La riforma della Giustizia è la vera priorità del paese?

Foto: Ap/LaPresse

Dopo la scesa in politica di Silvio Berlusconi nel ‘94, in Italia si è parlato sempre di più di un utilizzo politico della Giustizia e della maniera, secondo i suoi collaboratori, con cui i magistrati tentano di “liberarsene”, dando vita a polemiche che hanno e stanno lacerando il paese.

Il processo Mediaset, il caso Mills e in ultima istanza il caso Ruby non hanno fatto altro che acuire queste polemiche, portando sempre più la Giustizia nell’agenda di Governo, tanto, che le attenzioni dell’Esecutivo si stanno concentrando proprio sulla riforma della Giustizia.

In questo senso sono esemplificative le parole rilasciate al Tempo da capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, secondo cui: “La riforma della Giustizia non è ancora arrivata in porto perché in questi anni all’interno della maggioranza prima l’Udc e poi Fini hanno bloccato elementi importanti” ma “con l’uscita di Fini dal Pdl, e la maggiore omogeneizzazione delle forze che sostengono il governo, può essere la volta buona”. Secondo Cicchitto “i tempi sono maturi perché il dato vero è che, dal 1991 in Italia, siamo in una fase nella quale con caratteristiche diverse la giustizia è stata utilizzata a fini politici”.

Strage di Viareggio a rischio prescrizione

Foto:Ap/LaPresse

La strage di Viareggio è una delle ultime più cruente stragi che l’Italia attuale può ricordare. Il presidente della Regione Toscana, ha dichiarato ”La Regione si e’ costituita parte civile- aggiunge – Mi auguro che la giustizia faccia il suo corso e presto. Con la riforma che il Governo vuole varare – osserva Enrico Rossi – c’e’ il rischio, se il processo durera’ piu’ di 2 anni, che il reato di omicidio colposo plurimo cada in prescrizione”.

Questa dichiarazione è stata fatta dopo le ultime notizie che arrivano dall’udienza odierna che ha portato la prossima udienza nei primi mesi estivi del 2012, quindi tra circa un anno e mezzo. Il presidente del tribunale di Lucca Gabriele Ferro ha dichiarato: “mi auspico infatti che l’acquisizione delle prove avvenga a luglio altrimenti a meta’ ottobre”. Successivamente sarà l’udienza preliminare che avverrà prima di Gennaio – Febbraio 2012 . A quel punto,m il processo ci sarà alle soglie del 2012 e inizio 2013.

Qual è la situazione in Pakistan?

Foto: Ap/LaPresse

Qual è la situazione in Pakistan? La rivolta che ha portato alle dimissioni di Mubarak in Egitto prima e i tumulti che stanno delegittimando la leadership di Gheddafi in Libia poi, hanno messo in second’ordine le notizie che arrivano dal paese asiatico.

Il Pakistan veste in una grave crisi economica, a cui sta cercando di far fronte con nuove riforme. Riforme che si trovano al vaglio dell’inviato americano Marc Grossman, che si trova a Islamabad per incontri con il governo e l’apparato militare. Il diplomatico è arrivato ieri da Kabul e secondo l’agenzia App ha “elogiato le nuove misure economiche prese dal governo”. Fra queste nuove misure c’è l’aumento dei prezzi del carburante deciso agli inizi del mese, che ha trovato una grande insoddisfazione popolare.

Libia, altri scontri a Tripoli. Mandato d’ arresto per Gheddafi

Foto: Ap/LaPresse

In Libia si combatte ancora, sia nella capitale, Tripoli, dove si sono verificati spari all’ uscita della preghiera del venerdì in moschea, così come in altre città come Al Zawya, dove, secondo Al Jazeera, ci sarebbero stati più di 50 morti e 300 feriti.

