Accordo tra governo e M5S sulla riforma elettorale?

matteo renzi

Il rapporto sulle riforme tra il governo e il Movimento 5 Stelle va avanti dopo che ieri sembrava che tutto fosse smarrito, con Beppe Grillo che è tornato ad attacchi vecchio stile e Renzi che ha richiamato il M5S a meno chiacchiere e più sostanza. Poi in serata la svolta che arriva da Grillo che ha pubblicato sul suo blog “Dieci domande e dieci risposte”. Il M5S passa quindi alla pratica e fa le sue proposte dirette al governo.

Bersani – D’Alema: “Riforma elettorale e voto”

Il Partito Democratico torna a farsi sentire: si riapre dopo le ferie (l’ex segretario Ds le ha passate sulla barca) e Massimo D’Alema si unisce al coro di Pier Luigi Bersani. Per entrambi, personaggi di spicco dell’opposizione, portavoce di una linea che appare sempre più congiunta e parallela, l’obiettivo è quello di arrivare al voto (anticipato, lo pensano tutti e due) dopo aver modificato la legge elettorale.

Utilizzano – sia Bersani che D’Alema – lo stesso organo di stampa per esprimere un parere completo rispetto allo scenario più verosimile: La Repubblica (chat on line per Bersani, intervista a Massimo Giannini sul quotidiano per D’Alema). Settembre regalerà più di un colpo di scena (PdL e Fli, intanto, sembrano ancora i ferri corti rispetto al da farsi circa il processo breve) ma i vertici del Pd sembrano pronti ad affrontare ogni eventualità (sulla falsarga delle parole pronunciate da Rosy Bindi qualche giorno fa: “Non ci spaventa il voto, neppure se fosse con questo sistema elettorale”).

[Candidati Politiche 2008]: Flavia D’Angeli

Penultimo appuntamento con i candidati alle politiche 2008. Manca ormai pochissimo al grande appuntamento che ci vedrà impegnati nella scelta che segnerà, forse, i prossimi 5 anni di politica italiana.

Cosi mentre in tv vediamo passare i vari candidati e molto spesso andarsene per non aver avuto lo spazio che meritano, qui su politicalive ognuno di loro avrà la stessa possibilità di dire la sua, come voi tutti lettori potrete farlo, commentando ogni articolo.

E per concludere, in queste ultime due puntate, vedremo chi più di tutti sta agli opposti, agli estremi. Come penultimo candidato, Flavia D’Angeli di Sinistra Critica.

Obama, shame on you. Hillary all’attacco

Clinton
Quando l’insegnante di inglese (gran donna. Che fine triste che ha fatto, nella miseria delle miserie che è la vita umana) ci diceva Whet a shame, noialtri, adolescenti senza memoria e senza barba, potevamo solo intuire la forza del messaggio. Hillary Clinton che saetta

Shame on you

a Barack Obama, decisamente, ha una certa forza.

Di rosso vestita, è anche decisamente alterata, diretta, avvelenata, agguerrita. Lei smentisce ed esclude, ci mancherebbe altro, sono Hillary Clinton, non certo il primo anonimo che ha deciso di mettersi in testa di arrivare alla poltrona della Casa Bianca, è da escludersi che io pensi di ritirarmi – anche se sono così stanca…
Non l’ha detto, sia ben chiaro, non ha parlato di stanchezza. Certo, a livello di nervi, una donna stenta ad invidiarla. Arriverai forse ad essere la donna più potente del mondo? Ma nel frattempo avrai perso 20 anni di vita e qualsiasi residuo di forma umana.

Quello che i “democrats” non dicono… ve lo dice Nader

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Sulla scena della corsa alla Casa Bianca irrompe il Paladino dei consumatori. Il suo nome è Ralph Nader, e certamente in Italia famosissimo non è. Ecco no, diciamo che non è mai stato ospite della De Filippi, non ci risulta. Ma la sua storia merita di essere raccontata comunque. Nader è un avvocato americano con il pallino della difesa della società dall’Imperialismo capitalista. Detta così fa anche un po’ paura lo ammetto, ma tant’è. Approfondiremo.
I più attenti alle faccende USA lo ricorderanno in una piccola particina come comparsa nelle presidenziali americane 2004, quando si presentò come indipendente raccogliendo un misero 0,7% di consensi. Quelli bravi, ma davvero bravi però, lo ricorderanno anche nella tornata del 2000, quella del dopo Clinton per intenderci, in cui raccolse il 2,7% con 3 milioni di voti.
Fantascienza, ma non è questo il punto.

Popolo delle Libertà: i primi…Casini

La campagna elettorale è iniziata, con centrodestra e centrosinistra pronti ad organizzarsi per arrivare a conquistare lo “scettro” del potere il 18 aprile. Gli schieramenti stanno cercando di unirsi nelle cosidette alleanze e federazioni per permettere una stabilità di governo che risulta fondamentale alla vita di una legislatura.

