Cos’è il caso Mills?

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Cos’è il caso Mills? In che maniera è coinvolto Silvio Berlusconi? Sono solo due delle possibili domande sulla vicenda che coinvolge il premier e l’avvocato inglese. Andiamo con ordine.

Siamo nel 1999 e David Mills è un consulente per la finanza estera inglese della Fininvest, una holding finanziaria fondata dal 1978 da Silvio Berlusconi. Il rapporto di collaborazione con la società del presidente del Consiglio diventa un caso giudiziario quando lo stesso Mills scrive una lettera al suo commercialista, Bob Drennan, dicendo che Berlusconi aveva versato 600.000 dollari in nero sul suo conto in Svizzera tramite Carlo Bernasconi. Versamento che sarebbe stato effettuato per ripagarlo della sua “aggiustata” testimonianza resa al tribunale di Milano nell’ambito del processo per corruzione alla Guardia di Finanza e nel processo dei fondi neri di All Iberian per salvare, cita testualmente Mills al suo commercialista, “Mr. B”, dove B. sta per Berlusconi: “Ho tenuto fuori Mr B. da un mare di guai“. Drennan letta la missiva, denuncia il suo cliente al fisco inglese per corruzione ed evasione fiscale e gli spedisce un memoriale dell’accaduto, che però viene rigettato.

La confessione di Mills viene considerata seriamente dalla magistratura inquirente italiana, che innesca il processo contro l’avvocato inglese. La posizione di Berlusconi viene congelata grazie all’approvazione del Lodo Alfano, ma solo fino al 7 ottobre 2009, data in cui la Corte Costituzionale dichiara l’illegittimo il Lodo che “blocca” i processi per le quattro alte cariche dello Stato.

Il 17 febbraio 2009 Mills è condannato dal tribunale di Milano a 4 anni e 6 mesi per aver ricevuto 600.000 dollari versati sul suo conto da Silvio Berlusconi, in cambio di due false testimonianze nell’ambito di due processi in cui era imputato il maggior esponente del Pdl.

A metà novembre 2009 vengono pubblicate le motivazioni della condanna per corruzione in atti giudiziari “susseguente” e non “antecedente” alle testimonianze: “un compenso di 600mila dollari e la promessa di tale compenso nell’autunno 1999. Elementi che si collocano temporalmente in epoca successiva rispetto alle deposizioni testimoniali di Mills, e da essi non si può pertanto prescindere per valutare la qualificazione del tipo di corruzione“.

Il 25 febbraio dello scorso anno la Corte di Cassazione ha accolto la richiesta del procuratore generale, dichiarando l’intervenuta prescrizione del reato per Berlusconi, ma riconoscendo Mills anche colpevole di aver recato danno all’immagine dello Stato e condannandolo a un risarcimento di 250.000 euro alla Presidenza del Consiglio, che si era dichiarata parte civile nel processo.

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