La lista di Visco. Ovvero: Welcome to Liechtenstein

Principato
Ha una lunga lista, e la tiene sotto chiave. Una successione ignota di nomi, incubo e realtà di molti. Tra questi, un nutrito gruppo di pubbliche personalità che corrispondono alla categoria di politici. Ci consola, ammesso che lo faccia, sapere che in Europa non siamo gli unici?
Gli evasori non esistono solo in Italia. Ve ne è, certo in assai più discreta presenza, anche in quel mondo lontano che è la civilissima e progredita Svezia. L’affaire Liechtenstein ha già investito la Germania e ha toccato e lambito altri Paesi europei. Naturale che, nella faccenda, l’Italia sia in prima fila.
Il Vice Ministro dell’Economia e le Finanze, Vincenzo Visco, ha fatto sapere che ci sono – naturalmente – degli italiani tenuti sotto controllo per i loro conti nel paradiso fiscale in questione. Italiani che sarebbero un numero considerevole: un centinaio e più di nominativi. Il bello, il gustoso, è che nella famosa lista, tra questi nomi ci sono personaggi illustri e persone comuni. Politici e semplici mortali.

Qui ormai si è scatenato il terrore….

Silvio contro tutti, ma soprattutto contro Di Pietro

Munch
Salvo il fatto che

Se dovesse vincere le elezioni…

Chiede un ascoltatore di Radio Anch’io. E

Tolga il “se”, dato che ahimé avremo la responsabilità di governare…

Ahimè. Oggi Silvio si è scatenato. In effetti basta dargliene modo. L’espressione e l’espressività non mancano. Salvo ciò, insomma, e salvo il ribadire agli italiani come devono votare – non può perennemente dire solo ioioioio, ma a tratti aggiunge che

i voti dati in quella direzione favoriscano la frammentazione e non la possibilità di governare. È una cosa ovvia che non può essere discussa né negata

E quella direzione si chiama Udc e compagnia bella. Salvo ciò, insomma.

Italiani, ve la sarete cercata

Berlusconi
L’immagine è per non dimenticare. In tempi remoti li ha chiamati coglioni. Padoa Schioppa si era limitato ad un bamboccioni per una fascia precisa di popolazione italiana. Che comunque aveva sollevato il suo bel vespaio. Il Coglioni, invece, di Silvio Berlusconi, ci piace ricordarlo così, era un po’ per tutti, decisamente democratico.
Oggi l’uomo di Arcore bissa. Certo, purtroppo per il mondo mediatico con ben altra forza. Poichè è probabile che gli abbiano fatto ulteriori corsi di maniere per placare le sue furie e le sue sparate, coglioni non animerà, sciaguratamente, più, almeno per il momento, le identità di coloro che per Silvio avranno l’ardire di non votare.
Oggi si è decisamente limitato.

Va ora in onda… la campagna elettorale

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Con le scelte definitive per la candidatura in Sicilia e per la poltrona di sindaco di Roma da parte del Piddielle, si possono dire conclusi i test invernali dei partiti italiani, chiamati a scaldare i motori in vista di Aprile. La campagna elettorale – sarebbe meglio dire le campapagne elettorali visto l’election day – entra dunque nel vivo, e immancabili cominciano a scandire le nostre serate televisive i dibattiti politici.
Quelle che, inesorabilmente, durante l’anno sembrano essere occasioni buone per andare al cinema – a causa dell’ovvietà delle affermazioni che i presenti si scambiano in interminabili ed inutili forme di propaganda manifesta – durante la grande corsa elettorale vivono il loro momento d’oro. Chi li spulcia come bignami nella convinzione di arrivare alle urne con le idee chiare (ottenendo sistematicamente il risultato opposto), chi li vive come una partita di calcio, con tanto di coretti ed entusiasmo, chi li cita in ufficio atteggiandosi a maitre a penser.
Ieri era il turno di Ballarò.

Nessuno tocchi i sondaggi. E nessuno voti Udc

sondaggio
Silvio Berlusconi non perdona. Sui sondaggi, poi. Nessuno tocchi i sondaggi. Prontamente, ha chiamato sbraitando il suo Tg4 e il suo Emilio Fede. Pd e annesso Walter Veltroni

hanno iniziato a usare le armi di sempre in campagna elettorale e diffondono sondaggi artefatti e non veritieri, per i quali il Pdl avrebbe solo 6 punti di vantaggio

Sei non è certo un bel numero, quando gli si può sostituire piuttosto un bel dieci.

L’uomo di Arcore ha chiamato, si diceva, la sua redazione del Tg4 di Emilio Fede.

