
Alcune considerazioni sulla terza Repubblica

Mamma quanta gente, sembra quasi che abbiamo vinto le elezioni…
In ritardo, il Berlusconi III si scusa:
Ma sapete com’è, da stamani non faccio che ricevere gradite telefonate dai massimi leader europei e internazionali
L’hanno chiamato in tanti. Willfred Martens, leader del Ppe. Hans Gert Poettering, (nome da Pollyanna, invece no), il Presidente del Parlamento Europeo. E lui, il belloccio, il marito di Carlà Brunì. Pardon, Sarkozy. Poi il Re, Juan Carlos. Gordon Brown. Angela Merkel. E gli amici, dove li mettete gli amici:
e poi ovviamente Bush e Putin che giovedì sera sarà qui a cena
Ho telefonato al leader del Pdl, Silvio Berlusconi, e gli ho fatto gli auguri, come usa nelle democrazie occidentali
Mai caduto in contraddizione nel non nominarlo – orticaria spontanea, chissà – ora non può che saltare agli occhi, anzi, alle orecchie: lo evoca, nome e cognome, per la prima volta. Perchè, con una coerenza intoccata, per tutta la campagna elettorale, deliberatamente, quel nome non l’ha pronunciato.
Se nel nostro bel paese le elezioni sono ufficialmente concluse ed hanno visto vincente il lato “basso” della politica italiana (basso proprio in altezza, e non so se ci capiamo), negli Stati Uniti la lotta è ancora accesa e per Obama sembrano aprirsi scenari che potrebbero compromettere sempre più la sua candidatura.
Quale potrebbe essere la peggior piaga per un candidato nel paese più potente del mondo è semplice: essere accusato di essere degli altri, di essere di quelli “contro”, insomma di essere un comunista. Poi soprattutto vedendo anche i risultati ottenuti in Italia dai seguaci di Marx in questo momento, spero per Obama che questo scenario si chiuda il più presto possibile.
Se poi queste parole escono dalla bocca del senatore Joe Libermann, che conosce Barack Obama da molto tempo, allora c’è veramente molto di cui preoccuparsi.
50 milioni di italiani al voto, 630 seggi alla Camera e 315 al Senato da assegnare, decine di province e comuni da ripartire. Ecco in breve i numeri che oggi interessano gli italiani, e che interessano noi di PoliticaLive.
Si, perché oggi, per l’occasione, proprio su PoliticaLive, abbiamo organizzato un EVENTO LIVE dove condividere dati, impressioni, critiche, commenti, immagini e video su uno dei giorni più importanti della Storia italiana, quello che potrebbe rappresentare la svolta per il Belpaese, stanco e fermo da anni, troppi.
Tutti noi abbiamo dei segreti. Segreti nascosti che a volte preferiamo non tirare fuori, che preferiamo restino dove sono per evitare qualsiasi genere di problema. Rimangono dentro di noi anche se avremmo una gran voglia di tirarli fuori perchè potrebbero compromettere un amico vicino a noi. O magari anche solo un conoscente.
Non preoccupatevi non mi sono trasformato improvvisamente in un maestro zen che ha intenzione di proporvi la sua dottrina di vita. Però se rileggete il concetto di cui sopra e al posto dei due amici, sostituite Hillary Rodham Clinton e Barack Obama (che forse sarebbe meglio definire nemici-amici), otterrete l’attuale situazione democratica.
Le primarie democratiche si stanno portando in questo modo. I due candidati hanno dalla loro dei punti forti che hanno permesso ad entrambi di giungere fino a questo punto ancora appaiati. La Clinton ha dalla sua la “storicità” del partito, ha al suo fianco un uomo che è stato il Democratico per molti anni (chi si scorderà mai le sue legislature? E non parlo solo di politica…). Obama ha dalla sua la freschezza, il volto nuovo, la voglia di esserci in quel posto. Porta entusiasmo a volte un po’istintivo che lo lascia cadere in situazioni poco felici.
Tutti ne parlano e praticamente nessuno lo fa. In Italia, specie in questi giorni, si è parlato molto spesso di quote rosa e affini. In un periodo dove il potere al femminile conquista rispetto e importanza, la Spagna è la prima isola felice della donna al potere.
Ha infatti avuto inizio ufficialmente il secondo mandato alla guida del governo spagnolo per Josè Luis Rodriguez Zapatero, dopo aver prestato giuramento nella mani del re Juan Carlos.
Ed ecco arrivare a Palazzo della Zarzuela, luogo dove si è tenuta la breve cerimonia, la notizia che nessuno si aspettava. Nel consiglio dei ministri del secondo mandato i ministri “rosa” superano i ministri uomini con un 9 a 8, che sbalordisce l’opinione pubblica.
Ciao Marcello, sono Aldo, Aldo Micciché. Posso darti una mano qui in Sudamerica?
Le conversazioni risalgono – pare siano in tutto non più di tre – a gennaio e febbraio.
Posso darti una mano