Rassegna Critica – Vengo dopo il Tiggì. E dopo il Gay Pride



Taaaaaaaanto se n’è parlato, di questo benedetto appuntamento. Taaaaaaanto. Polemiche a non finire, in tempi di cambi al vertice nell’Urbe. Da Veltroni ad Alemanno, uno che di sicuro nella vita come primo provvedimento politico non penserebbe esattamente alla difesa del Gay Pride.


Tempi in cui il Ministro più piacente della storia della Repubblica italiana – dicono così, e come dare torto – ha negato il patrocinio delle Pari Opportunità al Gay Pride in questione. E giù la polemica – il dibattito? il confronto? la crescita? in teoria… – per giorni e giorni, all’epoca dei fatti. Ciò detto, uno si aspetterebbe, per completezza di informazione, che ci sia l’ultima puntata della vicenda, nei tg del giorno del fattaccio. E cioè ieri, giorno in tutt’Italia – anche Roma – si è svolta l’anteprima del Gay Pride, che si terrà quest’anno, in salsa nazionale, a Bologna.


Quindi sarà in agenda, no, nelle edizioni di ieri sera dei pregevoli tg nazionali? Il Tg1 parte con l’intervista esclusiva a Bush di Gianni Riotta.

Esclusiva, unica, un colpaccio, ciumbia, è o non è ancora il Presidente degli Stati Uniti? Quindi giusto dare l’enfasi che dà la Maria Luisa Busi. Quanto ci piace la Busi… Poi c’è il Berlusca con le intercettazioni.

Lieve malore ma il Presidente del Consiglio si riprende subito


Dino Risi, il dovuto tributo. Il Carabiniere ucciso. Veltroni-camorra, Bossi-clandestinità. Gli Europei. Ahò. Il Gay Pride non è neppure nei titoli di apertura. In compenso, l’intervista in esclusiva a Giorgio Passeggiatore Cespuglio – George Walker Bush – fa paura. Qui la versione integrale della stessa. Fa paura come parla del Premier italiano. Come parla di Saddam.


Il Tg1 giunge a parlare del Pride praticamente come penultimo servizio. Il taglio? Si raccontano i commenti dei presenti, dei curiosi. Chi guarda al corteo con occhi scettici, chi ne vede l’allegria. La contestazione della scelta delle autorità di negare al Gay Pride piazza San Giovanni causa manifestazione religiosa. E, infine, dopo la geniale domanda

Non c’è un partito dei gay che voi sostenete?

Del giornalista, e la (forse) imbarazzata risposta

No, siamo persone come tutte le altre, ognuna con le proprie idee

(A dire che la faccenda sarebbe, ci si arriva anche per logica, non meramente politica) Fine del servizio… La Busi ritorna sullo schermo, con una risatina (perchè?) e introduce gli assai più pregnanti Europei. Di Mara, neppure una citazione. Che modi, nei confronti de il Ministro più piacente della storia della Repubblica italiana.


Passiamo al Tg2, và. Tutto il colore e la bizzarrerie, in effetti, all’istituzionalità del Tg1 è normale che non si addica.


Il Tg2, si diceva. I TITOLI: Berlusconi, meno tasse se pagano tutti. Intercettazioni.

Lieve malore ma il Presidente del Consiglio si riprende subito

Carabiniere ucciso, Hillary che appoggia Obama, la morte di Dino Risi, gli Europei. Niente Gay Pride nei titoli. Però la frase

Lieve malore ma il Presidente dei Consiglio si riprende subito

E’ tale e quale, spiccicata, a quella della Busi. Giunge da Velina di Palazzo Chigi? Comunque, il Gay Pride non è nei titoli.


Anche qui, il servizio sul Gay Pride è nelle ultime posizioni, ma questo è tra il normale e l’auspicabile, data l’agenda di cronaca della giornata di ieri: drammatica. Voci e contenuti dalla manifestazione nel servizio di Daniele Rotondo. Interviste, richieste di Pacs e matrimonio omosessuale. Anche qui viene riportata la polemica per San Giovanni – qui viene spiegato meglio: un CORO all’interno della Basilica Sul Gay Pride interviene Mara Carfagna. E le fanno un’intervista!!!



