Polemiche su Alessandro Neviani del PD: “Salvini, prepareremo un altro cappio”

Alessandro Neviani
Alessandro Neviani

Pesanti polemiche quelle che si sono venute ad innescare nella giornata di oggi dopo il post di Alessandro Neviani sui social. In realtà si tratta di un commento, che in poche ore ha fatto il giro della Rete, con il quale il consigliere comunale del PD di Formigine ha invocato un altro cappio per Salvini. Un richiamo nemmeno così indiretto a Piazzale Loreto e alla fine di Benito Mussolini, come è stato riportato anche da Bufale.net.

Ripristino dati da hard disk, la soluzione migliore si chiama EaseUS Data Recovery Wizard

EaseUS Data Recovery Wizard

Recuperare dati dopo un attacco malware non è così semplice: per la maggior parte degli utenti che non hanno grandi conoscenze nell’uso del computer, la soluzione migliore dovrebbe essere quella di affidarsi a programmi specifici realizzati proprio per svolgere con efficacia tale operazione. Uno dei migliori software per recupero dati è senz’altro EaseUS Data Recovery Wizard. Si tratta probabilmente del programma più efficace per effettuare il ripristino dei dati in modo facile e rapido.

Ripristino dati da hard disk in modo semplice e rapido

La polivalenza di questo programma per recuperare dati è davvero notevole. Infatti, EaseUS Data Recovery Wizard è in grado di effettuare il ripristino di file che sono stati rimossi per un semplice errore, così come dei dati all’interno di hard disk che sono stati danneggiati oppure formattati. Uno dei vantaggi di puntare su questo programma è che consente di recuperare davvero ogni tipologia di dati: si va dai classici file di Office fino ad arrivare alle immagini, ma anche alle email e ai filmati. Inoltre, è in grado non solo di recuperare dati da hard disk formattato, ma pure da delle memory card, così come memorie di massa esterne, fotocamere, device mobili e tanti altri supporti di memorizzazione.

I vantaggi di questo software

Tra i vari pregi di EaseUS Data Recovery Wizard troviamo indubbiamente quello di poter effettuare il recupero video cancellati anche da partizioni che sono state rimosse oppure hanno subito dei danni. Inoltre, si possono ripristinare file pure in seguito all’avvenuta operazione di pulizia del cestino. E con le partizioni RAW o a cui non si può accedere? Nessuno problema, dato che EaseUS Data Recovery Wizard riesce ad essere efficace anche in questa operazione di ripristino. Completo sotto tutti gli aspetti, ma soprattutto molto facile da usare: i dati persi possono essere ripristinati in tre semplicissimi passaggi, per poi visualizzare anche l’anteprima dei file e decidere quali effettivamente recuperare.

Il Capitano della Sea Watch arrestata: Salvini soddisfatto

sea watchIl Capitano della Sea Watch Carola Rakete è stata arrestata e posta ai domiciliari, dopo aver nuovamente forzato il blocco navale e aver rischiato la collisione con una motovedetta della Guardia di Finanza. L’accusa è di resistenza o violenza nei confronti di una nave da guerra, per la quale si rischiano da tre a dieci anni.

Le reazioni

Naturalmente soddisfatto il ministro degli Interni, Matteo Salvini:

“Io spero che lunedì i giudici di Agrigento confermino l’arresto della comandante della Sea-Watch che questa notte ha fatto un atto di guerra contro il nostro Paese, a se così non sarà abbiamo già pronto un decreto di espulsione”.

Il Viminale sta considerando un provvedimento diretto per Carola Rackete, in modo che non possa entrare nel nostro paese per cinque anni, in base alla legge sui cittadini comunitari pericolosi.

Il ministro Salvini lancia così un monito anche per le altre navi, come la tedesca Alan Kurdi e la spagnola Open Arms:

“Non si avvicinino all’Italia se no anche per loro ci sarà lo stesso trattamento”.

Tornando al Capitano della Sea Watch, Carola Rackete ha ammesso l’errore in manovra, che ha costretto la motovedetta della Guardia di Finanza ha lasciare il molo in fretta e furia. È stata portata in caserma e trattenuta fino alle 9 del mattino.