A Tripoli, le forze filo-governative hanno disperso con gas lacrimogeni un raduno di un centinaio di oppositori nel quartiere di Tajura, nella parte orientale della città. Vicino alla moschea, a piazza Algeri, invece, adesso ci sono solo i sostenitori di Gheddafi, con bandiere e ritratti del rais, mentre la piazza è presidiata dalle forze dell’ ordine.
Le forze fedeli a Gheddafi avrebbero inoltre bombardato nuovamente il terminal petrofilero di Breda, città nella parte orientale del paese che era stata presa dai ribelli. Il figlio del Rais, Saif, in un’ intervista a Sky, ha spiegato come questa sia stata “Un’ indispensabile mossa strategica” per mettere in fuga i ribelli, proprio per l’ importanza del terminal petrolifero proveniente da quella città. Anche in Cirenaica sarebbe in atto una controffensiva militare per la conquista dei pozzi petroliferi.
Bombardamenti aerei
da parte delle forze governative si sarebbero verificati anche a Misurata, città controllata dai ribelli sempre nella parte orientale del Paese, cosi come ad Ajdabiya, dove sarebbe stata attaccata una base militare controllata dagli insorti, senza però causare vittime, mentre nelle vicinanze di Bengasi, roccaforte dei ribelli, le forze di Gheddafi avrebbero provocato 17 morti.

Sfrattato, si barrica dentro casa e minaccia di farla esplodere

Foto: Ap/LaPresse

L’allarme è scattato nella mattinata di oggi. Erano circa le 9.30, quando un uomo con un mandato di sfratto dalla sua abitazione, si è rinchiuso dentro casa con la Madre minacciando di dare fuoco alla casa. L’uomo a minacciato di farla esplodere, aprendo una bombola del GAS. Subito dopo la minaccia sono state avvisate le forze dell’ordine che con l’ausilio di 5 squadre dei vigili del fuoco, e tre volanti dei carabinieri, sono riusciti a far uscire di casa l’uomo intorno alle 12.00 .

il tutto è avvenuto nel quartiere Casilino. Nelle foto di oggi, vi mostriamo mentre l’uomo viene portato via dai soccorsi e l’abitazione dove si erano barricati l’uomo e la madre.

Denuncia-shock Roma: “Donna stuprata da Carabinieri”

Foto: Ap/LaPresse

Lo scorso Mercoledì 23 Febbraio 2011, per la signorina S. inizia un incubo dal quale ne uscirà solamente dopo due giorni, forse. Quella mattina, la ragazza viene sorpresa a rubare dei vestiti all’interno di un punto vendita Oviesse sul Casilino (Roma). Vengono subito chiamati i Carabinieri, i quali la portano nella caserma lì vicino per i primi accertamenti. Dopo alcune ore passate in caserma, alla ragazza viene riferito che sarà processata per direttissima il giorno seguente. Le carceri di quella caserma sono piene e quindi viene subito trasferita alla caserma del Quadraro. La ragazza arriverà in caserma che è già tarda sera, dopo alcune ore arrivano i carabinieri di turno che dopo aver passato qualche ora a bere, si sono portati dietro anche un amico Vigile Urbano.

I carabinieri aprono la porta della cella e la invitano ad accomodarsi in sala mensa. I rapporti sessuali sono ripetuti, la ragazza viene invitata anche a bere. La mattina dopo, viene portata in Aula per la prima udienza del suo processo. Durante la prima udienza la ragazza è stordita, non ricorda quasi nulla, ma solamente il sesso con i carabinieri. Gli restano impressi tre tatuaggi presenti sul corpo di uno dei carabinieri. La ragazza però non dice nulla al giudice il quale la rimanda a casa. Solamente durante il pomeriggio, convinta dal ragazzo, si reca alla caserma del Casilino per sporgere denuncia.

Chi ha ucciso Yara? Si indaga anche sul misterioso testo su Wikipedia

Foto: Ap/LaPresse

Prosegue senza sosta la ricerca dell’assassino di Yara Gambirasio. Le indagini della procura ora si sono spostate anche sul WEB dopo la comparsa di un particolare messaggio in una delle pagine di Wikipedia. La pagina è quella che riguarda il film “Vesna va veloce” di Carlo Mazzacurati . il testo era inserito all’interno della trama del film, diviso in parole sparse per tutta la pagina. Una volta ricostruito il testo, è apparso: “So dove si trova il corpo di Yara. Contattate il numero: …. ” e poi veniva indicato un numero di telefono. Il messaggio è apparso pochi giorni prima del ritrovamento del corpo della povera Yara.

