World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 25 giugno 2008

Ore 01:10. La notte è fonda ormai, così mentre il silenzio avvolge la mia casa e tutto ciò che la circonda mi appresto a presentarvi gli argomenti principali trattati dai giornali internazionali. Da “Il Caimano” allo Zimbabwe di Mugabe tutti gli argomenti, qui nella Rassegna Stampa Internazionale di Politicalive.

Rassegna Critica – Vengo dopo il Tiggì. E l’opposizione?

Dunque. Qui, a occhio e croce, c’è l’ennesimo conflitto istituzionale in corso.
Di clima disteso non se ne parla più, o almeno, non se nee parla proprio. Il Tempo titolava oggi

E meno male

Non nel loro senso – nel senso della Copia Omaggio di cui tappezzano la città. Ma un fondo di verità c’è.

Vediamo cosa ci dicono i nostri. I titoli del Tg1 delle 13.30 di oggi. Il primo, quel che interessa in questa sede:

Decreto Sicurezza, passa al Senato la norma sospendi-processi. L’opposiziona lascia l’aula. La maggioranza: “Pd succube di Di Pietro”

Rassegna Critica – Vengo dopo il Tiggì. Scontro politico

Ecco la lettera che ieri Silvio Berlusconi ha inviato a Renato Schifani, e che Renato Schifani ha voluto leggere al mondo tutto, nell’aula del Senato. In tempi di Lodo Schifani Redux.

Caro Presidente, come Le è noto stamane i relatori senatori Berselli e Vizzini, hanno presentato al cosiddetto ‘decreto sicurezzà un emendamento volto a stabilire criteri di priorità per la trattazione dei processi più urgenti e che destano particolare allarme sociale. In tale emendamento si statuisce la assoluta necessità di offrire priorità di trattazione da parte dell’Autorità Giudiziaria ai reati più recenti, anche in relazione alle modifiche operate in tema di giudizio direttissimo e di giudizio immediato. Questa sospensione di un anno consentirà alla magistratura di occuparsi dei reati più urgenti e nel frattempo al governo e al Parlamento di porre in essere le riforme strutturali necessarie per imprimere una effettiva accelerazione dei processi penali, pur nel pieno rispetto delle garanzie costituzionali. I miei legali mi hanno informato che tale previsione normativa sarebbe applicabile ad uno fra i molti fantasiosi processi che magistrati di estrema sinistra hanno intentato contro di me per fini di lotta politica. Ho quindi preso visione della situazione processuale ed ho potuto constatare che si tratta dell’ennesimo stupefacente tentativo di un sostituto procuratore milanese di utilizzare la giustizia a fini mediatici e politici, in ciò supportato da un Tribunale anch’esso politicizzato e supinamente adagiato sulla tesi accusatoria. Proprio oggi, infatti, mi è stato reso noto, e ciò sarà oggetto di una mia immediata dichiarazione di ricusazione, che la presidente di tale collegio ha ripetutamente e pubblicamente assunto posizioni di netto e violento contrasto con il governo che ho avuto l’onore di guidare dal 2001 al 2006, accusandomi espressamente e per iscritto di aver determinato atti legislativi a me favorevoli, che fra l’altro oggi si troverebbe a poter disapplicare. Quindi, ancora una volta, secondo l’opposizione l’emendamento presentato dai due relatori, che è un provvedimento di legge a favore di tutta la collettività e che consentirà di offrire ai cittadini una risposta forte per i reati più gravi e più recenti, non dovrebbe essere approvato solo perchè si applicherebbe anche ad un processo nel quale sono ingiustamente e incredibilmente coinvolto. Questa è davvero una situazione che non ha eguali nel mondo occidentale. Sono quindi assolutamente convinto, dopo essere stato aggredito con infiniti processi e migliaia di udienze che mi hanno gravato di enormi costi umani ed economici, che sia indispensabile introdurre anche nel nostro Paese quella norma di civiltà giuridica e di equilibrato assetto dei poteri che tutela le alte cariche dello Stato e degli organi costituzionali, sospendendo i processi e la relativa prescrizione, per la loro durata in carica. Questa norma è già stata riconosciuta come condivisibile in termini di principio anche dalla nostra Corte Costituzionale. La informo quindi che proporrò al Consiglio dei ministri di esprimere parere favorevole sull’emendamento in oggetto e di presentare un disegno di legge per evitare che si possa continuare ad utilizzare la giustizia contro chi è impegnato ai più alti livelli istituzionali nel servizio dello Stato. Cordialmente, Silvio Berlusconi

Napolitano non ci sta

Se quelle norme fossero state contenute nel decreto fin dall’inizio, non l’avrei firmato

Il Presidente della Repubblica Italiana, riporta correttamente Wikipedia, è il capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale, come stabilito dalla Costituzione italiana. Viene eletto dal Parlamento e dura in carica sette anni.