AICOM: obiettivo rafforzamento sui mercati esteri e formazione dei collaboratori

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AICOM è una società privata di ingegneria fondata negli anni ’90, attiva nella progettazione integrata di infrastrutture complesse ed insediamenti industriali, nelle tecnologie della security e nella progettazione ambientale.

L’intuizione vincente è partita dall’ing. Mauro Tanzi, che ha valorizzato le sue esperienze professionali mediante la creazione di una società capace di operare nel settore dell’ingegneria con un approccio multidisciplinare ed innovativo.

A raccontare l’evoluzione di questa solida società è il dott. Andrea Tanzi, Managing Director responsabile del Business Development di AICOM, in una intervista in cui evidenzia: “Nel corso degli anni, con il coinvolgimento di professionisti, manager e partner industriali, AICOM è cresciuta fino a diventare una delle principali società private di ingegneria sul territorio nazionale, attiva sia in Italia che all’estero”.

Tra le principali esperienze che hanno permesso ad AICOM di crescere sia aziendalmente che professionalmente, Andrea Tanzi ricorda “la progettazione di nuovi stabilimenti industriali post sisma de L’Aquila, la sicurezza integrata per le maggiori raffinerie e centrali energetiche italiane ed il project and construction management di complesse iniziative infrastrutturali in Italia e all’estero nel settore della difesa”.

Oggi AICOM opera con una propria ed articolata organizzazione interna e coordina progetti su larga scala con il supporto di specialisti nei più diversi campi di attività.

Ha inoltre acquisito una significativa esperienza nella pianificazione, sviluppo, progettazione e coordinamento di attività in numerosi settori, tra cui industriale, aeroportuale, civile, telecomunicazioni, sicurezza fisica e logica, ambientale, sanitario.

È una realtà che coniuga capacità d’innovazione nei nuovi campi della tecnologia applicata e consolidata esperienza nei settori tradizionali di infrastrutture, ambiente, idraulica, progettazione civile integrata, ingegneria aeroportuale e gestione immobiliare.

AICOM è un luogo di design e management, il punto di contatto tra esperienza e innovazione, tra la qualità del design tradizionale e la progettazione del terzo millennio.

Guardando al lungo periodo e ad una ulteriore crescita, Andrea Tanzi anticipa che “l’azienda sta portando avanti con successo un piano di rafforzamento in mercati esteri, operazioni di M&A (Merger and Acquisition) con l’obiettivo di rafforzarsi in settori in forte espansione, oltre alla formazione continua dei suoi collaboratori per mantenere, anzi incrementare, qualifiche e certificazioni”.

Importante joint-venture tra Fincantieri e Naval Group

joint-venture Fincantieri Naval Group

Fincantieri e Naval Group hanno dato vita ad una importante joint-venture, che apre la strada al progetto di rafforzamento della cooperazione navale militare dei due gruppi per la creazione di un’industria navalmeccanica europea più efficiente e competitiva.

L’accordo, Alliance Cooperation Agreement, è stato firmato dai rispettivi amministratori delegati delle due società Giuseppe Bono e Hervé Guillou a bordo della fregata “Federico Martinengo”, ormeggiata presso l’Arsenale della Marina Militare di La Spezia, unita’ del programma italo-francese Fremm.

Attraverso la joint-venture, Fincantieri e Naval Group condivideranno best practice tra le due società condurranno congiuntamente attività mirate di ricerca e sviluppo; ottimizzeranno le politiche di acquisti; prepareranno congiuntamente offerte per programmi binazionali e per l’export.

L’accordo stabilisce che la societa’ avra’ sede a Genova, con una controllata in Francia, a Ollioules, vicino Tolone.

Al vertice della joint-venture ci sarà un consiglio d’amministrazione composto da sei membri, tre espressi dagli italiani e tre dai francesi.

Per il primo mandato triennale, Fincantieri esprimerà il presidente ed il Chief Operational Officer, e Naval Group l’amministratore delegato e il Chief Financial Officer.

