Che cos’è testamento biologico?

Foto: Ap/LaPresse

Che cos’è il ddl sul testamento biologico? Una domanda che in questi giorni si stanno ponendo molti italiani, anche in considerazione del fatto che lunedì è iniziata alla Camera la discussione sul disegno di legge, approvato due anni fa in Senato.

I nodi su questo ddl sono l’obbligo di idratazione e alimentazione, e la possibilità per il medico di non seguire le Dichiarazioni Anticipate di Trattamento (DAT), quelle decise dal paziente insieme alle volontà del testamento biologico.

Il DAT è la dichiarazione che esprime il proprio orientamento sui trattamenti sanitari che si potrebbero subire qualora si perdesse la capacità di intendere e di volere. Nel DAT si può rinunciare a tutti o ad alcuni trattamenti sanitari ritenuti sproporzionati o ancora sperimentali.

Per avere validità questa dichiarazione deve essere scritta a mano o dattiloscritta e deve firmata da chi la compila. La DAT dura cinque anni ed è rinnovabile alla scadenza e revocabile prima della stessa.

Le Dichiarazioni Anticipate di Trattamento porta al secondo nodo della questione. Nell’attuale proposta non c’è la possibilità di dichiarare se si vuole ricevere alimentazione e idratazione, che nel testo non sono classificate come terapie e quindi non posso essere escluse dal compilatore della dichiarazione.

Questo è uno dei punti cardine del problema, perché in molti casi i pazienti in stato vegetativo sopravvivono grazie all’idratazione e all’alimentazione forzate, realizzate attraverso un sondino che raggiunge direttamente lo stomaco.

Il ddl prevede che queste due pratiche siano sospese nel caso in cui diventino “non più efficaci o non adeguate alle condizioni di vita del paziente”. Per intenderci questo ha generato nel 2009 lo scontro fra maggioranza e opposizione riguarda alla vicenda di Eluana Englaro.

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