Lodo Alfano e processo Mediaset, ovvero: come impiccia questo art.3 della Costituzione

Toh. E’ successo. Il Fato, a volte… Presto? Tardi? Chi può dirlo. E’ successo. Doveva succedere prima o poi… Oppure no?

E tu? Dove vai a ballare?

Ma anche, sempre citando Caparezza:

Costretti a subire ricatti di uomini grandi, ma come coriandoli

Questo per dire cosa? Che, toh, si è fermato il processo Mediaset.

Perché? C’è un processo Mediaset? Che è stà novità? Eh. Parrebbe di sì. Ma sfido chiunque a girare per le vie delle città italiane e chiedere alla gente: Se le dico processo Mediaset, cosa mi risponde?

Imbarazzato silenzio. Colpevole ma vittima.

C’è – c’era – una volta un processo che vede, tra gli altri imputati, Silvio Berlusconi per presunte irregolarità nella compravendita di diritti televisivi da parte di Mediaset.

Tutti insieme per mamma America

Se pensate che l’Italia, con il suo problema della compagnia di bandiera in piena crisi e sull’orlo del fallimento, sia un paese dove vi siano tutti i problemi, dove non è possibile vivere in maniera dignitosa, dove non si può stare tranquilli un solo secondo per il terrore che possa sempre accadere qualcosa di negativo a livello finanziario, vi suggerisco di non prenotare viaggi oltreoceano per dirigervi verso il nuovo continente; perchè sappiate che potreste incorrere in gravi problemi.

Ben scavato vecchia talpa (reality inside)

“E quando la rivoluzione avrà condotto a termine questa seconda metà del suo lavoro preparatorio, l’Europa balzerà dal suo seggio e griderà: ben scavato, vecchia talpa”
Karl Marx
“L’Isola dei famosi è un inferno”
Kabir Bedi
“Dimmi dimmi dimmi tu, dimmi come si fa a resistere in un mondo pieno di bla bla, dimmi dimmi dimmi tu, dimmi come si può sopravvivere a una vita in un reality show”
Francesco Di Gesù
Mario Adinolfi ha detto stop. Non parteciperà a La Talpa, reality show per entomofagi giunto alla sua terza edizione (!). Vi prego, non facciamo figure barbine. Come dite? Chi è Mario Adinolfi? Nnamo bbene… Andiamo per gradi. Oltre ad essere un quasi partecipante al suddetto programma televisivo, in onda – forse – sulle reti Mediaset nei prossimi mesi, Mario è principalmente un blogger. Collaboratore fisso del quotidiano margheritino Europa, conduttore radiofonico e televisivo, candidato alle primarie dello scorso anno per la scelta del segretario nazionale del PD con la sua Generazione U, nonchè semiprofessionista al tavolo verde di texana. Troppo? Troppo poco? Fate voi. Icasticamente, Mario Adinolfi è un politico di estrazione democristiana, o aspirante tale. A quanto pare.
Niente scontro al calor bianco nella battaglia degli ascolti tra comunisti e ciellini dunque. Per ora. Come dite, non è chiaro? Suvvia ragazzi, siamo pur sempre un blog che si occupa di politica, come tradisce evidentemente la denominazione del nostro sito. Luxuria vs Adinolfi. Intesi? Dai, procediamo.

Lettera a Gomorra

Era da tanto, devo ammettere, che non sfogliavo un giornale cartaceo. L’altro giorno mi è capitato nuovamente di farlo. Ero all’Economist Roundtable with The Italian Government, al St. Regis – casa mia fosse anche solo il bagno di quel posto sarei una donna appagata.
Di Italian Government, in realtà, c’era solo il buon Brunetta. E qualche sottosegretario. E la Maria Pia Garavaglia ed Ermete Realacci. Si sfidavano a colpi di progetti sull’economia italiana. Un evento interessante.
Interessante vedere dal vivo anche la coerenza di Brunetta. Vuole dare la caccia e la lotta ai fannulloni? D’accordo o meno con lui, non si può dire ceh non sia coerente. Anzi. Ha dato risposta affermativa alla sua partecipazione in quel di luglio. E’ effettivamente comparso – mentre altri hanno dato forfait e confusione (come ci si aspeta dai politici) fino all’ultimo – e la mattina di lunedì era lì alle NOVE MENO UN QUARTO.