Gli investigatori stanno analizzando tutti gli accessi al sito relativi al momento della modifica della pagina, con la collaborazione di Wikipedia. Le indagini, però, si sono spostate anche su Facebook ,dove una presunta amica di Yara ha scritto in bacheca, un commento dove affermava di sapere dove si trovasse il corpo della ragazza. Gli investigatori stanno cercando di capire se effettivamente quella persona che ha inviato il messaggio, è una persona informata sui fatti, o solamente il solito mitomane di turno.

Fini da Vespa: “non voto sul caso Ruby. Bossi è il vero premier.

Foto: Ap/LaPresse

Il presidente della Camera Gianfranco Fini, intervistato oggi da Bruno Vespa a “Porta a Porta“, ha fatto sapere che non si pronuncerà sul conflitto di attribuzioni fra i poteri dello Stato, chiesto dalla maggioranza in relazione al “caso Ruby“, poichè, ha spiegato, “Tutti sanno che il presidente non vota”. “La stella polare è il rispetto del regolamento” ha aggiunto.
Il leader di Futuro e Libertà non ha risparmiato frecciatine polemiche al conduttore: quando ad esempio Vespa faceva alcune osservazioni sulla legge sul “processo breve” , ha risposto: “E’ noto che lei sia informato su quello che fa Berlusconi”.  Vespa ha quindi replicato: “Sono cose che leggo sui giornali così come leggo le intercettazioni che in altri paesi non sono consentite come qui da noi”. E anche Italo Bocchino, vicepresidente di Futuro e Libertà, ha criticato aspramente un servizio riguardante la “diaspora” interna al partito, affermando: “Non mi pronuncio sulla faziosità del servizio. Neanche Bonaiuti avrebbe saputo fare di meglio.
Fini si è poi chiesto: “E’ possibile che in questo paese si debba sempre parlare della giustizia e dei problemi di Berlusconi?” Inoltre, si è detto favorevole alla decisione di prendere una “proroga” di quattro mesi sul federalismo, che ha definito “Una decisione saggia che allunga i tempi della legislatura, visto che quindi non si voterà quest’ anno.” Per Fini, quindi, ora vanno riscritte “le regole del gioco insieme”, con una riduzione del numero dei parlamentari e una nuova legge elettorale. Molto critico si è detto, sempre, sul processo breve, in particolare sulla “norma transitoria”, mentre si è mostrato più possibilista sulla riforma della giustizia, dicendosi “Favorevole alla semplificazione delle carriere”. Per il presidente della Camera, comunque, il governo, ora, dovrebbe sopratutto occuparsi “della reale condizione meridionale o di un piano di rilancio dell’ occupazione giovanile”.

Funerali militare morto in afghanistan

Foto: Ap/LaPresse

Sono iniziati alle 11.30 i funerali dell’alpino morto in Afghanistan nella giornata di Lunedì scorso. I funerali si sono svolti nella chiesa di Santa Maria degli Angeli a Roma. Alla celebrazione funebre hanno partecipato le più alte figure politiche, presente anche il Presidente Silvio Berlusconi e Giorgio Napolitano, accolto sul sagrato dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa presenti già da prima dell’arrivo del feretro nella chiesa.

Alla celebrazione si segnala anche la presenza dei presidenti di Camera e Senato, Fini e Schifani, il presidente della Consulta, De Siervo, i ministri Bossi, Calderoli, Tremonti, Matteoli, il governatore del Veneto, Luca Zaia. Nella galleria, vi mostriamo l’arrivo della salma in chiesa portata dal alcuni Alpini.

Imprenditore gambizzato a Cazzago san martino

Foto: Ap/LaPresse

Un uomo di 64 anni è stato ferito ad una gamba nella mattina di oggi, a Cazzago San Martino vicino Brescia. L’uomo è stato ferito alla gamba nel piazzale della sua azienda, in totale sono stati esplosi tre colpi da un fucile da caccia, uno dei tre ha colpito l’uomo alla gamba, ferendolo. L’imprenditore non è in pericolo vita, ma è stato ricoverato con urgenza presso l’ospedale di chiari. Attualmente gli investigatori ancora non conoscono le ragioni del gesto.