Giorgio Napolitano è stato eletto il 10 maggio 2006. Dicendo queste parole:

Non sarò in alcun momento il Presidente solo della maggioranza che mi ha eletto; avrò attenzione e rispetto per tutti voi, per tutte le posizioni ideali e politiche che esprimete; dedicherò senza risparmio le mie energie all’interesse generale per poter contare sulla fiducia dei rappresentanti del popolo e dei cittadini italiani senza distinzione di parte

Oggi il Presidente della Repubblica si è adirato. Con qualcuno in particolare.

Rassegna Critica – Vengo dopo il Tiggì. Lodo Schifani e dintorni

Si torna a parlare di Lodo Schifani. Si torna? Qualcuno ci spiega? Di nuovo nell’aria, e al centro del dibattito (?) politico una norma dichiarata incostituzionale nell’ormai lontano 2004.
A volte ritornano? Una sapiente rielaborazione della stessa potrebbe tornare? Urgente il desiderio di comprendere.
Tre bambini tra i sei immigrati dispersi a largo di Malta. Un sabotaggio i rifiuti ospedalieri con tracce di radioattività . Esercito nelle strade, la norma sarà nel decreto sicurezza. Polemiche sul cosiddetto Lodo Schifani. Sentiamo cosa ci dice il Tg1 di oggi, ore 13.30, tra una vigilia di Italia-Francia e l’altra.

World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 16 giugno 2008

Ore 01:48. Torna, dopo un giorno di riposo eccezionale, la Rassegna Stampa Internazionale che ogni giorno cerca di tenervi compagnia qualche minuto, prima di dover andare definitivamente a lavorare. Una chiusura eccezionale dovuta la fatto che il sottoscritto sta provando, anche visto il “bellissimo” tempo che c’è in provincia di Milano, a migrare verso lidi più assolati, ma con risultati pessimi. Così, dopo esserci fatti tutti insieme un po di fatti miei, ecco a voi la prima rassegna stampa settimanale, quella di lunedì 16 giugno 2008.

Rassegna Critica – Vengo dopo il Tiggì, da Guantanamo

Mentre Bush era in viaggio per le bellezze del Belpaese, un giochetto non da poco gli è stato giocato in terra patria.
Probabile non se lo aspettasse. Quando il gatto non c’è, i topi ballano? Non esattamente, perchè la notizia arriva dopo, naturalmente, un lungo processo e percorso. Un iter che coinvolge una tra le più ustionanti patate bollenti di Giorgio e dei suoi.
Quanto ne sapete, voi? O meglio: quanto vi hanno detto i Nostri (Studio Aperto, Tg1, Tg2, Tg3, Tg4, Tg5)? La notizia in questione, del 12 giugno, è passata in un unico grande calderone, un codazzo melmatico all’interno della cronaca del viaggio del Presidente degli Stati Uniti in Europa, e soprattutto in Italia. E proprio mentre George cominciava la sua due giorni italica, la Corte Suprema degli Stati Uniti d’America svergognava, costituzionalmente parlando, Guantanamo. Una cosetta così, che è diventata un trafiletto, un sunto di una frase nei nostri telegiornali.

World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 12 giugno 2008

Ore 01:34. Sicurezza. E rispetto. Sembrano questi gli unici desideri dei cittadini di tutto il mondo, quindi europei ed extraeuropei, o almeno questo è quanto traspare dalle prime pagine dei giornali della nostra rassegna che, come ogni notte (per voi giorno, fortunati voi) mi appresto ad illustrarvi.

