Licio Gelli. Dolcetto o scherzetto?



Dolcetto o scherzetto? Si aggiravano temibilissimi, un bimbo con borsa per il bottino, due ragazzine con una più semplice busta e la signora che si occupava della loro missione. Suonavano alle porte, e all’apertura esplodevano nel (tradizionale?)

Dolcetto o scherzetto?

Io, che queste cose non le ho mai viste, ho guardato la Signora e ho chiesto Oddio signò, che si fa in questi casi? E lei: Dia loro una caramella, una caramella… Signora, in una casa di ex studenti fuori sede, ex da tanto, fuori sede ancora, le caramelle nun sono previste… Per fortuna ho trovato dei biscotti.


Dolcetto o scherzetto?


Disse Licio Gelli ai suoi.

Torna Gelli. E per chi tifa? Per Silvio Berlusconi, naturalmente. Ieri il caso è scoppiato. Man mano, tutti i principali quotidiani hanno riportato, confermato, affatto smentito. E’ proprio vero. Eugenio Marino, dal PD, mi risponde amareggiato e arreso:

Non mi meraviglierei se, invece di uno scherzo, si trattasse della realtà: questo è un Paese che, una volta toccato il fondo, ha cominciato a scavare e non abbiamo più il senso dello Stato, né senso civico, né senso dell’informazione, né …….
Meglio se mi fermo qua


Eugenio sta rilanciando la petizione dell’europarlamentare Gianni Pittella

Care amiche, cari amici,
considerato che la proposta di riforma della Legge elettorale per le Europee è all’esame dell’Aula della Camera e si registra la chiusura della maggioranza a ogni proposta sostanziale di modifica, ho pensato di intensificare l’iniziativa politica contro il nuovo “porcellum” rilanciando la campagna di mobilitazione “Decido Io”. L’iniziativa vede il coinvolgimento di tanti che in modo trasversale ai partiti, vogliono opporsi a questa nuova scellerata proposta.
La testardia con cui l’attuale maggioranza sta difendendo le liste bloccate e lo sbarramento al 5 per cento (assolutamente spropositato rispetto al ruolo del Parlamento Europeo), la chiusura alle proposte di prevedere per legge le primarie e una norma di garanzia per le pari opportunità di genere, sono il segno di un’idea di democrazia plebiscitaria inaccettabile.

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha espresso parole forti e chiare rispetto alla necessità di ricercare sulla legge un ampio consenso in Parlamento, e ha ricordato come nel recente passato siano emerse preoccupazioni condivise circa l’esigenza di salvaguardare il pluralismo politico e di garantire un’effettiva possibilità di intervento degli elettori nella scelta dei loro rappresentanti.
Togliere al cittadino il diritto di scegliere allontana dalla politica, e trasforma la democrazia in un mondo di cooptati. Per questo è necessaria una più ampia mobilitazione perché dal Paese giunga un deciso “NO” alla estensione della “legge porcellum” anche alle prossime elezioni per il Parlamento Europeo.
Propongo a tutti agli amici del gruppo “Primarie vere, primarie sempre” di sostenere questa iniziativa e a mettere in campo un’azione comune.

I punti della campagna di mobilitazione, potrebbero essere:
1. pieno appoggio alla raccolta di firme dell’UDC e del PSI;
2. stampa e diffusione del volantino pubblicato sul sito del gruppo “Decido io” e invio email ai deputati e senatori del centrodestra;
3. richiesta ai Sindaci, Presidenti di provincia e di Regioni di indire un dibattito nella propria assemblea e approvare un odg contro il porcellum europeo da inviare alle massime cariche istituzionali;4. organizzazione sin da ora di banchetti e manifestazioni in tutta Italia per la difesa della “democrazia degli eletti”;
5. sostegno della campagna “primarie vere, primarie sempre”.

Vi chiedo di aderire alla Campagna con la vostra firma e di dare la Vostra disponibilità ad organizzare nei Vostri territori le iniziative previste.

Gianni Pittella

http://firmiamo.it/decidoio.


Una proposta valida, mi sembra. Ben venga il dibattito.


Tornando a Gelli, per la sua storia vi rimando a Wikipedia.


L’ex (?) Gran maestro della P2 è tornato, e afferma: nell’attuazione del Piano di rinascita democratica

l’unico che può andare avanti è Berlusconi


A Firenze, il Gelli ha presentato il programma tv Venerabile Italia. Il titolo è quantomeno inquietante.