Vi mostriamo le foto subito successive ai colpi da fuoco e all’intervento dei carabinieri nel piazzale dove è avvenuto il fatto.

Cosa è successo in Libia? Gheddafi sempre più solo

Foto: Ap/LaPresse

Cosa è successo in Libia? Ma soprattutto cosa sta succedendo a Gheddafi? Il leader del paese nordafricano, pur ostentando una certa calma, è rimasto circondato da pochi fedelissimi. Ieri il raìs ha attaccato Italia e Ue, che questa mattina ha provveduto a bloccare i beni di sei membri della sua famiglia.

Sempre questa mattina il Colonnello ha dato ordine di bombardare il terminal petrolifero di Brega.

Federalismo, la Camera approva la fiducia. Ma Calderoli chiede una proroga


Si è tenuto stasera
alla Camera il voto di fiducia sul federalismo municipale, che è stato approvato con 314 si, 291 no e 2 astenuti. Applausi per il leader della Lega Umberto Bossi da parte dei suoi deputati, che hanno sventolato in aula le bandiere delle regioni del Nord, venendo poi richiamati dal vicepresidente di turno Antonio Leone. Fra loro anche il premier Berlusconi, che li ha “omaggiati” indossando un fazzoletto verde nel taschino. Berlusconi ha poi dichiarato, parlando con i cronisti: ” Sono tranquillissimo. C’ erano due deputati in missione e due malati. La maggioranza è a 320″.
Il ministro della Semplificazione normativa Roberto Calderoli, della Lega, dopo un incontro con una delegazione dei “Popolari d’ Italia”, si è però impegnato a proporre domani al Consiglio dei Ministri “Un’ inìziativa legislativa finalizzata alla proroga di quattro mesi del termine di scadenza della delega prevista dalla Legge 42″ sul federalismo fiscale, prevista per il 21 maggio.
Per Bossi, comunque, il voto di oggi è “Un giro di mattoni in più, siamo quasi al tetto” e ha aggiunto: “Ora abbiamo iniziato anche il federalismo regionale”. Quanto alla possibilità di una fine anticipata della legislatura, invece, il leader leghista ha risposto: “Noi vogliamo completare il federalismo, poi vediamo. Restiamo con i piedi per terra”, mentre l’ asse con Berlusconi “Per adesso tiene” poichè, spiega, “Berlusconi è stato l’ unico a darci i voti per il federalismo”.

Dall’ opposizione, il segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani ha spiegato così il voto contrario del suo partito: ” Se il federalismo fiscale lo si fa e lo si fa per bene, lo votiamo. Se invece si fa un pasticcio, noi votiamo contro. Questo decreto, al di là delle vostre favole, è un pasticcio.” E rivolgendosi al Carroccio: “Cara Lega, non venite a dire che reggete Berlusconi per fare il federalismo. Noi vi garantiamo che il processo federalista va avanti anche senza di lui”.
Contro il provvedimento anche l’ UDC, come ha spiegato il suo leader Casini: “Ci sono ragioni politiche e di merito che ci inducono a dire di no ancora una volta. Non possiamo fidarci della Lega, almeno finchè non ci troveremo su alcune cose elementari, del tipo Roma non è Roma ladrona ma la nostra capitale”. Per Casini, poi, “Non si vuole fare un vero federalismo ma approvare uno spot della Lega.”
Per Futuro e Libertà, il capogruppo Benedetto Della Vedova, annunciando il voto contrario del suo partito, ha affermato: “Non è una buona riforma, non è condivisa, è frettolosa” e può creare “Un aumento della spesa al nord e aumento delle tasse al sud.” Infine, dall’ IDV, Antonio Borghesi ha attaccato: “Se volete scambiare il gusto vuoto della riforma con il sostegno a Berlusconi per i suoi processi noi lo andremo a dire in tutti i posti”.

Cos’è il caso Mills?

Foto La Presse

Cos’è il caso Mills? In che maniera è coinvolto Silvio Berlusconi? Sono solo due delle possibili domande sulla vicenda che coinvolge il premier e l’avvocato inglese. Andiamo con ordine.