Lei, pacata, spiega i suoi perchè – non si intende qui entrare nel merito – e noi ce ne andiamo soddisfatti alla scoperta del prossimo TG. No. Anzi no. Non prima di aver pensato, eureka, l’illuminazione: E il contraddittorio? Qui manca però il contraddittorio. Mancava il contraddittorio a Travaglio che parlava di Schifani, no? Sempre di intervista si trattava.



Anche qui un’intervista alla Carfagna. Un po’ più in là nel tempo.


Andiam, andiam, andiam al Tg3 delle 19 di ieri.


Hillary getta la spugna. Intercettazioni secondo Silvio. NOVITA’: Non una parola sul malore del Premier, nei titoli. Altra novità: i giornalisti difendono il diritto di cronaca e dicono

Non tutte le intercettazioni sono uguali. Con queste norme il marcio non sarebbe mai venuto a galla

Medvedev che attacca gli Usa, Veltroni e la Camorra, Dino Risi e il Gay Pride nei titoli. Il Tg3, in qualche modo, parallelamente all’intervista del Tg1 a Bush, risponde con l’annuncio di Hillary, live.


Il lieve malore, comunque, rientra nell’annuncio del servizio su Berlusconi in visita ai Giovani Industriali. Non vengono usate le parole da velina.

Lieve malore ma il Presidente dei Consiglio si riprende subito

E questo consola.


Gli altri Tg della Rai non hanno approfondito nè il contraddittorio dei giornalisti sulla stretta delle intercettazioni, nè Medvedev tutt’altro che dolce con gli USA.

Sfilano a Roma e a Milano i cortei del Gay Pride, coloratissimi e provocatori

Il servizio gioca molto sulla parola ironia, riportando cronaca del carro che ha sfilato, chiamato Sobrietà, in onore, guarda un po’, di Mara Carfagna. Potevano intervistarla anche qui, però.


Andiamo dall’altra parte dell’universo. Andiamo su Mediaset. Tg5 ore 20. I titoli: Giovani industriali e Berlusca, Carabiniere ucciso, Reato di clandestinità, Clinton che appoggia Obama, Dino Risi, Europei, Guerra aperta alle zanzare. Eh? GUERRA APERTA ALLE ZANZARE???? Nei titoli??? E dire che i contenuti non mancavano, ieri… A prescindere dal Gay Pride… Ma no, no. Pregnante. Guerra aperta alle zanzare.

Lieve malore ma il Presidente del Consiglio si riprende subito

Torna la frase velina, con tanto di Silvio che tranquillizza sul suo lieve malore. Vabbè. Vediamo come – e se – analizza il Gay Pride. Zanzare permettendo.


Un minuto e quarantanove di servizio. Molti simboli. Qui non la chiamano ironia. La chiamano

chiassosa e colorata carovana

L’eccesso e questo chiasso richiamano l’attenzione su questa parata. Sono parole di chi commenta. E’ vaga impressione, che diano comunque una chiave di lettura, un’impostazione?


Il Tg4 parla della marcia del governo, non facile. Qui si fa vedere praticamente tutto l’intervento del Berlusca nel suo incontro con i Giovani Industriali. Guardare la conduzione di Emilio Fede è sempre un momento formativo. Il suo commento all’integrale discorso del Premier è quanto di più lontano da qualsiasi elementare regola scritta e non scritta del giornalismo. Com’è possibile che esista un tg nazionale del genere? Coma fa ad essere ancora lì?


La gestione

del calo di zuccheri del Presidente

è commovente.

Assolutamente, sta benissimo

Meno male. Sta benissimo. Meteo. Com’è cambiata la vita nelle città

causa l’aumento di stranieri

Un’inchiesta d’assalto. Un’inchiesta morigerata. Affatto di parte. Guardatevela. Da Brescia.

Parliamo degli stranieri socialmente utili

Poi c’è la conclusione dell’anno scolastico. E c’è Hillary, certo.


Manifestazioni gay, erano a milioni… scusate, a migliaia… per manifestare per la mancata concessione della piazza di San Giovanni… Con qualche, noi diciamo, anche inutile eccesso

Questo: meno di trenta secondi di parole di Emilio Fede per una notizia che è comunque uno dei fatti della giornata. Vabbè.


Infine, i titoli di Studio aperto: Silvio, il malore, Confindustria, Hillary Clinton, Dino Risi. Punto. No Gay, no Pride.


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