Mickey Mouse for President

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Sono ben 11, ma solo di quattro di loro si può dire di ricordare il nome – e probabilmente non è solo un problema divisuale dall’estero. Hillary Clinton e Barack Obama per i democratici, Rudy Giuliani e John McCain per i repubblicani. Ognuno ha una storia ma nessuno può vantarne la trasparenza. E dire che gli aspiranti presidenti USA hanno tutti, nessuno escluso, l’obbligo di rendere pubblica la ”fonte” dei finanziamenti ricevuti in campagna elettorale.

Tu quoque, Lamberto?

Cesare

Regalo di Santo Stefano dai Liberaldemocratici al Premier Romano Prodi. “Il governo in Senato non ha più i numeri per governare. Ed è assurdo che Prodi pensi che soltanto lui possa svolgere quel ruolo“. Lamberto Dini parla, e la sua voce sembra levarsi quasi dai banchi dell’opposizione. Nessuna concessione all’esecutivo e al suo presente, nella sua critica.

La fine di un golpe

Poco meno di un anno fa, Thaksin Shinawatra, fuggiva in esilio dalla Thailandia, insediandosi a Londra, a causa di colpo di Stato che comportò il rovesciamento del governo.

Allora il 58enne Shinawatra era famoso come presidente della Thailandia, oggi ci si ricorda di lui come presidente del Manchester City, squadra che milita nella Premier League Inglese (Serie A inglese n.d.r.). Eppure vi sono sentori che fanno supporre che presto potremmo tornare a riconoscerlo come “premier” piuttosto che come “patron”.

Attenti al lupo. La democrazia italiana e Cappuccetto Rosso

 Lupo

Xmas time, e Romano, in qualità di Presidente del Consiglio, deve dire la sua. Dare un messaggio a questa popolazione bistrattata e dal cenone dimezzato. A questi giovani senza un futuro, a quest’occupazione sfuggente, al lavoro e alle sue vittime, alla convivenza, alla politica che non esiste più. Romano Prodi ci prova. A pronunciare la parola speranza.

Betlemme. E’ di nuovo Natale

Bethlehem

Betlemme torna ad essere la città sfondo di ogni presepe. La Cisgiordania si colora di nuovo di Natale, racconti, leggende, storie e Storia dalle tinte forti. Le più forti. Turisti, pellegrini, gente, voci, colori. Sono decine di miglaia, e sono proprio a Betlemme. Sono qui, nella città di Gesù Bambino, per festeggiare questo Natale. Di nuovo, ancora. Per la prima volta da quando è cominciata la seconda Intifada. Era il lontano settembre del 2000.

Elezioni Libano: Prossimo rinvio 29 dicembre 2007

Sono ormai 3 mesi che il Libano attende le elezioni presidenziali che eleggeranno il successore di Emile Lahud, capo di stato libanese uscente, rimasto in carica fino al 24 novembre.

Una situazione, quella libanese, molto complicata; dove i grandi paesi stranieri (Usa e Francia su tutti esercitano grandi pressioni) cercano di “gestire” le elezioni di un paese che sembra non riuscire a organizzare la propria repubblica autonomamente.

Un’autonomia quella libanese, conquistata con l’indipendenza più di due anni fa, ma che evidentemente rimane tale solo sulla carta. Le pressioni esterne hanno portato all’ennesimo rinvio comportando, inoltre, un ulteriore problema. Se si dovesse rinviare anche l’elezione del 29 dicembre la prossima sessione di potrebbe tenere solo il 15 marzo, dato che il Parlamento non sarà più in sessione ordinaria fino a quella data.

God save the Queen, e giacché dia un occhio anche Oltreoceano. Ovvero: Buon Natale

BarneyCam VI: “Holiday in the National Parks”

E la Barney Productions presenta… Gli auguri di Natale di Mr. President!

BarneyCam VI: “Holiday in the National Parks”, ovvero: comunicazione politica ai minimi della logica grammaticale, dei contenuti, della qualità e della beltà dell’audiovideo. Uno storyboard opinabile, un cagnetto – quello del Presidente – che vuole fare il Ranger, e una tematica, quella dei Parchi Nazionali, che manda avanti la Nazione.

Prodi ai militari: “Vi vedo e mi commuovo”

Un messaggio che arriva dal cuore, e da altra parte non potrebbe arrivare visto i destinatari del discorso, quello del premier Romano Prodi, che il giorno dell’ante-vigilia di Natale si è recato, a bordo di un C-130, in Afghanistan a visitare i soldati di istanza a Kabul e ad Herat, i due avamposti italiani del paese.

Un viaggio, quello di Prodi, non solo di visita ma anche di augurio “ufficiale” da parte della Nazione ai valorosi militari che combattono per una nobile causa, quella di garantire e permettere al popolo afghano di “crearsi” una nuova vita, dimenticandosi il passato di dominio talebano.

