Primarie USA: E’ arrivato il momento di giocare sul serio

Morta spacciata? Dead Woman Walking? Perdente? Sconfitta? Ritirata per palesi difficoltà di rimonta? Dimenticatevi tutte queste domande. Come l’araba fenice, che risorge dalle sue ceneri, ecco che Hillary è tornata all’attacco dopo la sconfitta nell’ultimo turno in Indiana e North Carolina.

Era già accaduto in passato. Allora, dopo la pesante sconfitta subita, ritorno più forte e vigorosa di prima. Oggi, dopo il “pareggio-sconfitta” conquistato lo scorso martedì ha voglia di giocare sul serio e alle sue regole.

I numeri parlano chiaro, ma la realtà è differente. Infatti esiste una piccola discordanza di voti dovuta alle primarie in due stati che, al momento attuale, non vengono considerati.

Parliamo dello stato della Florida e dello stato del Michigan. Due stati noti ai più sulla cartina, magari più noto il primo del secondo probabilmente, ma di certo non tutti ricorderanno ciò che è accaduto in questi stati non meno di qualche mese fa.

Dobbiamo tornare all’inizio di gennaio, quando ancora politicalive non era il portale di informazione politica che è oggi, ma soprattutto quando si svolgevano, negli Stati Uniti le primarie nei due stati (15 gennaio in Michigan, 29 gennaio in Florida).

Le primarie in questi stati, infatti, sono state anticipate rispetto alla data predefinita. Due stati dove la vittoria della Clinton è stata sostanzialmente schiacciante e che porterebbe ad Hillary punti importanti per la conquista della primaria democratica.

La stessa Hillary, quando viene intervistata riguardo a questo discorso, risponde in maniera contemporaneamente aggressiva e scocciata:

Se non si considerano Florida e Michigan il candidato democratico verrebbe scelto solo da 48 stati e non più da 50.

Un discorso ampiamente ragionevole, soprattutto considerando che sulla sponda democratica non siamo nella situazione di vittoria assoluta che troviamo nella McCain’s Land. Motivo in più per dover considerare questi voti.

Una situazione contorta e complicata che può essere risolta dal Democratic National Comittee, che deve ancora decidere in merito. Una decisione, che in un momento delicato come questo potrebbe spostare la bilancia dell’elezione verso la “woman candidate”. Let’s Go Hillary.

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