Se al centrosinistra si hanno ancora alcune difficoltà, dovute soprattutto alla posizione del PD che sembra allontanare i vari partiti politici di estrema sinistra, come ad esempio Rifondazione e Comunisti Italiani, a destra il problema sembra essere l’UDC.

Berlusconi, tra le iniziative che già aveva lanciato in precedenza soprattutto in vista di una possibile riforma elettorale prima delle elezioni effettive, vede nel Popolo delle Libertà il punto cardine della sua nuova politica. Inizialmente, il progetto PDL, voleva vedere una grossa confederazione di partiti uniti in un unico stemma, che permettesse di avere un partito grande quanto un intera fazione (il centrodestra appunto).

Il referendum può aspettare

L’Italia è proprio un paese strano. Ogni volta che sembra, e ripeto sembra, esserci qualcosa di buono, improvvisamente riusciamo a rovinarlo in maniera definitiva. Oppure si cade nelle situazioni più assurde, che con il senno di poi ci fanno pronunciare l’epiteto ormai più famoso tra gli italiani per esternare il loro disappunto: “Solo in Italia poteva succedere…”

E’ormai cosa nota a molti che in aprile ci ritroveremmo per votare il nuovo governo che dovrà comandare, sempre che ce la faccia vedendo il precedente, per i prossimi cinque anni. Quindi il 18 maggio ritorneremo nuovamente alle urne per segnare la nostra opinione sulla riforma elettorale. Sembra assurdo, ma è proprio così. Prima veniamo invitati a votare e a “creare” il nuovo governo, poi nemmeno un mese dopo, verremo nuovamente richiamati per portare un’innovazione ad un sistema elettorale che non è mai piaciuto più di tanto, se non ai politici dei partiti dello 0 virgola qualcosa.

E ascesero al Colle

Quirinale
Il Quirinale è un bel posto. Una convergenza strana di atmosfere lo sovrasta, tra spazio e istituzionalità. E ora, è arrivato il momento. Odierna nota ufficiale del Quirinale stesso: Ai sensi dell’articolo 88 della Costituzione, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, riceverà questa sera, al Palazzo del Quirinale, il Presidente del Senato della Repubblica senatore Franco Marini, alle ore 18,00 e il Presidente della Camera dei Deputati, onorevole Fausto Bertinotti, alle ore 19,00.
E siccome la Costituzione, in questo anno appena cominciato e già martoriato, fa anche 60 anni, fa solo bene andare a vedere per esteso cosa dice la Carta al suo articolo 88 . Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse. Non può esercitare tale facoltà negli ultimi sei mesi del suo mandato, salvo che essi coincidano in tutto o in parte con gli ultimi sei mesi della legislatura.
Marini è già passato, ora è la volta di Bertinotti. Per un unico, troppo probabile risultato. L’annuncio ufficiale dello scioglimento è atteso per domani. Ci dormiranno tutti su.

Marini rinuncia. Anche agli spiragli

spiraglio
Più che spiragli, alla fine si sono rivelati veri e propri spifferi. Signori spifferi di sinistro aspetto. Marini non ha perso altro inutile tempo. Si è presentato da chi di dovere – il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano – e a occhio e croce gli ha riportato che insomma, si capiva, era chiaro, non ci sta proprio niente da fare.
Tradotto in linguaggio istituzionale e politicamente divulgabile, ecco il report del Presidente del Senato: E’ diffusa tra le forze politiche la consapevolezza della necessità di modificare la legge elettorale vigente. Non ho però riscontrato l’esistenza di una maggioranza su una precisa ipotesi di riforma. Per questo ho rimesso nelle mani del presidente della Repubblica il mandato che mi era stato affidato. Ufficiale, chiara, affatto ambigua, forse un po’ amara chiusura del mandato esplorativo.
Nulla di fatto, insomma. Oggi si è concluso, ingloriosamente, l’ultimo giro di consultazioni, quello decisivo.

L’uomo di Arcore ha detto no

Silvio Berlusconi
Non che sia un gran colpo di scena, a dirla tutta. Le consultazioni sono andate come da programma. Attendiamo solo tutti che il buon Marini salga al Quirinale a dire Ah Napolità, te l’avevo detto io….
L’uomo di Arcore non ha mai avuto le idde così chiare, probabilmente. Dialogo sì, ma dopo le elezioni. Una pacca sulla spalla a questi avversari politici ormai disperati, si direbbe. Dopo la caduta del governo Prodi, per Silvio continuano ad esserci solo le elezioni. In realtà c’erano anche prima. Il leader di Forza Italia, si sa, è un ottimista di natura: Non è una tragedia, né un salto nel buio. Questo il suo efficace sunto dopo l’incontro odierno con Franco Marini, in cui ha ribadito la sua posizione immutata.
A non essere d’accordo, ma anche questo è l’esatto contrario del concetto di colpo di scena, è il Partito Democratico. L’Italia che produce non vuole precipitare verso le elezioni, visto il rischio di ingovernabilità e instabilità, ma preferisce una nuova legge elettorale per avere governi capaci di governare. Parola di Walter Veltroni, che giura di avere anche la ricetta vincente. Quale? Un esecutivo a scadenza, col timer, tanto per capirsi, che in tre mesi riscriva le regole del gioco. In caso contrario sarebbe un’altra occasione mancata.

