Senza Censura su Current, le interviste doppie Il Fatto vs Il Giornale

Da questa settimana Senza Censura, in onda tutti i giorni su Current – Sky 130 si arricchisce di una nuova rubrica di approfondimento sulle notizie di politica interna italiana che mette a confronto due giornalisti appartenenti a quotidiani di opposta ispirazione. Al via con Il Fatto Quotidiano di Antonio Padellaro e Il Giornale di Vittorio Feltri.

Sopra l’intervista doppia di oggi, al direttore del Fatto, Antonio Padellaro, e al giornalista de Il giornale, Francesco Cramer. Domanda: Immigrazione: maggioranza spaccata o unita?

Rosarno, e il video de l’Espresso

Rosarno

Siamo tutti chiusi in una dimensione murata. Ognuno risponde per sè, per il proprio “partito”, non necessariamente politico, ma piuttosto mentale. Cota continua a ripetere: gli irregolari vanno, i regolari restano. Anche quando gli si fa notare che quegli immigrati erano regolari, e che irregolare era il loro utilizzo, e il modo in cui venivano pagati e impegnati. Non riesce a rispondere direttamente a questo quesito. Risponde con u’altra risposta.

Ma la stessa cosa fa la Mussolini, che, di fronte alle miserie di quella gente, quella “colorata”, ricorda: anche gli italiani stanno male. Parliamo degli italiani. Nessuno stava dimenticando gli italiani. Non era il momento. E le mani rovinate di un uomo che parla solo francese e inglese, e non una parola di italiano, e che da cinque giorni mangia solo arance. La mattina, arance. A pranzo arance. A cena arance. Solo arance. E rimane lì, perchè lì lo chiamano a lavorare per 25 euro al giorno.

Annozero, stasera i fatti di Rosarno

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Nei titoli ci mettono sempre una certa, magari efficace, fantasia. La puntata di stasera,  giovedì 14 gennaio 2010, di Annozero si chiama infatti La spremuta. La puntata del programma di Michele Santoro analizzerà, naturalmente, i fatti di Rosarno, cercando di capire come sono andate le cose. In studio Roberto Cota della Lega Nord, Alessandra Mussolini del PdL, Gad Lerner e l’inviato de L’Espresso Fabrizio Gatti.

La rivolta degli immigrati, gli scontri con i residenti e l’allontanamento degli extracomunitari che erano impiegati nella raccolta delle arance sono solo la punta dell’iceberg. La situazione della piana di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria, è ben più complessa: al suo interno si mescolano lo sfruttamento dei lavoratori immigrati, la rabbia degli cittadini residenti e il potere della ’ndrangheta che ha avuto un ruolo importante sia negli scontri che nella stessa gestione del lavoro nero.

Gelmini dall’Annunziata

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Oggi a In 1/2 ora ospite di Lucia Annunziata il ministro della Pubblica Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Stella Gelmini. Si parte da Rosarno, collegando il dramma di questi giorni al provvedimento annunciato del tetto al 30% di studenti stranieri delle classi.

LA. Quali sono le domande che la politica di deve porre al merito?

MSG. Il perché di questa situazione. La magistratura sta indagando e quello è un territorio dove c’è molta criminalità. Ma c’è stata anche una sottovalutazione del problema dell’immigrazione. C’è stato un eccesso di buonismo, e le vittime di questo buonismo sono proprio gli immigrati.

LA. Di chi è la responsabilità di questo buonismo? Del governo?

MSG. Non solo dello Stato, ma anche degli enti locali. E di una parte della sinistra che ritiene che l’accoglienza a un numero indefinito di immigrati porti integrazione. Non è con la demagogia che si aiutano gli immigrati.

LA. La sinistra sarà anche buonista, ma l’attuale governo, negli ultii dieci anni, ha governato per otto. Dove fissa lei le responsabilità?

MSG. Attribuire al govero, in carica da 20 mesi, è ingeneroso Rispetto al governo precedente il governo Berlusconi e il ministro Maroni hanno affrontato senza demagogia il problema dell’immigrazione.

Mirabilia all’italiana

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Dunque, facciamo un attimo il punto. Per il caso della povera Meredith (chissà, forse era una smorfiosa, colpa suprema che le avrebbe portato la morte per punizione) è stato chiesto l’ergastolo per Raffaele Sollecito e per Amanda Knox. Nel frattempo Bruno Vespa, che non può più fare modellini sulla casa di Cogne, li fa sulla casa di Garlasco. Che altro?

