Rehn contro Berlusconi

Il commissario agli affari economici Olli Rehn, mai eccessivamente tenero nei confronti delle istituzioni nazionali, è tornato a parlare dell’Italia sottolineando come la gravità della situazione economica nazionale del 2011 sia responsabilità politica del precedente esecutivo. Una presa di posizione particolarmente dura, che ha indotto il commissario all’Industria Antonio Tajani a prendere le distanze dal finlandese, e l’ex ministro Brunetta a richiedere una commissione di inchiesta e le dimissioni del commissario.

Secondo quanto sostenuto da Rehn, tra agosto e novembre 2011 “il governo Berlusconi ha deciso di non rispettare più gli impegni presi in estate con l’Europa e in questo modo ha soffocato la crescita economica italiana”. Una scelta che – prosegue Rehn – ha poi portato “alla fine del governo Berlusconi e alla formazione del governo di Mario Monti che poi è riuscito a stabilizzare la situazione in Italia”(vedi anche Monti “riscrive” la politica).

In una nota, il portavoce Simon O’Connor – ricordava il quotidiano economico finanziario Il Sole 24 Ore – “ha precisato che Rehn non voleva in alcun modo influenzare la campagna elettorale. «Né il vice presidente Rehn né la Commissione commentano sui temi di campagna elettorale, in Italia o in qualsiasi altro paese membro». Non è la prima volta tuttavia che il commissario fa un confronto tra i due governi che si sono succeduti negli ultimi due anni. Silvio Berlusconi ha lasciato il potere nel novembre 2011, sostituito da Monti”.

Non è certo la prima volta che Rehn critica la politica del governo Berlusconi. Tuttavia, l’uscita di qualche giorno fa ha contribuito a creare nervosismo tra gli stessi commissari. “Ha commentato Antonio Tajani, commissario all’Industria ed esponente di primo piano del Popolo della Libertà, il partito fondato da Berlusconi: «Come responsabile della politica industriale e quindi di un settore essenziale per il rilancio della crescita mi dissocio e mi rammarico per la dichiarazione sull’Italia del mio collega Olli Rehn, che rischia di fare apparire non indipendente la commissione europea»” – concludeva il quotidiano (vedi anche Berlusconi critiche dalla Germania).

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