Confine USA – Messico: Il nuovo muro

Si impiegarono molti anni in Europa, precisamente in Germania, per riuscire ad abbattere il muro delle divisioni fisiche, ma soprattutto culturali, che venne divideva in due la Germania.

Allora come oggi è un muro che diventa argomento di discussione. Ma non è più di cemento come allora, quanto invece più simile a una cancellata come quelle che ognuno di noi magari ha a casa o ha visto vicino al proprio alloggio.

La “cancellata”, che nella sua interezza dovrebbe essere lunga circa 700 miglia, è stata criticata aspramente dagli ambientalisti e da alcuni proprietari terrieri che vedrebbero limitati i propri profitti.

Il motivo della costruzione è l’ingresso di clandestini dal Messico. A vostro parere: La costruzione della cancellata è una cosa giusta?

Italia: paese di santi, poeti e navigatori…e clandestini(?)

Il tema della sicurezza e quindi dell’immigrazione e della clandestinità è l’argomento che ha accompagnato la vita politica del nostro governo durante quest’ultima settimana e sarà anche ciò di cui si tratterà in futuro.

L’attuale situazione nazionale è veramente critica. Ci ritroviamo troppo spesso ad avere paura, fortunatamente solo in alcune condizioni particolari, addirittura ad uscire di casa. Una situazione che è a mio modo di vedere inaccettabile e improponibile per un paese sviluppato quale è l’Italia.

Una problematica, quella sulla clandestinità, che non colpisce la sola Italia, ma i maggiori paesi europei e che ha costretto la UE ad attivare delle misure preventive più rigide affinchè ogni cittadino possa sentirsi più sicuro in casa propria, ovvero il paese in cui vive.

Il Papa accoglie l’Italia

Parlare del Papa che accoglie l’Italia fa sempre un po’specie, più che altro perchè il suo piccolo stato, il Vaticano, si ritaglia qualche metro quadrato all’interno dell’Urbe. Eppure l’incontro di stamattina tra Benedetto XVI e Silvio Berlusconi ha portato, a mio parere, molti aspetti positivi.

L’incontro della durata di 40 minuti circa all’interno della biblioteca del pontefice, ha visto diversi argomenti trattati. Discussioni che trattavano i temi a cui oggi il nostro paese è più sensibile e dove, nei giorni scorsi, spesso si è ritrovato opposta la Chiesa, come ad esempio su argomenti come clandestinità e immigrazione.

Per costituzionalità il nostro paese è laico, ma il fascino e il potere che le parole del Papa lasciano, soprattutto a questo governo di centro (in fondo non gloriamo tutti il Veltrusconismo?), portano a una specie di influenza “cattolica”.

Influenza che si denota anche dalle parole del premier che ha spiegato:

L’attività del governo non può che compiacere il Papa e la sua Chiesa.

Speriamo che possa compiacergli anche la nuova normativa sulla clandestinità.

World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 06 giugno 2008

Ore 02:02. Sono i più disparati gli argomenti che capeggiano le prime pagine delle maggiori testate giornalistiche internazionali. Si passa dal problema sicurezza, che non esiste solo nella realtà italiana, a quello più generale della clandestinità che colpisce quasi tutti i paesi europei. I giornali internazionali seguono quindi con meno interesse le vicende legate alle primarie USA (la decisione di Hillary dovrebbe verificarsi sabato e non oggi come anticipato nell’edizione di ieri) e il malfunzionamento della centrale di Krsko (rivelatasi solo una bomba mediatica).

Mi scusi Presidente…

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Era questo l’incipit di una nota canzone di Giorgio Gaber, scritta nell’ultimo periodo della sua carriera, quello della Milano da bere, che aveva sostituito quella sua Milano tanto amata, quella del Cerutti. Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono il ritornello del pezzo. Il signor G, proseguendo idealmente un percorso di impegno civile iniziato negli anni settanta, si scaglia contro il malcostume della politica e la corruzione della società. Note a tutti le dolci-amare dicotomie proposte in Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra?, Gaber esprime in Io non mi sento italiano lo smarrimento del senso di appartenenza all’Italia di oggi.
E di oggi è la pubblicazione su La Repubblica di una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. La mittente è una giovane ricercatrice italiana emigrata in Gran Bretagna, Maria Vinci. La dottoressa si domanda cosa stia succedendo al nostro paese, cercando di descrivere anche come noi italiani siamo visti all’estero. La descrizione è a tratti impietosa ma la riflessione di fondo sull’approccio al problema sicurezza mi trova personalmente d’accordo e ho deciso di pubblicarla per sapere da chi la leggesse cosa pensa a riguardo.
All’interno il testo integrale della lettera.

Manganelli…senza potere

Con un cognome così era ovvio che sarebbe diventato un portatore di giustizia. Infatti il capo della polizia Manganelli ha voluto affermare, tramite un articolo di denuncia, le difficoltà che le forze dell’ordine oggi hanno contro i clandestini.

La situazione è a dir poco drammatica. Le forze dell’ordine sono attualmente in grado di prendere e catturare i vari clandestini che, per un motivo o per l’altro, vengono arrestati anche solo a causa della loro “non regolarità”.