Nel consiglio, a conferma della valenza strategica che Fincantieri e Naval Group attribuiscono a questa operazione, siederanno Giuseppe Bono, che assume la carica di presidente non esecutivo della joint-venture, ed Hervè Guillou. L’amministratore delegato sarà Claude Centofanti, dirigente di Naval.

L’accordo si inquadra nel progetto ‘Poseidon’ di avvicinamento tra i due gruppi, lanciato in occasione del summit franco-italiano di Lione nel 2017.

Le nuove Fremm di Fincantieri non usciranno al momento dalla nuova Joint Venture con Naval Group, come ha precisato l’ad di Fincantieri Giuseppe Bono.

“Al momento – ha detto Bono – abbiamo programmi in comune, il primo sarà l’ammodernamento delle Orizzonti e poi speriamo di fare altri programmi in comune tra Francia e Italia. Soprattutto lavoreremo sull’esportazione, l’integrazione sarà maggiore”.

Sull’accordo che riguarda il settore difesa, Bono ha precisato: “ci dobbiamo attrezzare per aggredire il mercato asiatico: lì la concorrenza è più agguerrita, non ci sono Marine che hanno una capacità simile a quella europea o americana. Lì la concorrenza di coreani e cinesi è massima, abbiamo già un piano su come operare”.

Elezioni europee: Salvini trionfa ma non chiede poltrone

salviniDopo il grande successo alle elezioni europee, dove la Lega ha conquistato il 34,4% delle preferenze, Matteo Salvini non chiede poltrone o rimpasti, ma un’accelerazione del programma di Governo.

Il Movimento 5 Stelle, sconfitto e al terzo posto dopo il Pd, ora dovrà fare i conti con la debacle, a partire dai nodi principali ancora non sciolti con l’alleato.

I prossimi passi

Salvini, pur non reclamando poltrone, farà sentire il peso del suo successo elettorale, a partire dai programmi non condivisi tra i due alleati. In primis c’è la Tav, che il Movimento non vuole, mentre la Lega è favorevole all’opera.

I Grillini hanno perso tra i quattro e i cinque milioni di voti dalle scorse politica, dimezzando le preferenze. Pesano le difficoltà e le incomprensioni, forse dovuti all’inesperienza. Dopo l’iniziale silenzio, questa mattina ha parlato il vicepremier Di Maio, che ha gustificato il crollo con l’assenteismo dei propri elettori.

In realtà, queste europee hanno visto un’affluenza record in tutto il continente, dove i partiti populisti non hanno ottenuto quanto sperato, ad eccezione della Gran Bretagna, dove ha trionfato Farage e il suo partito Brexit, che vuole un’uscita dall’Europa senza deal. Ora la palla passerà al successore della May, che il 7 giugno lascerà il suo incarico da premier.

Accordo tra sindacato e Governo sulla scuola

scuolaNotte lunga per il Governo, che ha anche trovato un’intesa sulla scuola con i sindacati. Scongiurato lo sciopero che era stato indetto dai sindacati, Flc Cgil, Cisl e Uil scuola, Snals e Gilda, per il 17 maggio.

I sindacati si sono dimostrati soddisfatti per la risoluzione dei problemi, in particolare per l’università e l’AFAM (Alta formazione artistica e musicale). L’accordo è stato raggiunto alla presenza del premier Giuseppe Conte, del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti e del sottosegretario Salvatore Giuliano.

L’accordo

Soddisfazione è stata espressa da parte del ministro Bussetti: “Ringrazio il presidente Giuseppe Conte per il supporto dato alla trattativa e ringrazio i sindacati: insieme stiamo lavorando per il bene della scuola”.

Anche il premier Conte è intervenuto sui media: “Consapevole di dover investire di più, pur in un quadro di finanza pubblica che purtroppo ci pone dei vincoli, il governo si è impegnato a individuare le risorse necessarie per il rinnovo dei contratti, assicurando un congruo incremento degli stipendi che vanno adeguati alle responsabilità dei docenti”.