Ah. Brenda, la trans del caso Marrazzo, è morta, per i pm è omicidio, Massimo D’Alema non è Mister Pesc. Che il profilo del Financial Times abbia fatto effetto? Contemporaneamente Gianfranco Fini rilancia sugli stranieri, proferisce la parola “stronzo”. Anche Calderoli parla, ma non proferisce la stessa parola: ne richiama solo il significato. Il Fini, a prescindere, fa prove implicite di matrimonio con Luca Cordero di Montezemolo. Tante sono le cose che sono state messe a bollire in pentola, in Italia. Tante le faccende già messe in pentola, e già bruciate. Tante finiranno in pentola nel futuro. Ma nulla di tutto questo è per noi. Per noi, perché la nostra vita continua immutata, perché la crisi, per noi, non è passata. Perchè la quotidianità è faccenda dimenticata, lassù. Ci pensavo camminando ieri sera per Lecce.

Silvio il maghrebino di Alessandro Gilioli

Luogo: gli studi di una tv tunisina. Non una tv qualsiasi, comunque. Si tratta di Nessma Tv, il canale satellitare di cui Silvio Berlusconi è comproprietario con Mediaset in Nordafrica. Siamo orgogliosi di averla con noi – lo accoglie il presentatore. E c’è proprio il premier in studio, per una lunga intervista in cui parla naturamente direttamente in un francese molto lineare. Sopra la prima parte, in fondo al post la seconda. Qui invece la versione integrale.

Daniele Sensi, blogger e collaboratore de l’Unità, l’ha trovata e l’ha tradotta, oltre che caricata appunto su TouTube. Ed eccolo qui il video, approdato in Italia e rilanciato da Gilioli su l’Espresso. Parla di tante cose, il premier. Parla dei rapporti con Tarak Ben Ammar, tycoon franco tunisino che potrebbe comprarsi La7. Parla dei suoi rapporti con Ben Alì, presidente tunisino (al merito, su YouTube c’è un altro video). Parla di auant’è bello il palinsesto di questa Nessma tv, anche.

Migranti, nuovo respingimento

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Rispediti indietro 75 somali. Tra loro, tre minorenni e 15 donne in attesa di asilo. Venivano dalla Libia, viaggiavano su un un gommone, erano da giorni in navigazione nel mar Mediterraneo. Intercettati prima da una motovedetta maltese, si stavano dirigendo inequivocabilmente verso la Sicilia. Ecco allora la comparsa di un pattugliatore d’altura della Guardia di Finanza che a Capo Passero li attendeva per ridirigerli verso Tripoli. Tutti, tranne un uomo ferito – ha alcune costole fratturate – trasferito in un ospedale in provincia di Ragusa.

Nel frattempo, Silvio Berlusconi è da Gheddafi. A Tripoli, insieme al colonnello, celebra il primo anniversario del trattato italo-libico. In questa occasione verrà anche posata la prima pietra della nuova autostrada costiera che verrà realizzata a simbolo del risarcimento italiano al colonialismo.

La Russa, il fico secco e la politica italiana all’immigrazione

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Ignazio La Russa ha fatto parlare di sè in questi giorni. Ed oggi torna sulle polemiche con l’Alto commissariato Onu. Il governo, dice, è compatto nel dire che sbaglia. Certo, il ministro – e l’esecutivo tutto – ha presentato le sue scuse a Laura Boldrini, portavoce italiana dell’Unhcr. Le aveva detto che non conta un fico secco (sic!). Ma continua a difendere la posizione assunta: l’Unhcr sbaglia nell’esprimere perplessità circa il riaccompagnamento dei migranti, il comportamento dell’Italia e dei marinai italiani nei riaccompagnamenti verso il porto libico.

Il ministro della Difesa chiama dalla sua quello degli esteri: Frattini, che è l’uomo più moderato del governo, dice che ha sbagliato. E in effetti Franco Frattini, ieri, prima ha preso le distanze da La Russa per l’espressione infelice, ma poi ha difeso la politica governativa sull’immigrazione.

Sicurezza, con fiducia i tre maxi-emendamenti

pacchetto sicurezza fiducia

Al Parlamento, oggi, tre voti di fiducia sul “pacchetto sicurezza”, le ronde padane, il prolungamento dei tempi di permanenza nei centri di accoglienza per gli immigrati extracomunitari. E si acuisce lo scontro Italia-Nazioni Unite a proposito dei “respingimenti”. Il ministro Roberto Maroni l’ha definita “svolta storica“, mentre Ban Ki-moon è intervenuto a sostegno dell’Alto Commissariato dei Refugiati dell’Onu per dire che gli immigrati – soprattutto coloro che chiedono diritto d’asilo – vanno accolti.