La scia di morte della strada del Terrore

L’avrò ripetuto centinaia di volte, ma ogni volta che mi soffermo a leggere su questo tipo di notizie non riesco a fermare le mani e mi viene spontaneo dire la mia opinione su un argomento che, forse in maniera addirittura eccessiva, ha sconvolto la mia vita pur non vedendomi protagonista, ma che mi ha fatto capire quanto la nostra esistenza sulla Terra stia diventando una roulette russa contro persone senza scrupoli. Questa è la via del terrore e da quell’ 11 settembre 2001 ha iniziato il suo corso per giungere fino ad oggi.

Fascist legacy (repetita iuvant)

Il seguente documentario, firmato BBC, è invero un pò datato (1989). Eppure noi, gli italiani, non lo abbiamo mai potuto vedere. D’altro canto nel nostro bel paese – come dimostrano le recenti dichiarazioni di eminenti politici prima e di illustri sconosciuti poi – a quanto pare non è mai troppo importato di capire che cosa abbia provocato il regime fascista. E il perchè, anche chi non ha combattuto sull’appennino tosco emiliano per evidenti ragioni anagrafiche in quei tragici anni, desidera dichiararsi fermamente antifascista.
Mica come Marcello Dell’Utri che alla storia della Resistenza vorrebbe dare una mano di vernice nera. Nè tantomeno come il nostro caro premier, che dice addirittura di non avere il tempo di rispondere alla domanda se anche lui si ispiri ai valori dell’antifascismo che, per inciso, sono quelli della Costituzione. E a forza di non avere tempo per pensarci, alle cose, ecco che ti ritrovi con la xenofobia assassina fuori dall’uscio di casa.
Tutti ci hanno messo bocca dicevamo, sulla polemica che da settimane coinvolge nostalgici, vecchi fasci ed illuminati reggenti delle nomenklature di centro destra. La spaccatura ci sembra tanto evidente quanto ingombrante. Non crediamo che il lavoro della BBC sia da solo in grado di chiarire le idee a chi evidentemente ha mostrato di averne poche e confuse, ma ugualmente ci auguriamo che possa trovare una sempre più larga diffusione allo scopo di veicolare quella che a noi, modestamente, appare una verità incontrovertibile: gli orrori del fascismo. Si aggiunga che il programma era stato comprato all’epoca da mamma Rai, che aveva deciso però di non trasmetterlo pubblicamente. La 7, nel 2004 mandò in onda alcuni stralci, poi stop, chiuso, buio. Dopo la visione delle cinque parti capirete quanto forse tutta questa prolusione sia stata addirittura inutile.
Buona visione, si fa per dire.

Gomorra, la storia continua. Guerra alla Camorra?

Mentre il Pakistan è in fiamme, sconvolto dall’attentato rivendicato da Al Qaeda durante un banchetto in onore del neo presidente, e fa i conti con i suoi oltre 60 morti accertati, tra cui l’ambasciatore ceco, i suoi 100 feriti, i soccorritori che solo all’alba sono riusciti a entrare, foto della tragedia e video che circolano nel mondo direttamente dall’interno dell’hotel, in Italia un’altra guerra è in corso.
150 poliziotti, 150 carabinieri e 100 finanzieri: un totale di 400 unità umane sarebbe in partenza per la zona di Caserta. Mission: impossible.

Georgia: Crocevia di un cammino

Ne è passato parecchio di tempo dagli infausti fatti avvenuti in Georgia e riguardanti l’ormai arcinota Ossezia del Sud; eppure nonostante la maturità degli stati protagonisti della faccenda e di quelli che, per un motivo o per l’altro, si sono immischiati nella stessa, la situazione non sembra avere nessuna intenzione di affievolirsi, alimentata da un teorico stato di equilibrio creato da forze che in realtà si colpiscono senza mai cadere. Forze che faticano a trovare la loro posizione in una realtà molto maggiore di quella georgiana, semplice pretesto di un problema più grande.

Precari, appuntamento a Roma

Appuntamento a Roma, cari ragazzi. Marcia sull’Urbe. Un’altra, però. SCIOPERO E ASSEMBLEA NAZIONALE DEI PRECARI.
Domani, VENERDÌ 19 SETTEMBRE 2008, Assemblea a Roma, presso il Centro Congressi Cavour, Via Cavour 50/A (stazione Termini) ore 9.30 – 14.00.
Recita il Comunicato Stampa di annuncio della faccenda: COMUNICATO STAMPA. Il Governo Berlusconi, approvando il DPEF, il DDL fiscale e convertendo in legge il d.l. 112, ha provveduto al blocco delle stabilizzazioni di oltre 200.000 precari della Pubblica Amministrazione e all’introduzione di norme anti-precari che nel settore privato precludono ogni speranza di trasformazione a tempo indeterminato per centinaia di migliaia di lavoratori