L’accordo prevede l’autonomia differenziata, a cui i sindacati tenevano particolarmente per mantenere l’unità della scuola ed evitare il progetto di Lombardia, Veneto e Emilia Romagna, che avrebbero scorporato le tre regioni dal resto del paese, nella gestione del personale della scuola e nei finanziamenti.

C’è poi il rinnovo del contratto, e la lotta al precariato, con più di 136mila supplenti nelle scuole italiane. Infine più flessibilità per università e ricerca.

Presidente Corte Costituzionale al Salone della Giustizia: giù le mani dalla Costituzione

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“La Costituzione è sana e robusta, non credo meriti sconvolgimenti”. È il messaggio lanciato dal presidente della Corte Costituzionale, Giorgio Lattanzi, al Salone della Giustizia nel corso del suo intervento che ha preceduto il convegno dal titolo “Sana e robusta Costituzione”.

“A mio parere – ha affermato Lattanzi – sono prive di giustificazione le iniziative, alle quali assistiamo da più di 30 anni, dirette a una profonda revisione della Costituzione, come se ne avesse urgente bisogno, come se avesse bisogno di un tagliando”.

“La Costituzione – ha aggiunto – non è solo la nostra legge fondamentale, è anche e soprattutto un’idea di società democratica, alla cui base c’è la persona, ogni persona, con i suoi diritti ma anche con i suoi doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale, secondo la formulazione dell’articolo 2: un’idea di società, pluralista, aperta e tollerante, in cui le ragioni dell’autorità si confrontano con quelle della persona, con i suoi diritti e con le sue tutele, che però non sono necessariamente destinate a prevalere”.

“Non si può pensare che una modificazione dell’assetto organizzativo – ha spiegato il presidente della Consulta – non abbia ripercussioni sulla sfera dei diritti e della libertà, è ciò deve indurre a prudenza quando si vuole mettere mano anche ad aspetti che appaiono marginali, perché le ricadute possono essere ben più vaste”.

A seguire si è tenuto un interessante dibattito a più voci, moderato dal vice direttore del Corriere della Sera Antonio Polito.

“La nostra Costituzione – ha osservato il vicepresidente della Luiss, Paola Severino – è una giovane settantenne. Non solo resiliente ma lungimirante. riesce a trovare spunti di applicazione anche oggi”.

Il presidente delle Camere penali, Gian Domenico Caiazza, ha precisato che bisogna “mantenere fermissimo il principio dell’indipendenza del pubblico ministero e della sua intangibilità dal potere politico”.

“Vi è la necessità – ha sottolineato – di una riforma che introduca la separazione delle carriere. Serve una differente organizzazione tra magistratura requirente e giudicante, proposta di legge nata da su impulso dei penalisti. Si tratta di una modifica alla Costituzione ma nell’ottica del rafforzamento di un principio fondativo”.

Questa edizione sarà in diretta streaming sul sito ufficiale IUS101.IT. Il programma completo del convegno è disponibile su www.salonegiustizia.it

L’Italia sulla Via della Seta. Opposizione degli USA

via della setaL’Italia nicchia alla Cina e al suo progetto sulla nuova Via della Seta, ma trova l’opposizione degli Stati Uniti, mascherata da scetticismo. Washington si sa, cerca di avere il controllo sui suoi alleati, e non vorrebbe un’Italia sulla famosa nuova Via della Seta cinese, la nuova rotta commerciale che Pechino sta preparando attraverso l’Asia, verso l’Europa. Dietro lo “scetticismo” si è quindi manifestata, a livello diplomatico, una vera preoccupazione comunicata ai mass-media. l’America aveva già utilizzato la via privata per dire al nostro paese che questo avvicinamento non si doveva fare.