Un dossier di Repubblica, oggi, riporta come, l’anno scorso, ci sia stato un boom di richieste di diritto d’asilo da parte degli extracomunitari giunti in Italia. Ne parla anche Roberto Saviano, oggi, sempre su Repubblica. Il suo articolo si chiama: Il coraggio dimenticato. I vescovi non ci stanno, la Cei parla.

Forza nuova, Roma e Current. Sui muri della città (e non)

Roma e la sfida della libertà di espressione. E’ bello, perché è vero, l’intro di questo articolo de l’Unità. Quelli descritti sono davvero i muri della Capitale, quotidianamente teatri e campo di battaglia delle schermaglie tra partiti e associazioni di ogni estrazione politica. Il mezzo è ovviamente il manifesto, quasi sempre abusivo e soprattutto portatore di slogan vuoti, retorici, offensivi, a volte surreali al limite dell’ilarità. Le autorità da anni non fanno nulla – se fanno, fanno poco: la città è irresolubilmente tappezzata di manifesti di ogni sorta, come se si trovasse sospesa in una campagna elettorale eterna.

L’articolo è scritto per segnalare quello che da giorni tutti i romani vedono semplicemente camminando. Si tratta del manifesto nell’immagine, che Forza Nuova ha affisso per la città per segnalare la manifestazione del 21 febbraio scorso: “Stupri e violenze su donne e anziani. Il Governo fallisce sull’immigrazione”. Manifestazione che viene spiegata così sul sito: per contrastare la piaga che sta colpendo gli Italiani ledendone la dignità e l’ onore:le violenze contro le donne perpetrate da stranieri e rom. Se però la manifestazione è denuncia di stupri e violenze, cavalcare il binomio immigrazione – nei termini qui proposti – ha la sua criticabilità. Fate una manifestazione contro l’immigrazione, e dite perchè. Non il contrario.

Immigrato picchiato e bruciato a Nettuno

Nettuno. Indiano picchiato e bruciato. Si erano portati dietro una tanica di benzina. Nettuno non è un pianeta lontano. E’ una lunga serie, una lunga lista che non finirà. La cronaca è cronaca, e forse sono cose che accadono ogni giorno – come gli stupri (a Roma ce n’è uno ogni 40 ore), i furti, i soprusi, gli sbarchi clandestini, le violenze – e che altri da noi decidono di farci o non farci conoscere.

Leggevo il blog di Vittorio Zucconi. L’espressione di cui parla, to go native, tarda ad avere un’applicazione in stile italico. Mentre si scrive, pare che le forze dell’ordine abbiano individuato i responsabili del tentato omicidio in questione.

Ci sono 5 ragazzi, compreso un minorenne, fermati. Stupidità, dicono. Paghiamo le conseguenze di quello che siamo, che non siamo, che abbiamo fatto e che non faremo mai.

Tassa sui permessi di soggiorno. La proposta della Lega fa discutere

Immigrazione. La proposta della Lega sulla tassa sui permessi di soggiorno fa discutere.

Al Governo, la proposta della Lega non ha entusiasmato. Il Carroccio ha, infatti, presentato un emendamento a firma Claudio D’Amico al decreto legge anticrisi: il provvedimento avrebbe previsto una tassa da 50 euro per il rilascio del permesso di soggiorno agli extracomunitari.

L’emendamento è stato accantonato, in attesa di riformulazione, e non è andato ai voti. Veniva prevista, inoltre, una fideiussione di 10mila euro da parte delle società o da parte dei cittadini stranieri non comunitari intenzionati ad aprire una partita Iva. E l’opinione pubblica si è scatenata.

Clandestino? Niente assistenza medica

Sulle prime pagine dei giornali non c’è. Al loro interno, invece, si scopre.
Medici delatori per la polizia.
Immigrati irregolari privi di cure mediche gratuite.
In parole povere (molto, troppo povere): un emendamento al disengno di legge per la sicurezza, presentato dalla Lega Nord, prevede questo piccolo, insignificante particolare. La solita storia ignobile.

Immigrazione? Emigrazione… Te lo ricordi, signò?

L’Italia è intorpidita, viva l’Italia. E’ di oggi la notizia dei risultati di un sondaggio dell’Eurobarometro condotto fra febbraio e marzo sulla discriminazione nell’Unione europea.
E, toh guarda: gli italiani sono gli europei più a disagio con i rom, seguiti solo dai cechi. La politica cavalca l’onda, oppure la crea sottilmente?
Il 47% degli italiani intervistati si dice a disagio all’idea di avere un rom come vicino, contro una media Ue del 24%.