Clinton’s List

Dal titolo di questo articolo qualcuno di voi potrebbe iniziare a pensare a qualche somiglianza con quel film di Steven Spielberg che, nel 1993, catturò l’attenzione di tutti nei confronti del “prima sconosciuto ora famoso” Oskar Schindler.
In questo caso non si tratta di nulla di ciò. Anzi, si tratta di qualcosa di completamente diverso. La lista di Clinton infatti non è una lista di nomi da salvare.
La Clinton’s List la potremmo forse definire meglio come una black list, una lista nera dove sono indicati tutte quelle persone, quelle organizzazioni, quei media che per un motivo o per l’altro hanno portato alla sconfitta di Hillary (ancora non ufficialmente, ma in dirittura di arrivo).

Il fatto strano è questa lista non è stata redatta dalla “protagonista” della campagna elettorale, ovvero la bionda Hillary, ma dal “former president”, ovvero Bill “marito di Hillary” Clinton.
L’idea di molti negli Stati Uniti, anche osservando alcuni sketch comici sulle reti a stelle e strisce (uno di questi, quello trasmesso dalla WWE in un suo show era anche stato postato sul nostro sito), è che Bill si sia voluto intromettere troppo in quella che non era la sua campagna elettorale.
Posso immaginarne le motivazioni. I suoi pensieri erano: “Io sono già stato presidente per 8 anni, gli USA mi adorano, mi metto io in prima posizione anziché Hillary e la vittoria è assicurata”. Purtroppo non è stato così, proprio perchè la sua posizione, molto spesso troppo dominante, ha portato a mettere in secondo piano ciò che effettivamente Hillary è e ciò che voleva rappresentare per il paese.
Nelle sue attività di primo piano, Bill si è anche messo ad analizzare ciò che i media hanno fatto contro di loro (si noti loro non “lei”). Secondo il “former president” la sconfitta della bionda candidata sarebbe arrivata dopo le primarie in Texas e Ohio, per mano dell’associazione pacifista MoveOn.org.
Questa associazione, che tra l’altro aveva già affermato di sostenere Obama, sostanzialmente fece una sorta di cospirazione contro la Clinton al termine delle primarie sopra citate. Vista la situazione notevolmente a favore del coloured candidate decise di convincere i vari superdelegati di sostenere colui che con assoluta certezza avrebbe vinto con ampio margine.
Il resto è storia e adesso quell’ampio margine non esiste, anche se a dirla tutta non è mai esistito. Esiste un candidato in vantaggio e una candidata che insegue, da sempre.
Ma esiste anche un uomo, che una lista in mano e senza potere, saprà a chi non mandare gli auguri il prossimo Natale.

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