World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 09 giugno 2008

Ore 01:09. L’eco dell’abbandono di Hillary Clinton dalle primarie democratiche si fa ancora sentire in alcuni paesi del vecchio continente, ma come spesso è usanza la domenica, ma ancor più in particolare nel weekend, l’attività politica tende spesso a stabilizzarsi e a concentrarsi sui piccoli problemi nazionali che ogni stato possiede. Poche le notizie riprese da tutti i quotidini a parte le vicende sportive di Euro 2008, ma quello è un altro discorso (ma a tal proposito un bel FORZA ITALIA per questa sera non me lo toglie nessuno). Tutto questo mentre il caro-petrolio impazza in tutta Europa quasi fosse una nuova malattia…

Piazza del Dissenso. E dissenso sia

Notizia da Articolo 21 Liberi di. Furio Colombo, del Partito Democratico, Giuseppe Giulietti, Italia dei Valori, e Francesco Pancho Pardi, sempre Italia dei Valori.
I tre, in fondo, devono aver capito l’inghippo di massa che sta alla fonte del fenomeno Beppe Grillo. Il Pancho è bello agguerrito. Faccia decisamente gioconda. Giuseppe Giulietti è stato capo del sindacato dei giornalisti Rai (Usigrai) prima di Giorgio Balzoni, Roberto Natale e Carlo Verna. Mettono su Piazza del Dissenso.

L’informazione? Questione di punti di vista. Ovvero: “Delle trasformazioni”

Tornando al Ponte sullo Stretto di Messina. Quando ero una studentessa felice – ‘nzomma – di Scienze della Comunicazione (Scienze delle merendine, sìsì) – mi sono imbattuta nei misteri della vita. L’analisi del testo e l’analisi del contenuto. Cose grosse, dunque. In quell’illusione sublime di trovare nel linguaggio una base ai contenuti. Alcuni parlavano persino di universalità.
L’analisi del contenuto è faccenda statunitense. Ad un popolo come quello italiano, ingrato (troppo spesso) erede di Dante, una faccenda del genere – l’eventuale trasposizione della matematica nelle regole della linguistica e della comunicazione – non può che essere poco comfortable, data la complessità, poi, della lingua madre, ben altra faccenda rispetto a quella anglosassone – che difatti, per facilità, si è imposta come lingua degli scambi internazionali.
Faccenda statunitense, dunque, che ha visto la luce agli inizi dello scorso secolo. L’analisi – la definizione all’epoca me la sono ripetuta molteplici volte – è quella del contenuto manifesto della comunicazione.

Il ponte sullo stretto di Messina

Viva il futurismo. Era il tempo delle Elezioni 2008, e la noia e la barba ci colsero.
Il Ponte sullo Stretto. Report non dimentica, e nei giorni scorsi, nella rubrica Com’è andata a finire?, è ritornato su una faccenda già affrontata nel 2002.

Si fa e si disfa dal 1971

L’aggiornamento dellee cronache è il seguente: la prima pietra a metà del 2010, con l’obiettivo ambizioso di inaugurare il ponte sullo Stretto di Messina a inizio 2016. Perchè il Berlusconi IV vuole mantenere la promessa fatta in campagna elettorale. Per un progetto da 6 miliardi di euro.

Briciole all’italiana, come al solito.

Nostra Signora di Confindustria

Tutti noi siamo chiamati a una grande sfida. C’è uno scenario nuovo e irripetibile. Abbiamo la possibilità di far rinascere il Paese

Parola di Nostra Signora di Confindustria, oggi ufficialmente insediatasi dove di dovere. Anche la Signora ha avuto modo di dire che

l’Italia non è un paese per giovani

A me come ai miei coetanei e non solo viene, in effetti, in mente di espatriare almeno una volta al giorno. ALMENO.

Chi è l’Emma? Accento del Settentrione. 43 anni, sposata e madre di una bimba. La sua azienda è specializzata nell’acciaio. Nostra Signora dell’acciaio, di acciaio avrà le palle. Ed è stata eletta con tanto di plebiscito – solo due voti contrari – alla guida di chi veramente comanda, in Italia. Prima donna alla Presidenza di Confindustria, è stata la Primadonna alla Presidenza dei Giovani di Confindustria nel ’96. Una vera e propria chiamata alle armi, nel suo discorso, per imprenditori, politici e anche sindacati.