La Russa, il fico secco e la politica italiana all’immigrazione

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Ignazio La Russa ha fatto parlare di sè in questi giorni. Ed oggi torna sulle polemiche con l’Alto commissariato Onu. Il governo, dice, è compatto nel dire che sbaglia. Certo, il ministro – e l’esecutivo tutto – ha presentato le sue scuse a Laura Boldrini, portavoce italiana dell’Unhcr. Le aveva detto che non conta un fico secco (sic!). Ma continua a difendere la posizione assunta: l’Unhcr sbaglia nell’esprimere perplessità circa il riaccompagnamento dei migranti, il comportamento dell’Italia e dei marinai italiani nei riaccompagnamenti verso il porto libico.

Il ministro della Difesa chiama dalla sua quello degli esteri: Frattini, che è l’uomo più moderato del governo, dice che ha sbagliato. E in effetti Franco Frattini, ieri, prima ha preso le distanze da La Russa per l’espressione infelice, ma poi ha difeso la politica governativa sull’immigrazione.

Nel frattempo però sbuca fuori un video destinato a smuovere qualche coscienza. Minacce glaciali: Spegni il motore, ascoltami, spegni il motore che è meglio. O vieni con le buone oppure muori, tornare a casa sano e salvo è meglio di morire, quindi fermati, altrimenti…

Minaccia di far colare a picco un gommone stradipante di gente, di extracomunitari. Erano partiti, naturalmente nella notte, dalla Libia, da Zuwara in particolare, e sono stati intercettati da una motovedetta libica. Perché ormai le coste sono, come da accordi con l’Italia, presidiate contro i clandestini. Dal Belpaese, i libici hanno anche ricevuto tre motovedette nuove nuove. Non possono non pattugliare, e non possono non essere “ferrei”.

Ignazio La Russa ribadisce comunque il perché del suo intervento: a sostegno dei militari, soprattutto. Perché, spiega,

nessun ordine da parte del ministero dell’Interno e tantomeno mio di usare la forza è stato impartito al capo di Stato maggiore della Marina o al comandante di nave Spica. Non è stata usata alcuna azione coercitiva ma anzi è stata applicata la ‘legge del mare’

E la Laura Boldrini proprio non è andata giù al ministro con le sue critiche:

Sto ancora aspettando dalla signora Boldrini la spiegazione del perché considera più umano riaccompagnarli in Italia, chiuderli nei Cie ed espellerli. Per il resto mi spiace che ci siano stati problemi di tipo personale dei quali voglio assolutamente chiedere venia

Venia e riflessione. LAlto commissariato Onu, comunque, non ci sta. Parla addirittura l’Alto commissario, che nei giorni della polemica si trovava in Pakistan per seguire la crisi dei rifugiati dello Swat. Guterres non ci sta, e parla di attacchi immotivati e personali inaccettabili, che non mutano e non muteranno l’impegno dell’Unhcr nel perseguire il suo mandato e la sua missione umanitaria. Ad Antonio Guterres non sono piaciuti affatto i commenti negativi e infondati che sono stati rivolti al mio Ufficio e a singoli funzionari da un esponente del governo italiano.

1 commento su “La Russa, il fico secco e la politica italiana all’immigrazione”

  1. Il problema degli sbarchi clandestini deve essere affrontato in maniera seria dal governo e , come denuncia daniela melchiorre, non solo per compattare la maggioranza alla vigilia delle europee. Inoltre è necessario che ci sia unità d’intenti da parte dell’unione europea in modo che non rimangano soli i paesi sulla frontiera.

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