Di Pasqua, di acqua, di democrazia e di carceri

Se questo è un Paese. Il livello di esasperazione ha superato ogni limite, mentre il livello di democrazia e tenuta delle istituzioni italiane si schianta: prova ne sia, e drammatica anche, la reazione della maggioranza di governo alle consultazioni referendarie ormai troppo vicine e troppo concrete. Sul nucleare (arrendersi a Fukushima è stato il minimo. Come minima la convinzione sulla battaglia concettuale e massima la concentrazione sulla battaglia strumentale del quorum) ma anche sull’acqua. Per l’oro blu, perché resti pubblico, sono state raccolte un milione e quattrocentomila firme che ora vorrebbero essere allontanate con un colpo di spugna. Non una questione di merito: ognuno avrà la sua opinione, sulla gestione del servizio idrico più o meno consapevole e più o meno pro-pubblico o pro-privato. No, qui è il trattamento riservato al concetto di manifestazione popolare. Di volontà della gente. Di grado di civiltà di un Paese, a dirla tutta.

Mentre è Pasqua, mentre tutto questo va a rotoli, leggere che domani, domenica 24 aprile dalle 9 del mattino, una delegazione Radicale composta da Marco Pannella, Rita Bernardini, Matteo Angioli e Enrico Salvatori visita il carcere di Regina Coeli a Roma sembra una notizia proveniente da galassie parallele.

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