Le dichiarazioni americane

Arrivano così le dichiarazioni del portavoce del Consiglio di Sicurezza USA, Garret Marquis, al Financial Times: “La Via della seta è un’iniziativa fatta dalla Cina, per la Cina. Siamo scettici che l’adesione del governo possa portare benefici economici durevoli al popolo italiano e nel lungo periodo potrebbe finire per danneggiare la reputazione globale del Paese”.
Tradotto, agli Stati Uniti non piace la geopolitica italiana, che porterebbe il nostro paese ad essere un interlocutore privilegiato nel vecchio continente. E ora che i tempi stringono, con la possibilità di una firma d’intesa nel probabile (ma non confermato) viaggio del premier cinese in Sicilia, l’America alza la voce. Xi Jinping poi andrà in Francia e negli Stati Uniti, con la firma del primo paese del G7 pronti a fare affari con Pechino. In Europa solo Ungheria e Grecia hanno firmato, ma ci sono 70 paesi in tutto che già hanno siglato l’accordo.

Brexit: prove tecniche di rinvio. May e Corbyn verso il sì

brexitQualche giorno fa, Jeremy Corbyn aveva acceso le speranze dei sostenitori di un nuovo referendum sulla Brexit. Ieri è stato affiancato dalla May, alle prese con la rivolta dei suoi ministri, tre dei quali avevano minacciato di dimettersi in caso la Premier non fosse riuscita ad ottenere il famoso deal.

La proposta della May

Arriva così la proposta della May, che vorrebbe lasciar decidere al Parlamento se affrontare un no deal o chiedere un rinvio della Brexit, sfruttando la sentenza della Corte di Giustizia europea. Ora la palla passa alla Camera, che dovrà decidere il 12, 13 e 14 marzo, votando una serie di emendamenti che (forse) faranno luce sul futuro.

Un “pasticciaccio brutto”, questo della Brexit, con la Gran Bretagna che sembra essere arrivata impreparata su tutti i fronti, alla fatidica data del 29 marzo. Da una rigidità incomprensibile (visto la strettissima vittoria dell’exit) ad una paura strisciante anche da parte degli “stay”.

Il paese si trova di fronte ad un caos politico in cui finora è stato detto di tutto, mentre la parte economica del paese ha già deciso da che parte stare. Uscire sarebbe un disastro, secondo le aziende, soprattutto senza un no-deal.

La rigidità e lìottusità di molte componenti politiche hanno fatto perdere di vista la real politik della situazione britannica, a cui bastava un ripensamento delle frontiere per limitare la forte immigrazione. Invece si è voluto portare lo scontro a livello ideologico.

Fincantieri non si tocca: i sindacati sono con Giuseppe Bono

Fincantieri sindacati Giuseppe Bono

“Fincantieri non si tocca” lo dicono in coro i sindacati del Gruppo Fincantieri dopo aver appreso la notizia della possibile sostituzione dell’attuale amministratore delegato Giuseppe Bono.

Il Fatto Quotidiano nei giorni scorsi avanzava l’ipotesi che Bono venisse sostituito da Paolo Simioni, amministratore delegato di Atac, l’azienda romana per i trasporti autoferrotranviari che al momento versa in brutte acque.

Secondo quanto si legge nell’articolo, a decidere per l’arrivo di Simioni a Fincantieri è stato il sottosegretario agli Affari regionali Stefano Buffagni, che gode della fiducia del vicepremier Luigi Di Maio, che ha girato la richiesta all’amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti Fabrizio Palermo.

Di fronte a questa eventuale anticipazione, i sindacati di uno dei più importanti complessi cantieristici navali d’Europa e del mondo, senza esitazione si sono schierati dalla parte dell’ad Giuseppe Bono.

Per la RSA dirigenti Fincantieri di Trieste c’è “il rischio che il nuovo amministratore delegato di Fincantieri possa essere nominato prescindendo sia dalla conoscenza del business della nostra azienda che dall’esperienza nel nostro settore industriale”.

Pertanto i dirigenti Fincantieri, come scrivono in una nota, esprimono la “loro contrarietà a sostituire i vertici Fincantieri, che hanno portato a casa in questi anni i grandi risultati sotto gli occhi di tutti, in una logica di una “spartizione di poltrone”, condizionata esclusivamente dalla politica, che riteniamo ormai appartenere al passato”.