Il fatto è che più dell’80% di loro vengono perdonati sul campo, ovvero gli viene consegnato un foglio di via che sostanzialmente può essere facilmente buttato nel cestino dietro l’angolo. Le parole di denuncia di Manganelli sono facilmente riassumibili con i numeri di questo estratto:

Dal 1 gennaio ad oggi, le forze dell’ordine hanno fermato oltre 10.500 clandestini per i quali hanno ritenuto di avviare le procedure di espulsione. Solo 2.400 di costoro hanno trovato posto nei centri di permanenza; gli altri ottomila hanno di fatto ottenuto un perdono sul campo e gli è stato consegnato un foglio di via, che equivale a un niente.

L’emergenza sicurezza, quella vera

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ANSA – 24 maggio 2008 – Un gruppo di venti ragazzi, guidati da un uomo, tutti con i volti coperti, ha fatto irruzione a Roma verso le 17:30 in un alcuni negozi nel quartiere Pigneto, in via Ascoli Piceno e in via Macerata gestiti da extracomunitari bengalesi e senegalesi, distruggendo le vetrine. Il gruppo che, a quanto raccontano alcuni testimoni presenti al momento dell’aggressione, prendeva ordini in italiano dall’uomo che li guidava, era armato di bastoni con i quali ha distrutto le vetrine e danneggiato gli interni di tre negozi, un bar, un call center e un negozio di generi alimentari. Gli aggressori dopo aver compiuto il raid sono scappati. Sul posto e’ intervenuta la polizia. Il Pigneto, un piccolo quartiere popolare, una sorta di paese, incastonato tra la via Prenestina e la via Casilina, nella prima periferia a sud est di Roma, da anni e’ uno dei quartieri piu’ multietnici della citta’.

Il Sudafrica ritorna al passato

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Il mondo, il nostro pianeta si evolve ogni giorno. Non solo nella dinamica delle zolle che, seppur con minimi spostamenti praticamente impercettibili, ci offrono un pianeta “Gaia” ogni giorno diverso, ma anche nella società.

Un evoluzione sociale che, a seconda della popolazione, si sviluppa a diverse velocità: chi lentamente, chi niente e chi addirittura troppo velocemente.

Però esistono zone sulla Terra dove questa evoluzione non solo sembra essersi fermata, ma addirittura pare che il rispetto conquistato negli anni con sudore e morti sia stato facilmente dimenticato.

Letizia e l’immigrazione, il rapporto difficile

Moratti
La sindachessa e le sue avventure. Per Milano Letizia si sta dando da fare, ma ci sono stati almeno un paio di strafalcioni che resteranno negli annali, probabilmente.
Il sindaco, Letizia, ha fortissimamente voluto, tra gli altri, un provvedimento che ha destato scalpore e ha sollevato una – giusta – polemica tsunami. Una circolare del Comune di Milano esclude dall’iscrizione alle scuole materne i figli di immigrati irregolari.
Oggi il giudice della Prima sezione civile di Milano, Claudio Marangoni, ha accolto il ricorso presentato da una cittadina marocchina contro la suddetta iniziativa comunale. L’avvocato della donna, Livio Neri, è soddisfatto: sarebbe stato, infatti, riconosciuto il carattere discriminatorio della circolare, nella parte contestata.

Sarkozy e Zorro: tasse alle TV private per aiutare quelle pubbliche

Zorro

Nicolas Sarkozy alla riscossa. Al presidente piace il mondo mediatico e la celebrazione. In questi tempi di occhi puntati sulla di lui vita privata – a volte, appare, più all’estero, in quest’Italia cui tanto piace il gossip e, perchè no, il voyeurismo, che nella stessa Francia – Sarkozy pensa ad una riforma delle dinamiche televisive d’oltralpe. Ecco la proposta: eliminare gli spot commerciali dalla tv pubblica e tassare i ricavi pubblicitari dei canali privati per ridurre il deficit.

Durante la conferenza stampa di inizio anno, nel Salone delle feste dell’Eliseo, Nicolas Sarkozy ha annunciato le sue intenzioni a più di 500 tra giornalisti, fotografi e operatori televisivi provenienti da oltre quaranta Paesi. Al Presidente, come è normale che sia, è toccato anche rispondere alle inevitabili domande sulla sua relazione con la cantante ed ex modella italiana Carla Bruni. E’ una storia seria, ha affermato. Difficile immaginare il contrario – o che semplicemente affermasse qualcosa di differente – dopo la maestosa esposizione mediatica del loro viaggio in Egitto e delle romantiche passeggiate tra le Piramidi.

Tornando alla realtà, il capo dello Stato ha esordito affrontando il tema del rinnovamento culturale del servizio pubblico radio-televisivo. Un settore che, nei suoi piani, deve mirare alla qualità e non può funzionare solo con criteri mercantili. La proposta concreta? Voglio che i requisiti della televisione pubblica siano modificati profondamente, e voglio considerare la possibilità di eliminare completamente le pubblicità dai canali pubblici. Togliere, dunque, gli introiti pubblicitari al broadcasting pubblico, per assicurarne un innalzamento effettivo dal punto di vista dei contenuti e della qualità. Il finanziamento e quindi la sussistenza economica della Tv pubblica potrebbero essere assicurati per altra via. Potrebbe essere introdotta una tassa più alta sulla raccolta pubblicitaria delle tv private e una tassa infinitesimale sul volume d’affari dei nuovi mezzi di comunicazione, come internet o la telefonia mobile.