Primarie USA: McCain, un re senza corona

In questi giorni democratici e repubblicani si trovano ad avere molti aspetti in comune. Ancora meglio potremmo dire che i loro “premier” candidate Barack Obama, Hillary Clinton e John McCain si ritrovano ad avere molto in comune.

Certo per il povero McCain forse sarebbe stato meglio ritrovarsi ad avere cose in comune solo con Obama, ma putroppo per lui e per il suo partito non è così. Ad ogni primaria, ormai da almeno 3 turni, per McCain è sempre la stessa storia.

75%. Questo è il massimo che il candidato repubblicano riesce a recuperare ad ogni turno di primaria. Niente di più. Certo, direte voi, dalla parte democratica farebbero la fila per riuscire ad ottenere, almeno una volta, un risultato del genere. Assolutamente vero, ma bisogna considerare una condizione fondamentale della primaria repubblicana.

Primarie USA: Il realismo di Hillary

Realismo. Questa è la prima caratteristica che devono avere i candidati presidenziali in una campagna elettorale ed è questo che gli elettori chiedono, prima di tutto, ai loro rappresentanti.

Le promesse hanno fatto il loro tempo e con quest’ultimo anche il periodo del “dico che farò ma poi non faccio”. La gente vuole fatti, vuole opere, vuole elementi materiali sui quali appoggiarsi. Vuole che le promesse vengano mantenute e non rimangano solo parole nel vento.

Ed è proprio il realismo quello che sta avvolgendo Hillary nelle ultime ore. Un sentimento che non colpisce delle possibili promesse non mantenibili, quanto invece quello che le riserverà il futuro, al termine di questa lunga ed estenuante primaria democratica.

Primarie USA: E’definitivamente iniziata l’Obama Era?

Signori e signore forse definitivamente ci siamo. Sembra che, finalmente, per la parte democratica ci sia quasi definitivamente un vincitore. Purtroppo non è una vincitrice, come speravo, ma un vincitore.

I risultati definitivi, leggermente anticipati ieri, hanno portato alla fine al risultato che tutti si aspettavano. Infatti è arrivata la vittoria in North Carolina per Obama e una vittoria in Indiana per la Clinton.

Purtroppo per Hillary però la situazione di pareggio le è risultata sfavorevole, soprattutto perchè se per Obama la vittoria in North Carolina si può definire stracciante, per la Clinton quella in Indiana sarebbe da definirsi al tie-break (visto che abbiamo anche gli Internazionali di Tennis a Roma mi sembra il termine più adatto).

Primarie USA: Fifty fifty

Erano entrambi sfavoriti, sembrava che nessuno dei due avrebbe vinto e, allo stato attuale delle cose, i due contendenti democratici sembrano essersi spartiti equamente la posta in gioco.

Infatti dai primi exit poll delle primarie di ieri in North Carolina e in Indiana i risultati che dovrebbero uscire dalle urne sembrano decretare una sicura vittoria per Obama in North Carolina e un vantaggio, ma non ancora una vittoria certa, per la Clinton in Indiana.

Una situazione che così a prima vista sembra mantenere la situazione con un leggero vantaggio per Obama, che riesce cosi a conquistare qualche delegato in più e ad avvicinarsi alla soglia di 2025 delegati per conquistare la nomination democratica. In realtà non sembra proprio così.

Primarie USA: La sfida degli “underdog”

E’ finalmente giunto il 6 maggio, il I & NC day ovvero l’Indiana & North Carolina day. E dico finalmente perchè ormai la tensione per ogni sessione di primaria si fa sempre più alta, così alta da sperare che la giornata passi il più velocemente possibile e vedere cosa succede.

Infatti queste primarie sono diventate praticamente una “Sudden Death”, una “morte” istantanea per chi, per un errore proprio o per meriti altrui, riesce a spuntarla laddove non doveva vincere secondo i pronostici.

E così i nostri due candidati si presentano a dir poco sulla difensiva per questa sessione “doppia”, probabilmente per riuscire, in caso di risultato negativo, a continuare a testa alta la corsa alla poltrona democratica.