“La continuità di azione dell’attuale management – concludono – , che ha dimostrato la capacità di ottenere risultati straordinari, è l’unica via per proseguire nello sviluppo della nostra azienda, creando un valore di cui beneficia tutto il nostro Paese”.

La UILM di Palazzo della Marineria di Trieste precisa che è “utile, necessario e doveroso mantenere l’attuale assetto di Fincantieri per riuscire a portare a termine quanto di buono cantierato in questi ultimi anni. Diversamente c’è il rischio che si perdano opportunità che poi porterebbero direttamente ad un possibile indebolimento del gruppo, con una conseguente possibile difficoltà occupazionale”.

R.S.U. Fim-Uilm Fincantieri Monfalcone si sofferma sui successi raggiunti dall’azienda grazie alla “politica lungimirante” dell’ad Giuseppe Bono, condivisa con le organizzazioni sindacali ed i lavoratori anche attraverso confronti e scontri.

Per il sindacato proprio l’attività di Bono ha garantito “la crescita dell’occupazione con carichi di lavoro mai registrati nella storia della navalmeccanica”.

Viene definita “pura miopia istituzionale “dalla Segreteria FIM – CISL e UILM – UIL provinciale di Venezia, la sostituzione dell’attuale amministratore delegato di Fincantieri.

FIM – CISL e UILM – UIL inviano al Governo un messaggio chiaro: “i lavoratori e le lavoratrici di Fincantieri non consentiranno, in silenzio, la mercificazione della più grande azienda cantieristica del mondo. Questo non è un gioco. Giù le mani da Fincantieri. Una eccellenza italiana come quella dell’azienda guidata dall’attuale ad Bono va tutelata e difesa senza alcun indugio”.

A fianco di Giuseppe Bono anche il segretario generale della Uilm di Genova, Antonio Apa; il vicepresidente nazionale di Unioncamere, Antonio Paoletti; il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, e il Governatore della Liguria, Giovanni Toti.

Cdp punta sull’ad di Atac Simioni per il vertice di Fincantieri

Cdp Simioni Fincantieri

Tempo di nomine per la Cassa depositi e prestiti che nelle prossime settimane deve decidere chi mettere alla guida delle società che controlla.

Per Fincantieri, il nome più quotato è quello di Paolo Simioni, sostenuto dal sottosegretario agli Affari regionali Stefano Buffagni, a cui il vicepremier Luigi Di Maio ha dato ampia delega per le nomine. A favore di Simioni sono accorsi anche i 5Stelle vicini a Virginia Raggi.

Secondo quanto riporta Il Fatto Quotidiano in un articolo dal titolo “Chi vince al gioco delle poltrone con la politica sempre più debole”, il sottosegretario ha chiesto all’amministratore delegato della Cdp Fabrizio Palermo di piazzare Simioni al posto dell’attuale amministratore delegato Giuseppe Bono.

Simioni è amministratore delegato dell’Atac, “disastrata azienda tranviaria” di Roma. Se Fabrizio Palermo dovesse mettere in atto la richiesta ricevuta da Buffagni, Simioni si ritroverà amministratore delegato di uno dei più importanti complessi cantieristici navali d’Europa e del mondo. Il nome del nuovo ad di Fincantieri, Palermo deve portarlo nel consiglio d’amministrazione il 6 marzo.

Anche la nomina di Palermo a capo della Cdp è stata una scelta del sottosegretario di area Movimento 5Stelle, che a suo tempo l’ha imposta al ministro dell’Economia Tria che invece preferiva Dario Scannapieco, che ricopre la carica di vicepresidente della Bei, la Banca europea per gli investimenti.

Tra gli altri incarichi relativi alle società controllate, che la Cassa depositi e prestiti deve distribuire c’è Eni, Poste, Terna, Snam, Italgas, Saipem, Sace e altre decine di società.

A ricoprire la carica di presidente di Sace, società per azioni specializzata nel settore assicurativo-finanziario, vorrebbe andare Andrea Pellegrini, che attualmente in Cassa depositi e prestiti è senior advisor per le partecipate. É stato voluto nel ruolo di consulente da Fabrizio Palermo.