I due Presidenti

Castro
E’ il giorno della verità, o quasi. Oggi all’attacco i grandi partiti, ricevuti alla Corte di Marini per brancolare tra gli spiragli. Verranno ricevuti Gianfranco Fini, Silvio Berlusconi (ha confermato, nonostante il lutto) e Walter Veltroni. Nel pomeriggio sarà la volta dei tre ex presidenti Cossiga, Scalfaro e Ciampi. E poi stop. Pace, fine. Tra stasera e domani mattina Franco Marini dovrà salire al Quirinale.
L’esito delle consultazioni dello spiraglio è quasi certamente senza spiraglio. Il centrodestra non si è schiodato dalle sue posizioni. Il no è rimasto no. Il governo per fare la riforma elettorale non s’ha da fare e a Marini non resta molto probabilmente che desistere. Non ci sarebbero le condizioni per continuare.
A decidere, però, nel centrodestra, che gli alleati lo ammettano e vogliano o meno, è il Silvio. E Marini lo vuole ascoltare assai attentamente. Anche perchè, e non se ne capisce in realtà la recondita ragione, Marini pare ancora ottimista.

Governo Marini: Basta con la solita minestra!

Dopo “Il Calvario del Premier” e quindi “La Caduta: Una storia già scritta” non possiamo che prepararci al nuovo “film” che il nostro governo ha in serbo per noi, ovvero “A volte ritornano”. Il titolo da chiari risvolti horror-psicologici parlerà di un certo genere di essere viventi che non si sa per quale strano motivo non si riesce mai ad eliminare. Vi premetto che si tratta solo di un “trailer” per ora, quindi aspettate non è ancora arrivato nelle sale di tutta Italia.

Quegli “esseri viventi” Gianfranco Fini sicuramente li definirebbe in maniera più precisa come un:

Insieme più o meno raccogliticcio di qualche disperato.

Uno x tutti e tutti con nessuno!

Le legge elettorale è stata definita da molti, il punto che deve unire il centrosinistra per mantenere in vita il governo. Considerando che le parole “mantenere in vita” fanno già capire quanto un governo in quelle condizioni non possa continuare, almeno a mio parere, da questa bozza Bianco stanno apparendo le vere intenzioni dei diversi leader.

Come era chiaro aspettarsi dai piccoli partiti, le loro posizioni sono più che altro di disturbo. Sembrano quegli insetti estivi che, quando si prende il sole tranquilli in mezzo ad un prato in un caldo pomeriggio di luglio, arrivano e iniziano a punzecchiarti in ogni qual dove. Lo fanno per sopravvivere ovviamente, per salvaguardare i loro elettori.

Dalla parte opposta sta invece Silvio Berlusconi, che con il suo FI non ha nessun problema di sbarramento anzi. Vuole mostrare a tutti i partiti, siano questi di centro-destra o di centro-sinistra che il bipartitismo è la soluzione giusta per questo paese. E che uno di quei due partiti sarà il suo.

Berlusconissimo!!!

Quando si muove, è inutile dirlo, tutti lo ascoltano. Chi sta dalla sua parte ne segue le parole deliziato, chi “gioca” contro di lui cerca il minimo cavillo per remargli contro ed infine chi non ha una posizione politica ed un poco scettico lo ascolta, solo perchè lui è “Silvio”.

Sono bastate le poche parole proferite riguardo alla riforma Bianco (quella elettorale per intenderci), che subito i media si sono scatenati. Si sa il Berlusconi pensiero tira sempre ed in ogni occasione spallate contro qualcuno e, su questo argomento, colpisce a destra a sinistra e pure un poco al centro.

La posizione del Cavaliere riguardo la legge elettorale nelle ultime ore sembra cambiata. Infatti, le sue parole, che indicano il referendum come sbocco preferito per quanto concerne la legge elettorale, fanno capire quanto le posizioni di amore tra PD e Ppl si siano allontanate, seppur solo temporaneamente. Da parte dell’ ex-premier viene criticata la scelta, da parte di Bianco e della sua bozza, di aver reso la riforma troppo “proporzionale”.