Ci faremo narrare da Licio, in una ricostruzione inedita, la storia del Novecento in Italia. Una nuova luce – quella di Licio Gelli… – sulla Guerra di Spagna, sugli anni Ottanta… Sulla P2, naturalmente. Sul crack del Banco Ambrosiano. A condurre, in veste anche di autrice del programma, sarà Lucia Leonessi, che ha raccolto le testimonianze di Gelli a Villa Wanda, di Giulio Andreotti, Marcello Veneziani e Marcello Dell’Utri. Guest star dell’ultima puntata sarà proprio Gelli: si parlerà della sua attività di poeta. Tutto su Odeon Tv.


Berlusconi, per Gelli,

ha la tempra del grande uomo che ha saputo fare, anche se ora è in momento di debolezza perché usa poco la maggioranza parlamentare

Però attenzione: non condivide il governo Berlusconi.


Se uno ha la maggioranza deve usarla, senza interessarsi della minoranza



Il Gran Maestro ha anche parole per il Lodo Alfano. Quali?

L’immunità ai grandi dovrebbe essere esclusa, perché al Governo dovrebbero andare persone senza macchia e che non si macchiano mai


Stangata per Fini
:

Avevo gran fiducia in lui, perché aveva avuto un grande maestro, Giorgio Almirante. Oggi non sono più dello stesso avviso, perché ha cambiato


Plauso per Dell’Utri.

bravissima persona, onesta e di profonda cultura, non credo che sia mafioso. C’è una sentenza che Dell’Utri si trascina dietro e che sarà tirata fuori al momento opportuno perché tutto è guidato. La magistratura prende decisioni su teoremi e non su prove e su Dell’Utri il processo non ha fatto chiarezza


Naturalmente aggiunge anche che l’unico potere forte che ci sia oggi in Italia, l’unico, è rappresentato dalla magistratura. Tant’è vero che, alle naturali – e meno male – domande sulla massoneria, Licio Gelli risponde:

In Italia poteri forti ora non ce ne sono e non ce ne sono mai stati. Oggi la massoneria non esercita nessun potere. Ci sono tre, quattro comunioni che contano e che dovrebbero chiedere che gli elenchi dei massoni non debbano essere consegnati al commissariato. La P2 era riservata, non segreta, ed è stata perseguitata per distogliere l’attenzione da altre questioni

Avete presente il caso Bebawi? Tutti colpevoli, accuse a vicenda. Nessun colpevole.


Dolcetto o scherzetto?

Altre chicche:

Le stragi ci sono sempre state e ci saranno sempre perché non c’è ordine: infatti sono arrivate dopo gli anni ’60. Se domani tornassero le Br ci sarebbero ancora più stragi: il terreno è molto fertile perché le Br potrebbero trovare molti fiancheggiatori a causa della povertà che c’è nel paese

Le Br. Come se le ultime potessero essere definite tali.


Dolcetto o scherzetto?


2 commenti su “Licio Gelli. Dolcetto o scherzetto?”

  1. Fermo restando il degrado di questo paese, che fà passare per un portato della democrazia il dare ampio margine di espressione a personaggi che fino a poco tempo fa scontavano la reclusione per reati gravissimi, vorrei fare una riflessione: cori di sdegno si sono levati da certi ambienti del mondo politico, e, come di prassi nel nostro Paese, è iniziata la stagione delle strumentalizzazioni. Come quelle di chia voluto vedere nelle parole dell’ex venerabile un diretto ed esplicito incoraggiamento all’attuale Premier a proseguire nell’attuazione del progetto di “riforma” un tempo teorizzato. Certo, se qualcuno aveva immaginato che, uscendo dal carcere, Gelli avrebbe intonato l’inno dell’”internazionale socialista”, non c’è da stupirsi che sia rimasto deluso. Ma, per la verità, non riesco a spiegarmi come mai parte della sinistra gridi allo scandalo per l’imminente debutto televisivo, quando, (come brillantemente fatto notare qui) in molti casi, tali voci di disapprovazione provengono proprio da coloro che, anni or sono, facevano la fila davanti alla sua porta e a quella di Henry Kissinger per essere ricevuti. A meno di non ritenere che, dietro ad un apparente sdegno, si celi, in realtà, la preoccupazione che, grazie al “megafono” televisivo, Gelli possa “pestare i piedi” a qualcuno, riesumando gli innumerevoli “scheletri“ che ancora oggi affollano l’armadio della prima Repubblica.

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