A Nightmare before Christmas – Parte II

Epifani

Credeva di poter passare delle festività mediamente serene. Dopotutto, aveva persino ottenuto la fiducia sulla Finanziaria. E’ andato anche a Kabul, e si è commosso. “Grazie soldati, siete l’orgoglio d’Italia”. Su Alitalia infuriano le polemiche da più parti. Ma ha detto 15 gennaio, e se 15 gennaio non sarà, plausibilmente sarà dopo. Chissà che il panettone non plachi un po’ gli animi. Ma il Professore sa ormai da tempo che i canditi non attaccano con Guglielmo. Perchè Epifani, oltre ad essersi pronunciato sull’affaire Alitalia, ha mandato il suo messaggio alla nazione. Un sindacalista che parla di salari e di fisco.

Alitalia: a nightmare before Christmas

 Nightmare before Christmas

L’ossessione del volo ha preso un po’ tutti. Da Roberto Formigoni ai sindacati. La recente decisione del Consiglio di Amministrazione di Alitalia ha sollevato il putiferio. E, dopo le affatto tenere considerazioni del Presidente della Regione Lombardia,  ecco levarsi la voce del Segretario Generale della Cgil, Guglielmo Epifani.

Un Natale ad Alta Tensione

Il problema che riguarda Palestina e Israele è una questione che prosegue ormai da molti decenni. A mio parere, nessuno sa come sia iniziata, o meglio nessuno sa chi abbia dato il via alle ostilità, ma peggio ancora non si riesce a trovare un modo per darne un fine.

Tregue, incontri diplomatici, dichiarazioni sono servite a ben poco negli ultimi anni. Durante un respiro, sono state subito dimenticate nel respiro successivo. Una situazione che nemmeno l’intervento dei grandi paesi occidentali, e nello specifico il presidente degli Stati Uniti d’America, è riuscito a placare.

Eppure uno spiraglio nelle ultime ore, che si avvicinano al Natale Cristiano simbolo universale di pace, sembrava esserci. Il leader di Hamas, nome della più nota organizzazione religiosa palestinese, Ismail Haniyeh, ha proposto al leader di Israele una tregua a tempo indefinito e a tal proposito auspicano l’intervento dell’Italia come intermediario della situazione:

Una tv di comunisti e prostitute

E’ questo ciò che trapela, dalle parole di Silvio Berlusconi, intercettate, legalmente o non è forse più una questione di etica che di giustizia, telefonicamente: la nostra televisione pubblica è costituita solo da comunisti e da prostitute.

L’estratto, che fa da incipit per il titolo, arriva direttamente dalla telefonata fra Berlusconi e Agostino Saccà, responsabile delle fiction tv rai, e che è divenuta un vero e proprio “scandalo” sia per il fatto che, l’ex presidente del Consiglio, fosse in grado di dare “indicazioni” sulle decisioni della tv pubblica, sia per la considerazione che egli ha della RAI.

Ministri. Quando si tira la cinghia

Prodi

Italiani gloriosi e dai leggendari fasti. Italiani che il cenone di Natale lo fanno al risparmio. Che si buttano sul regalo utile – se proprio devono spendere – oppure decisamente spendono meno o, ancora, non spendono affatto per questa faccenda consumistica delle Feste di fine anno. Lo dice il Codacons, lo dice il Times, “lo ha detto certamente la televisione”, lo dicono, insomma, un po’ tutti. E l’Italia tira la cinghia.

Fa notizia – perchè bizzarra, fondamentalmente, nello scenario della politica nostrana – l’ultima trovata di Romano Prodi. Cui, probabilmente, non ha, almeno in questo caso, fatto male l’esperienza europea. Anche il Consiglio dei Ministri solidarizza col resto del Paese, e tira la cinghia.

Dolce vita che te ne vai. Quando il Times confuta Fellini

Dolce vita

Italia strapazzata. Di tutti i colori, autorevolissimi colori come quelli del New York Times e del molto british Times, sul Bel Paese e dintorni.

Sbatti l’Italia in prima pagina. Lo ha fatto lo storico giornale della Grande Mela il 13 dicembre scorso, in un editoriale che tanto dibattito ha alimentato da queste parti. Ora è il britannico Times che completa l’opera. “La dolce vita turns sour as Italy faces up to being old and poor”. Il simpatico Richard Owen, autore del pezzo, inviato per il Times a gironzolare per queste strade d’Italia, ha detto la sua. Senza sconti. Ora. L’italiano – medio, alto, basso, non importa. L’italiano, insomma – è particolarmente sensibile alla voce della stampa straniera. Sarà perchè normalmente di noi non si parla mai. O quasi mai. Non siamo esattamente la voce di un paese autorevole e seguito. Insomma, in genere Le Monde, il Times, il New York Times, l’Herald Tribune, la BBC e compagnia bella hanno, di base, di meglio da fare.