Obama, shame on you. Hillary all’attacco


Clinton


Quando l’insegnante di inglese (gran donna. Che fine triste che ha fatto, nella miseria delle miserie che è la vita umana) ci diceva Whet a shame, noialtri, adolescenti senza memoria e senza barba, potevamo solo intuire la forza del messaggio. Hillary Clinton che saetta

Shame on you

a Barack Obama, decisamente, ha una certa forza.


Di rosso vestita, è anche decisamente alterata, diretta, avvelenata, agguerrita. Lei smentisce ed esclude, ci mancherebbe altro, sono Hillary Clinton, non certo il primo anonimo che ha deciso di mettersi in testa di arrivare alla poltrona della Casa Bianca, è da escludersi che io pensi di ritirarmi – anche se sono così stanca…


Non l’ha detto, sia ben chiaro, non ha parlato di stanchezza. Certo, a livello di nervi, una donna stenta ad invidiarla. Arriverai forse ad essere la donna più potente del mondo? Ma nel frattempo avrai perso 20 anni di vita e qualsiasi residuo di forma umana.

Giovedì sera, nel talk show elettorale con Barack Obama, Hillary ha vissuto il suo più alto momento di vicinanza con la gente, con gli umani.

Tutti sanno che ho avuto momenti molto difficili nella mia vita, ma questo è nulla rispetto a quello che vivono sulla propria pelle ogni giorno milioni di americani

Una botta di umanità populista di tutto rispetto, insomma. Hillary la donna vicina al popolo, quella che in passato ha pianto a carte scoperte e che è riuscita così a vincere. Qualche stratega del suo staff deve averla presa bene, allora. Grandiosa mossa vincente, avrà pensato, grandioso ribaltamento dei pronostici, le lacrime pagano, peccato non si possano usare sempre.


A quelle parole di miseria umana, nelle quali molti americani devono essersi decisamente riconosciuti, la senatrice ha aggiunto un’altra sparata, e non si sa mai, non si può sapere quanto siano premeditate e quanto siano spontanee (un po’ come il nostrano uomo di Arcore quando si specializza a raffica in gaffe, domestiche e internazionali). E, insomma, la Clinton aveva proseguito:

Qualunque cosa accada, a noi andrà bene. Abbiamo il conforto della nostra famiglia e dei nostri amici. Spero solo di poter dire la stessa cosa del popolo americano. Sono onorata, onorata, di essere qui accanto a Barack

Con tanto di lunga, accorata, commovente stretta di mano. Sembrava, è stata vista, questa scena degna dei migliori film romantici, come un passaggio di consegne, come una lucida e partecipata concessione dell’imminente sconfitta.


Va da sè che la gente, a un certo punto, non ha più saputo che pesci prendere. Sull’orlo di una comprensibile crisi isterica, Hillary oscilla tra le invettive contro il rivale in casa e la necessità di appoggio e di, insomma, non far vedere che le rode quotidianamente e che continua a non riuscirsi a spiegare il di lui successo a sue spese. E infatti, pochi minuti prima, Hillary aveva accusato Obama di aver copiato un passaggio del suo discorso dal governatore del Massachusetts.


Sul ritiro intravisto da molti nella deliziosa scenetta, Hillary ha dovuto negare:

Non è stato l’annuncio di un ritiro. Ma il riconoscimento che siamo entrambi alle soglie di un cambiamento storico. Sono molto orgogliosa che io e Barack, una donna e un afro-americano, stiamo in lotta per la nomination democratica e abbiamo una buona possibilità di diventare presidente».

Insomma, sull’Ohio e sul Texas, per il prossimo ormai molto vicino 4 marzo ci spera ancora, e di tutto farà, perchè la posta in gioco è vitale.

Voglio vincere e ho una buona sensazione

Good feeling?


Chi può dirlo. Ma da donna agguerrita quale si è rispolverata, ieri, accantonato ogni fair play, ha attaccato duramente Barack per alcune email spedite agli elettori in Ohio in cui si critica il suo piano per la riforma sanitaria:

Vergognati Obama. È ora che tu conduca una campagna in sintonia con il messaggio che mandi al pubblico. Ogni democratico dovrebbe scandalizzarsi per le falsità che hai messo in giro

Insomma. E’ onorata di lottare al fianco di uno che poi è un infimo calcolatore che dovrebbe vergognarsi? Molte personalità abitano all’interno di una donna, in effetti.

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