I nostri sondaggi da 3 settimane ci danno in stabile vantaggio del 10% e un sondaggio di oggi di Euromedia dà il Pdl al 46,4% e il Pd al 36,4%

Obama, shame on you. Hillary all’attacco

Clinton
Quando l’insegnante di inglese (gran donna. Che fine triste che ha fatto, nella miseria delle miserie che è la vita umana) ci diceva Whet a shame, noialtri, adolescenti senza memoria e senza barba, potevamo solo intuire la forza del messaggio. Hillary Clinton che saetta

Shame on you

a Barack Obama, decisamente, ha una certa forza.

Di rosso vestita, è anche decisamente alterata, diretta, avvelenata, agguerrita. Lei smentisce ed esclude, ci mancherebbe altro, sono Hillary Clinton, non certo il primo anonimo che ha deciso di mettersi in testa di arrivare alla poltrona della Casa Bianca, è da escludersi che io pensi di ritirarmi – anche se sono così stanca…
Non l’ha detto, sia ben chiaro, non ha parlato di stanchezza. Certo, a livello di nervi, una donna stenta ad invidiarla. Arriverai forse ad essere la donna più potente del mondo? Ma nel frattempo avrai perso 20 anni di vita e qualsiasi residuo di forma umana.

Quello che i “democrats” non dicono… ve lo dice Nader

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Sulla scena della corsa alla Casa Bianca irrompe il Paladino dei consumatori. Il suo nome è Ralph Nader, e certamente in Italia famosissimo non è. Ecco no, diciamo che non è mai stato ospite della De Filippi, non ci risulta. Ma la sua storia merita di essere raccontata comunque. Nader è un avvocato americano con il pallino della difesa della società dall’Imperialismo capitalista. Detta così fa anche un po’ paura lo ammetto, ma tant’è. Approfondiremo.
I più attenti alle faccende USA lo ricorderanno in una piccola particina come comparsa nelle presidenziali americane 2004, quando si presentò come indipendente raccogliendo un misero 0,7% di consensi. Quelli bravi, ma davvero bravi però, lo ricorderanno anche nella tornata del 2000, quella del dopo Clinton per intenderci, in cui raccolse il 2,7% con 3 milioni di voti.
Fantascienza, ma non è questo il punto.

Tutte le donne del Cavaliere

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Bravi ma basta! Si era detto ieri che, vera o falsa che fosse la notizia della candidatura di Aida Yespica, non sarebbe stata l’ultima e che sicuramente ne avremo viste ancora delle belle, è vero. Ok, la campagna elettorale bonsai richiede massima sintesi di forma e contenuti, messaggi chiari e volti nuovi. Ma di questo passo tra una settimana qui si rischia di commentare la discesa in campo del Gabibbo.
Sforziamoci di essere seri, nei limiti concessi dalla situazione.
E cerchiamo di fare ordine. I fatti. Metti che ieri hai comprato Il Foglio (!). Tranquillo, è un esempio. Nella prima delle quattro pagine che lo compongono, di spalla, tra Il noir delle elezioni in Sicilia e Il nostro caos calmo, in cui si cerca di spiegare il perché della lista pro-life (già, perchè?), ti saresti trovato di fronte a questo:

Chi l’ha vista fare la capriola, nuda, nella vasca idromassaggio del Grande Fratello 3 sa che è tutto uno scherzo: Angela Sozio, la rossa, candidata nelle liste del Popolo della Libertà, no. Non può essere vero

E invece, a meno di smentite, stavolta sembra vero. Cercate di avere reazioni contenute, comunque. Intanto, nel giorno del grande tradimento di Aida che, dimostrando di averci preso gusto oggi ha laconicamente dichiarato:”Mi candiderei per Veltroni”, il Cavaliere, che ieri a Matrix si è definito di di larghe vedute, si consola facendo il pieno di candidature femminili.

Berlusconi: Aida, come sei bella…

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Questa proprio non ci voleva. Non ne va bene una al Cavalier Berlusconi in questo avvio di campagna elettorale. Prima il no di Storace, poi il sofferto addio con Casini. E ora l’ennesima doccia fredda:

Io con il partito di Berlusconi? No, non mi candido.

Nossignore, non stiamo parlando di Ciriaco De Mita, 44 primavere e spiccioli di carriera (altro che Maldini) una vita da mediano, non nuovo in verità al cambio di casacca, e da poche ore svincolato a parametro zero, o quasi. A parlare, udite udite, è Aida Yespica, sì avete capito bene, quella del Bagaglino. Insomma, per dirla con L’Onorevole Cetto Laqualunque, Cchiu ppilu pe tutti!
Dopo Mara Carfagna, Gabriella Carlucci ed Elisabetta Gardini, l’asso di Berlusconi Yespica è rimasto incastrato nella manica. La showgirl si è affrettata nel pomeriggio di ieri a smentire la notizia al sito Affari Italiani, precisando, a futura memoria dell’ufficio casting:

Non sono neanche cittadina italiana…

Prima ancora della smentita, persino il Presidente Cossiga non era riuscito a trattenersi. Il Picconatore a vita, da vecchio conoscitore delle regole del gioco, aveva scoperto il bluff di Berlusconi, ricordando che la signorina Yespica è cittadina venezuelana. D’altronde come biasimare il Cavaliere… In molte altre occasioni il giochetto aveva funzionato.

