Tg1, il “silenzio pietoso” dell’Idv

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L’Italia dei Valori ha realizzato un dossier sul ‘silenzio pietoso’ del Tg1. Una vera e propria denuncia, secondo il partito di Antonio Di Pietro, in merito al nuovo corso della direzione Minzolini che si caratterizza per la drastica riduzione della politica e per la soppressione della ‘nota’. Nella ricostruziione e analisi fatta dall’Idv, che ha presentato il suo dossier con tanto di conferenza stampa, dai dati del Tg1 emerge chiaramente un affossamento delle notizie principali a favore di notizie di cronaca di secondo piano.

La parola che emerge – e che potrebbe in verità inquitare alcuni – è silenzio. Silenzio sull’Idv, dicono prima di tutto, la cui copertura sarebbe passata da una media intorno all’8% nelle settimane precedenti alle elezioni europee al 3,5% dell’ultima settimana.

E poi silenzio è anche la parola d’ordine nei contenuti politici del Tg1, secondo il dossier.

Current, è l’ora di Citizen Berlusconi

In onda in prima visione TV su Current il 22 Giugno alle 21:20. Oltre al documentario saranno trasmessi dei contenuti extra mai visti in TV prodotti dagli autori stessi.

Iran, in morte di Neda e dei social network


Iran, storia di Neda. Non guardate il video, se ritenete. Neda è morta con gli occhi spalancati. E qualcuno le chiude quegli occhi.

Ricordiamo Neda! Uccisa in Iran!

Neda è morta con gli occhi aperti, facendo vergognare noi che viviamo con gli occhi chiusi

Neda non ti dimenticheremo, non sarai morta invano

Sono solo alcuni esempi di frasi che sono girate oggi sul social network Twitter. Neda è morta ieri negli scontri di piazza a Teheran, come riportano i sostenitori del candidato dell’opposizione Mir Hossein Mousavi. Le immagini di questa morte hanno fatto il giro del mondo. Sono passate attraverso YouTube, Twitter, Facebook. Scarpe da ginnastica, jeans, faccia imbrattata di sangue, tanto sangue. Uomini che tentano di rianimarla, le chiudono gli occhi. La maglietta nera, le grida. Neda è morta, colpita da un miliziano mentre manifestava insieme al padre nelle vie di Teheran.

Neda è il simbolo della rivolta dell’Iran. Qui il sito in sua memoria.

Parole chiave all’italiana

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Interessante la considerazione contenuta nel post di Enzo Di Frenna di oggi. Una domanda semplice e proprio per questo di gran forza ed efficacia. Ovvero: quali sono le parole chiave in Italia di questi tempi? Certo, danno una cifra di cosa si parla, di cosa interessa, e di cosa si cerca e si approfondisce. Il tutto in questi ultimi mesi.

Eccole, dopo il salto.

Berlusconi, ovvero l’Italia tra feste e stampa estera

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Una cosa è certa: del fatto che domani e dopodomani ci siano ballottaggi e referendum non interessa più a nessuno. Se ne scorgono poche, maldestre tracce sulle prime pagine on line di Repubblica e del Corriere. Certo, ci sono gli scontri a Teheran. Ma c’è sempre, tanto, troppo, dappertutto (anche se non nei Tg, certo: sto guardando il Tg5 e al massimo riporta del First dog degli Stati Uniti, il cane della famiglia Obama… Oppure lo scottanteee scoop di quanto ci si diverta a Mirabilandia… ) il nuovo scandalo Patrizia D’Addario. & Company, dato che l’amica della D’Addario, Barbara, con tanto di videointervista. La Montereale è stata ascoltata dalla Guardia di Finanza di Bari come persona informata dei fatti.

Si sono sbizzarriti anche i giornali stranieri.

Berlusconi e la spazzatura che farà fuori

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Bufera sul Premier. Una bufera che stanca già. Si sentono i commenti in giro, e amaramente non si può non pensare alla fine della sinistra e dei suoi contenuti. E’ vero che il dialogo politico è in cancrena, come scrive oggi un deputato del Pdl. Ma è soprattutto vero che la cancrena ha preso tutta la politica italiana, il dibattito. E noi siamo qui, a osservare – quando e se ci decidiamo a farlo.

Silvio Berlusconi, donne, feste. Ed ecco che spunta fuori l’ennesimo scandalo – e la popolazione è oggettivamente assuefatta: non solo donne, ma anche cocaina. L’inchiesta della procura di Bari si concentra sul presunto giro di appalti milionari e squillo che l’imprenditore Gianpaolo Tarantini avrebbe organizzato sulla traiettoria Bari, Roma e Porto Cervo. E c’è un nuovo indagato: Alessandro Mannavini, giovane professionista barese, ingaggiato da Tarantini l’estate scorsa appositamente per l’allestimento di feste nella villa affittata in Sardegna.

Brambilla, saluto romano a Lecco?

Michela Vittoria Brambilla nega.

Sono allibita. Ma davvero qualcuno in buona fede può pensare che un fermo immagine con la mano alzata possa farmi passare per un ministro che fa il saluto romano. Oltretutto si trattava di una cerimonia ufficiale

Il fatto: durante la festa dell’Arma dei Carabinieri a Lecco, città natale del neo-ministro del turismo, in seguito all’inno di Mameli, le istituzioni sul palco salutano la folla. Solo che il saluto del ministro, insieme a quello del padre – il signore con la barba alla destra della Brambilla – viene da alcuni visto come un saluto romano. A leggere il gesto in questo modo anche Repubblica.it, che pubblica il video. Un episodio simile si è verificato nel corso di un’altra cerimonia a Varenna, scrivono a commento.