Siamo nel 1999 e David Mills è un consulente per la finanza estera inglese della Fininvest, una holding finanziaria fondata dal 1978 da Silvio Berlusconi. Il rapporto di collaborazione con la società del presidente del Consiglio diventa un caso giudiziario quando lo stesso Mills scrive una lettera al suo commercialista, Bob Drennan, dicendo che Berlusconi aveva versato 600.000 dollari in nero sul suo conto in Svizzera tramite Carlo Bernasconi. Versamento che sarebbe stato effettuato per ripagarlo della sua “aggiustata” testimonianza resa al tribunale di Milano nell’ambito del processo per corruzione alla Guardia di Finanza e nel processo dei fondi neri di All Iberian per salvare, cita testualmente Mills al suo commercialista, “Mr. B”, dove B. sta per Berlusconi: “Ho tenuto fuori Mr B. da un mare di guai“.

Il PDL: “par condicio” ,alternare i conduttori.L’ Antitrust blocca gli incroci giornali-tv.

Alessio Butti,del PDL, ha presentato in Commissione di vigilanza RAI un atto di indirizzo sul pluralismo che propone, fra l’ altro, di alternare, di settimana in settimana, conduttori di talk show “con diversa formazione culturale”, da far andare in onda in prima serata. Per Butti, l’ occupare sistematicamente le serate di martedì e giovedì ( quando vanno in onda, rispettivamente, “Ballarò” e “Annozero”,) ” E’ diventata una rendita a vantaggio di alcuni conduttori“, e per questo chiede che “La RAI valuti l’ opportunità di sperimentare l’ apertura di altri spazi informativi e\o di approfondimento affidati ad altri conduttori, da posizionare negli stessi giorni (martedì e giovedì), alla stessa ora (prima serata), sulle stesse reti e con le stesse risorse esistenti secondo una equilibrata alternanza settimanale”. La bozza presentata dal PDL, comunque, rimane per ora  a livello di proposta, senza valore cogente, come si legge proprio nel testo, dove è scritto: “La Rai valuti l’ opportunità di sperimentare” tale modalità.
Duro il commento di Michele Santoro, conduttore di Annozero, una delle trasmissioni “nel mirino” , che ha dichiarato: “Siamo al  Minculpop, ma con gerarchi che assomigliano alle caricature dei fascisti”. Nella sede RAI di via Teulada sono state recapitate oggi una busta con 4 proiettili e una lettera di minaccie per Santoro, Gomez, Travaglio e Barbacetto; sull’ episodio indaga la Digos.

Assai critico, per quel che riguarda le reazioni politiche, anche il leader dell’ IDV Antonio Di Pietro, che ha affermato: “Siamo alle purghe dei peggiori regimi.” e ha assicurato: “L’ Italia dei Valorì farà le barricate fuori e dentro le Camere.”
Anche per il vicepresidente della Commissione di vigilanza RAI Giorgio Merlo, del PD,La bozza del senatore Butti non è condivisibile, poichè, ha spiegato, l’ atto di indirizzo sul pluralismo non dovrebbe diventare “una clava per colpire qualcuno”.
Dall’ UDC, Enzo Carra e Roberto Rao, segretario e capogruppo in commissione di vigilanza RAI, hanno ricordato, in una nota congiunta, di aver già presentato “un lungo documento con tutti gli elementi di critica rispetto al testo di Butti”, ma, aggiungono, “Ci sono stati dei cambiamenti, ma largamente insufficienti”. Per Flavia Perina. di Futuro e Libertà, tale proposta andrebbe estesa anche al TG ! di Minzolini e a “Porta a Porta” di Bruno Vespa.
L’ Antitrust, invece, si è pronunciata sulla norma, presente nel decreto Milleproroghe, riguardante gli incroci proprietari fra stampa e tv, e, in una segnalazione inviata al premier Berlusconi e ai presidenti di Camera e Senato Fini e Schifani, ha definito “inopportuno” che sia il presidente del Consiglio, che è anche il proprietario del più grande impero televisivo italiano, ad avere il potere di prorogare o meno il divieto di incroci proprietari stampa-tv oltre il 31 marzo 2011.