E Silvio cambia musica

La notizia è di quelle scioccanti, di quelle che pesano come se fossero un macigno gigantesco che si stacca da una montagna e va a cadere sulla strada. Pare impossibile ma durante questa campagna elettorale sembra che il Cavaliere di Arcore (tra l’altro sono passato davanti alla sua villa ieri, l’ho salutato da lontano…) abbia intenzione di cambiare musica. Ma per i giovani “azzurri” che già temono il peggio, possiamo solo tranquillizzarvi, non si tratta di un cambio di casacca o di ideologia politica.

Come detto Berlusconi cambia musica e abbandona, sembra definitivamente, Mariano Apicella. E se non è un addio definitivo almeno lo è durante la campagna elettorale. La notizia è veramente di quelle che distruggono un mito. Quanti di voi non ricordano, magari durante l’edizione del TG4 delle 19.30 di qualche anno fa, Apicella e Berlusconi seduti uno a fianco all’altro cantare le canzoni di Mariano.

Canzoni di Mariano che forse sarebbe meglio definire canzoni di Silvio. Sì perchè i testi delle canzoni di Apicella sembra venissero scritti proprio dal candidato premier di destra. E anche per questo l’addio, soprattutto durante questa campagna elettorale fa pensare.

Sicilia: La “Caporetto” di Silvio?

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Il neonato, giovine, fresco Popolo della Libertà sta esprimendo i suoi primi vagiti. Vagiti un po’ difficoltosi. Silvio Berlusconi sarebbe anche pronto a far partire in pompa magna la sua campagna elettorale. Ma ci sono ancora un paio di imperfezioni da aggiustare. Un paio di dettagli.
Uno di questi si chiama Affaire Sicilia. Sembrava una faccenda risolta, o quanto meno rientrata. E invece la questione si riapre: il forzista Gianfranco Micciché si rifiuta, continua a rifiutarsi, di ritirare la sua candidatura alla Regione.

Scoppia lo scontro Udc-Berlusconi

Berlusconi
Accuse incrociate, fuoco un tempo amico ora assai nemico, incrociato e da più parti. Giornata di fuoco tra centro e centrodestra. Berlusconi e Fini target di polemiche da parte dei centristi.
Ha buttato giù il Governo malamente. Il governo Prodi. Ma non è che con la controparte, con il buon Silvio da Arcore, vada meglio. Tra l’Udc e Silvio Berlusconi, ormai, la tensione si taglia a fette. Si direbbe letteralmente esplosa.
Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc, ci va pesantuccio:

Silvio Berlusconi è una persona capace anche di gesti estremi, di darti magari una coltellata alle spalle, come dimostra l’esperienza di questi giorni

Non basta? Cesa, ai microfoni di Radio Monte Carlo, non si tira certo indietro.

E’ una persona su cui poter contare nel rapporto umano, meno in politica

Beppe Grillo + Rosario Fiorello = Beppe Fiorello

Fiorello
L’hanno già chiamata la grillite di Fiorello. La fiorellite alla Grillo. Una volta a Lippmann, nel lontano 1922, c’era voluta una vita per coniare la definizione di stereotipo. Oggi l’attività mediatica produce definizioni e neologismi – che pure, a volte durano, a velocità incontrollabile.

Quando vi arriva il certificato elettorale strappatelo e buttatelo per strada

Proposta shock. Di Pietro perde la testa: una sola rete a Mediaset

Di Pietro
Magari, viene da rispondere. Ci potrebbe essere da guadagnare, viene da azzardare. Comunque, quell’indisciplinato di ex magistrato datosi alla politica l’ha sparata grossa. Ha proposto nientepopodimenoche un intervento radicale sull’informazione.
Dall’alto del suo blog, Antonio Di Pietro lanciare la proposta di programma di governo dell’Italia dei Valori.
Il post porta il titolo: Grande Biagi, piccola televisione pubblica, e ha, attualmente, 918 commenti tra i più disparati.
La proposta? Una sola televisione pubblica senza pubblicità, pagata dal canone e sottratta all’influenza dei partiti: l’esecuzione della sentenza europea su Europa 7 e lo spostamento di Rete 4 sul satellite; limite di una sola rete per i concessionari privati (un esempio per meglio comprendere? Non è difficile. Si chiama Mediaset); abolizione dei finanziamenti pubblici all’editoria.