Pd, tra “scosse” e brigate rosse

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Scosse… La spaccatura interna al Pd prende corpo. Una spaccatura che risponde implicitamente a Massimo D’Alema. E si schiera con il segretario – suo successore – Dario Franceschini e con l’appoggio anche della neo-stella Debora Serracchiani, nelle esternazioni dell’ex: Walter Veltroni. L’appello all’opposizione di D’Alema ha trovato la sua risposta nell’appoggio di Veltroni a Franceschini. Endorsement al segretario Pd e sfida aperta a Pier Luigi Bersani, sponsorizzato da D’Alema. E la partita è certo da giocare.

Neel frattempo, le parole dell’ex premier hanno avuto anche un altro effetto, certo meno prevedibile. Perchè D’Alema non ha parlato solo delle condizioni e del futuro del suo partito, ma anche e soprattutto delle condizioni dell’attuale maggioranza, soprattutto in seguito alle Europee. (E le amministrative? no…) Il leades Ds ha parlato di “scosse”. E non tutti l’hanno presa bene. Vedi Maroni…

BBC, dedicato a Berlusconi

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Oh no Silvio! Questo il titolo dell’articolo comparso sull’homepage della BBC. Con tanto di sottotitolo: Will Italian PM avoid offending anyone on US visit?Chissà. L’immagine nel mondo non sembra essere delle migliori. In molti penseranno: ma come si permettono? Molti altri rifletteranno: si permettono eccome…

E l’Italia? Nel bel mezzo. Chiamatelo, se volete, complotto di una stampa di sinistra, forse anche un po’ comunista… Stay tuned, on BBC.

Berlusconi, visita ufficiale da Obama

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Ricordate? Sì, certo. Del nuovo presidente degli Stati Uniti aveva detto che è bello, giovane e abbronzato. E poiché ormai lo stile del Premier, Silvio Berlusconi, è anticipare le battute e farne anzi per primo, anticipando le sue eventuali gaffe, ecco oggi il Presidente del Consiglio ai cronisti:

Vado da Obama bello e abbronzato. E’ Silvio Berlusconi a dirlo, uscendo dalla Villa a Portofino, andando verso l’aeroporto di Genova per partire in direzione di Washington. E’ arrivato il momento del primo incontro ufficiale con il presidente Usa.

[Photo| Flickr]

D’Alema alla riscossa

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Opposizione, ovvero: come si cambia. Non sarà Dario Franceschini il leader del Partito Democratico dopo il congresso d’autunno. Non lo si dice espressamente. Non si dice neppure espessamente che Massimo D’Alema è uscito allo scoperto, e sta rimettendo in piedi questo che, attualmente, è un non-partito.

D’Alema chiama a raccolta l’opposizione. Lo ha fatto oggi a In 1/2ora, la trasmissione di Lucia Annunziata su Rai Tre.

Villa Certosa, in arrivo nuove foto?

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Silvio Berlusconi, ancora foto. Il fotografo sardo Antonello Zappadu, balzato agli onori della cronaca per le foto di Villa Certosa pubblicate da El Pais, fuori l’aula di tribunale di Tempio Pausania, (dove decideranno se verrà o meno processato per violazione di domicilio e violazione della privacy), rivela la storia delle foto pubblicate da Oggi due anni fa. Foto del Premier (allora capo dell’opposizione) con cinque ragazze che si alternano nel sederglisi in grembo nei giardini di villa Certosa.

Zappadu rivela:

Le 700 foto che mi hanno sequestrato non sono le sole che ho fatto. Se proprio la devo dire tutta, io, tra il 2006 e il 2009, ho scattato cinquemila fotografie. All’aeroporto di Olbia e all’interno di Villa Certosa

E c’è chi gli chiede: che foto?

Censura web e intercettazioni

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In Italia via libera al ddl intercettazioni. E c’è chi fa notare che, nel testo, l’articolo 28, per i quali già si parla di censura ai blog. A lanciare l’allarme e il blog di Google Italia. Ecco cosa scrive Marco Pancini:

Che c’entrano i blog con le intercettazioni?
Siamo nuovamente di fronte ad un provvedimento legislativo che va ad impattare sul mezzo di comunicazione Internet, senza tenere conto della sua specificità.
Stiamo parlando del comma 28 dell’articolo 1 del disegno di legge a proposito delle “Norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali”, su cui il Governo ha posto ieri la questione di fiducia
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Debora Serracchiani, l’Obama italiana (?)

Debora Serracchiani sbarca in Europa col Pd e viene preferita a Silvio Berlusconi: in Friuli è stata votata più del Premier. I fan sul web la amano e scrivono di lei “Yes, she can“. Attenzione, l’ultimo italico che ha detto Yes, we can si sta ancora leccando le ferite.

Ho sentito spesso chiedere, da una giornalista (???) che non stimo ai suoi intervistati: “Secondo lei chi è l’Obama italiano?“. Che domanda. Un parallelismo di semplificazione che sfiora l’ignoranza più totale – quanto meno in una questione posta in questo modo. Ma lei era – e se legge sa perfettamente che sto parlando proprio di lei – una non giornalista. Sapeva scrivere, e conosceva (conosce, credo, ancora) molto bene un certo mondo della politica italiana vicina e lontana. Quello stesso mondo che dubito le dia oggi ancora corda, perchè di “truffe” ne ha già fatte molte, e a danno di molti. Danni più o meno grandi, morali e materiali.

L’Obama italiano, in quella semplificazione, non esiste. Altra cosa, invece, è analizzare l’effetto “digitale” brandizzato Obama e ricercare eventuali casi di studio all’italiana.