Georgia: Crocevia di un cammino

Ne è passato parecchio di tempo dagli infausti fatti avvenuti in Georgia e riguardanti l’ormai arcinota Ossezia del Sud; eppure nonostante la maturità degli stati protagonisti della faccenda e di quelli che, per un motivo o per l’altro, si sono immischiati nella stessa, la situazione non sembra avere nessuna intenzione di affievolirsi, alimentata da un teorico stato di equilibrio creato da forze che in realtà si colpiscono senza mai cadere. Forze che faticano a trovare la loro posizione in una realtà molto maggiore di quella georgiana, semplice pretesto di un problema più grande.


Le forze in campo sono diverse: da una parte la Russia stanca di venire identificata come il nemico “rosso”, stanca di dover sempre vivere come se fosse quella diversa dagli altri, a causa del passato che ne ha delineato la storia e la cultura. Dall’altra una Nato, appoggiata soprattutto da quella potenza che tanto i russi hanno poco gradito nel passato, ovvero gli Stati Uniti, che da parte loro vogliono rendere l’Europa un paese effettivamente unito. Il problema della faccenda dopo questo desiderio della Nato è: “Contro chi?”

Perchè la Nato vuole unione per poter ricreare quella forza unica e militare che tanto può risultare necessaria nei momenti di difficoltà, ed ecco la domanda di cui poco sopra tornare a galla, mentre la Russia è stufa di dover rimanere isolata in quel suo status di paese post-comunista che vuole conquistare il mondo.

Forse più a causa dei silenzi che per il resto, le incomprensioni dei paesi sono divenute successivamente contrasti, fino a divenire dichiarazioni assolutamente poco cortesi che hanno, forse, solo l’iniziativa di distrarre l’opinione pubblica. Gli Stati Uniti in piena crisi economica causa uragani meteorologici e finanziari, con una presidenziale che incombe, provano a raccogliere l’attenzione dei cittadini su un argomento che pareva passato, ma che in realtà vogliono far credere sia ancora esistente e che viva ancora in mezzo a noi.

Dall’altro una crisi, in questo caso solo economica, che stenta a placarsi. In tutto questo una Georgia, crocevia e pretesto di un discorso che non sta nascendo almeno per ora. Almeno fino a quando le forze non saranno pronte a dialogare, fino a quando la crisi non sarà ufficialmente scacciata. Almeno fino alla prossima volta.

2 commenti su “Georgia: Crocevia di un cammino”

Lascia un commento