Pellegrini però ha concentrato nelle sue mani così tanti incarichi che gli stanno creando non pochi conflitti d’interesse.

È consigliere d’amministrazione della Maire Tecnimont, principale concorrente nell’impiantistica petrolifera della Saipem controllata da Cdp, dove appunto Pellegrini è advisor. Vicepresidente della catena alberghiera Ihc, sulle due catene di hotel di cui è azionista, consiglia Cdp. È consigliere della Sias, una holding che opera nel settore delle concessioni autostradali, ed è nel consiglio d’amministrazione della IDeA Capital Funds Sgr, fondo di private equity di De Agostini, concorrente diretto dei fondi di private equity di Cdp.

M5stelle e Salvini: inversione di marcia su autorizzazione a procedere

salviniSalvini e il M5stelle ci ripensano, per quel che riguarda l’autorizzazione a procedere sul caso Diciotti. Nei giorni scorsi il Movimento aveva deciso di votare a favore dell’autorizzazione a procedere, e lo stesso Salvini ostentava sicurezza nel voler farsi processare. C’erano state comunque tensioni tra i due fronti della maggioranza, che ora invece sembrano convergere verso una linea comune.

La nuova strategia

Dopo l’iniziale reazione di rigidità nei confronti dell’ideologia che aveva sempre contraddistinto il M5stelle, ora i pentastellati si sono resi conto che processare Salvini sarebbe come processare il governo. Anche lo stesso premier leghista ha fatto dietrofront, accorgendosi della stessa caratteristica che questo procedimento porta con sé.

Non bisogna essere schierati, per capire che la magistratura sta intervendo su una decisione politica legittima, e non su un reato.

Lo stesso Salvini, oggi, in una lettera aperta sul Corriere della Sera, chiede che “il processo non sia fatto”. Perché sarebbe un processo ad un governo, con un precedente decisamente inusuale per una democrazia, dove la libertà di decisione politica, nel rispetto della Costituzione, è uno dei fondamenti.

A chiarire le posizioni di entrambi i gruppi di maggioranza, arriva Emilio Carelli, ad Agorà: “Dopo le ultime posizioni di Salvini, le condizioni sono cambiate: nel Movimento 5 Stelle esiste una prassi, si vota sì all’autorizzazione a procedere. Ma quella della Diciotti è stata una decisione collegiale che ha investito tutto il Governo. Credo che Conte e Di Maio dovrebbero autodenunciarsi. Dobbiamo riflettere bene se votare sì o no all’autorizzazione per Salvini”.

Il governo può rispondere di reati, e non certo di decisioni politiche.

Piani di rilancio per la Popolare di Bari

Banca popolare di Bari politicalive

Il Gruppo Banca Popolare di Bari, il più grande gruppo bancario autonomo del Centro e Sud Italia, con impegno e determinazione sta affrontando adeguatamente i rapporti con i propri soci e i clienti.

Popolare di Bari sta preparando un nuovo piano industriale per rilanciare l’Istituto e un contestuale aumento di capitale, nonostante le turbolenze che si sono addensate sul settore bancario.

Negli ultimi anni, il quadro normativo incerto non ha aiutato il settore delle banche popolari, creando un periodo non sereno.

In merito alla complessa interpretazione della riforma, dopo il pronunciamento della Corte Costituzionale, il Consiglio di Stato ha deciso di adire la Corte di Giustizia dell’UE per ottenere i necessari chiarimenti sui due temi maggiormente controversi: la soglia degli attivi e il diritto al rimborso per i soci in caso di trasformazione.

Oltre due anni per decidere sulla riforma e ciò ha avuto delle ripercussioni sul settore delle popolari che sono, da sempre, maggiormente vicine ai tessuti produttivi in cui operano.

In questo contesto turbolento gli istituti di credito cercano di affrontare le leggi attualmente vigenti.

Popolare di Bari si sta adeguando al panorama attuale e oltre al nuovo piano industriale, a breve la Banca si attiverà per deliberare un irrobustimento del patrimonio.