La strada di Israele passa per le primarie

Divenuto ormai più una moda piuttosto che un utile strumento per la decisione intra-partito, le primarie saranno ancora protagoniste per quanto concerne il futuro di uno degli stati più importanti del Medioriente, Israele. Un paese che, dopo essere finito al centro del mirino della corruzione, con l’inquisizione del suo premier Ehud Olmert, spera con le primarie del partito Kadima, di ripristinare il potere e proseguire con le mediazioni verso quella Palestina storicamente sempre molto lontana.

Pagare il pizzo sullo stipendio. (SUCCEDE DAVVERO).

No, non si tratta di un titolo ad effetto per attirare l’attenzione del distratto lettore del web. Come richiamato nel disclaimer del titolo, succede davvero. In Italia, naturalmente. In poche parole, gli operai di molte imprese edili siciliane dopo avere ricevuto la busta paga con assegno circolare sono “tenuti” a restituire una parte della stessa al datore di lavoro. Minchia, è proprio il caso di dire.
Il segretario della Uil di Caltanissetta, Salvatore Pasqualetto, definisce il fenomeno come la “cresta sul salario”, ovvero la “socializzazione” dei costi del racket per un’azienda. In realtà il meccanismo del pizzo sulla busta paga non è una novità. Già nei primi anni novanta nel napoletano furono arrestati alcuni imprenditori responsabili di “condividere” con i loro dipendenti i gravosi costi del racket. Nel 1997 la Dda di Palermo veniva a conoscenza del medesimo sistema messo in atto da alcuni costruttori siciliani, nella misura del 3% dello stipendio degli operai. Un vero pizzo.

Montanelli e Freddie Mercury. Questione di crucci

Gli italiani non sanno andare a destra senza finire nel manganello

ha detto Indro Montanelli. Oggi sono filosofica. Sarà il tempo, il grigiume che incombe.

Sarà che l’autunno sta arrivando, e i ricordi di mare, sale, sole, vento e surf sono lontani. Sarà l’essere di fronte a delle scelte. Scelte che, in questa Italia, non sono mai quelle che in fondo vorresti. Difficile anche permettersi di pensarle.
Sarà anche perché mi è successo sabato di lavorare in un bar-pub-tutto qui a Roma. Sabato sera, ragazzini a fiumi in una notte bianca che non c’era. Gente letteralmente appesa. Appesa a se stessa. Inutile. Perdonate. Con un intermezzo di ragazzetti un po’ meno piccini, che parlavano del nuovo disegno di legge sulla prostituzione. Inutilmente. E poi. Gente ubriaca. La serata è finita alle sei di mattina, con un uomo che ci chiedeva ancora della grappa da bere. Barcollante, violento, senza senso. Che blaterava: Sono un padre di famiglia. Guai a chi tocca mio figlio
E oggi pensavo: ho due grossi crucci, nella vita.

La lotta tra il Vecchio e il Sessista

Le convention democratiche e repubblicane sono ormai alle nostre spalle con le rivelazioni, i commenti e i discorsi che hanno comportato; cosi con la tensione tra le due formazioni si prosegue verso il 26 settembre, ovvero la data della prima sfida mediatica, il primo faccia a faccia in cui si vedranno opposti i due contendenti alla poltrona della Casa Bianca.

Il lavoro mobilita l’uomo (Alitalia inside)

Mobilità. Secondo il dizionario della lingua italiana De Mauro: comunemente, natura o proprietà di ciò che è mobile; possibilità di spostarsi o di essere spostato. Tecnicamente parlando, in tema di mercato del lavoro si definisce mobilità quel complesso di procedure per la tutela dell’occupazione, attivate in seguito all’interruzione del rapporto di lavoro tra l’impresa e i lavoratori in esubero, comprendenti l’istituzione di speciali liste di collocamento, l’attribuzione ai lavoratori di un’indennità, l’adozione di favorevoli misure finanziarie per le imprese ovvero in casi previsti dalla legge nel rapporto di lavoro alle dipendenze di amministrazioni pubbliche.
Come nel caso di Alitalia, di cui il Ministero del Tesoro è socio al 49%.
Possibilità di essere spostato, dicevamo. possibilità che sembra farsi sempre più concreta con il passare delle ore e la trattativa in fase di stallo. O meglio, ai limiti della rottura. E adesso che succede?