpg
Come molti di voi avranno notato dal numero spropositato di manifesti elettorali presenti nelle città (a proposito, ma non sarà il caso di smetterla con questo spam elettorale?!?), oggi e domani non si voterà solo per il rinnovo del parlamento nazionale. Il dimissionario ministro dell’interno, Giuliano Amato, ha comunicato ufficialmente che il 13 e 14 aprile sarà “Election Day”, si voterà cioè per le elezioni politiche e per le amministrative comunali e provinciali.
Fa eccezione la Sicilia nella quale, in virtù dello statuto speciale, le amministrative 2008 non saranno svolte in contemporanea alle politiche. Il Governo Regionale della Sicilia non ha ancora deciso la data per le consultazioni locali. Oltre che per le politiche e le amministrative, si andrà alle urne per il rinnovo dei consigli regionali in Valle d’Aosta, in Friuli Venezia Giulia ed in Sicilia dopo le dimissioni del governatore Cuffaro.
La legge 81 del 25 marzo 1993 inserisce per la prima volta l’elezione a suffragio universale del sindaco e del presidente della provincia.
Tradotto, si vota il sindaco o presidente della provincia esprimendo direttamente la preferenza sul candidato scelto. A seconda poi della popolazione residente nel comune di appartenenza, ci troveremo di fronte ad un sistema maggioritario o proporzionale.