Il Def di Renzi salvato da un ex grillino. Le epurazioni pentastellate che piacciono al PD

Se il Documento di economia e finanza 2014 è passato alla Camera e al Senato è merito della maggioranza tenuta insieme dal PD ma al Senato l’approvazione è stata ottenuta grazie ad un solo voto che pare sia quello di un ex del Movimento 5 Stelle.

Il governo Renzi, stavolta, ha rischiato grosso ottenendo soltanto 161 voti al Senato, un voto in più del minimo richiesto. Openpolis che si occupa della trasparenza nel Parlamento, ha provato a capire quali sono stati i senatori che, pur non essendo del PD hanno materialmente contribuito a spianare la strada al governo Renzi.

Secondo Openpolis i voti che il Pd non si aspettava sono in tutto 3: quello di Paolo Naccarato e Michelino Davino che sono entrati in Parlamento candidati con la Lega Nord e sono passati quindi nel Gruppo grandi autonomie e libertà.

Il terzo voto che sembra essere stato accordato “inaspettatamente” a Renzi, è quello che fa maggiormente scalpore perché è stato espresso da un eletto del Movimento 5 Stelle che è stato poi epurato dal partito grillino. Si tratta di Luis Alberto Orellana che è stato sfiduciato dai suoi a febbraio e poi è confluito nel gruppo misto.

Il suo voto, nonostante il senatore non faccia più parte dei pentastellati, sta sollevando non poche critiche e perplessità. Nel Def il partito democratico deve affrontare numerose questioni, per alcune delle quali è in forse la copertura economica. Per esempio, in extremis si è parlato anche del nuovo bonus bebè 2015 ma, visti i problemi con gli 80 euro in busta paga e il Tfr in busta paga, non si sa bene da dove siano tirati fuori i soldi per pagare 80 euro al mese per tre anni alle neomamme.