Primarie USA: Barack Obama, l’uomo del popolo?

Ladies and gentleman, signore e signori, madri e padri, figlie e figli, nipoti, nonne, nonni, zie, zii, insomma chi più ne ha più ne metta, ecco a voi il paladino dei cittadini americani Barack Obama.

Non sono impazzito, sono solo personalmente sdegnato dalla attuale capacità di Obama di farsi odiare ai miei occhi, molto probabilmente occhi troppo critici, ma che nonostante tutto rimangono comunque miei.

E’vero che in tempo di elezioni tutto è concesso, soprattutto mostrare i punti deboli dell’avversario, ma l’operazione effettuata sulla sua persona, da parte di Media-Man Obama, ha qualcosa che mi ha stupito tantissimo, e forse mi fa arrabbiare perchè come trovata elettorale la posso definire solo ed esclusivamente eccezionale.

Primarie USA: John Edwards, l’ago della bilancia

Il 6 maggio si avvicina a vista d’occhio. Un martedì. Una giornata che potrebbe essere il giorno dell’apocalisse per Hillary, oppure il giorno del terrore per Obama. Quello di cui siamo certi però è che, quasi sicuramente, sarà il John Edwards day.

Sto osservando la vostra espressione colpita da stupore, con un grande punto di domanda posto sopra la vostra testa e con una questione che vi ronza per la testa, ovvero “Edwards chi?”

I più sportivi potrebbero scambiarlo per Colin Edwards, grande corridore in motocicletta attualmente a cavallo di una Yamaha “privata” in MotoGP, oppure con Johnatan Edwards, altro grande atleta britannico già campione e primatista nel salto triplo. In realtà non stiamo parlando di nessuno di questi, ed ecco quindi il vostro punto di domanda farsi sempre più grande.

Primarie USA: Sei democratico? Vai ad elemosinare

Come tutti ben sanno, la ricchezza rende felici, purtroppo però rende felici solo chi la possiede. Tutti gli altri, quelli che stanno bene ma si ritrovano magari a dover frasi i conti in tasca per poter permettersi una pizza in più al mese o per riuscire ad arrivare a fine mese con abbastanza soldi, devono solo stare a guardare con un costante senso di invidia.

E’sempre stato così e sempre lo sarà. Eppure la vita di tutti noi cittadini non è l’unico campo in cui la ricchezza ha una così elevata importanza.

Lo sanno bene quelli del Democratic National Comittee, brutalmente tradotto come il comitato nazionale democratico (o DNC in sigla), che facendosi i conti in tasca per controllare come proseguire la propria campagna elettorale, ha scoperto qualcosa di sensazionale.

Primarie USA: Quella dannata notte nell’Iowa

Povera Hillary. Più passano i giorni e più i rimorsi aumentano. Quella dannata notte in Iowa deve essere stata lunghissima. Senza riuscire a dormire, senza riuscire a capacitarsi di quello che effettivamente è successo.

Sono passati ormai 4 mesi da quella tragica “sessione” in Iowa che ha visto un risultato per la “Real American” Hillary veramente umiliante; un terzo posto.

Esattamente. Avete capito proprio bene, ma probabilmente ve lo ricorderete anche altrettanto bene. In quella sessione di primarie, appunto in Iowa, vi erano ancora tantissimi candidati sia in uno schieramento che nell’altro. Così in Iowa, non solo vinse Barack Obama, ma addirittura la Clinton venne superata da Edwards, successivamente scomparso dal banco dei candidati anche perchè incapace di tenere il ritmo di questi due cavalli da corsa.

Primarie USA: Quello che i repubblicani pensano

Ne ho parlato spesso negli articoli degli ultimi giorni, la lotta democratica sta completamente spaccando a metà l’opinione pubblica a stelle e strisce, dividendo gli elettori democratici non più tra sostenitori di Obama e di Hillary, quanto tra quelli che pensano che potrebbe vincere Obama e quelli che pensano che alla fine la spunterà la Clinton.

Così dopo una campagna elettorale italiana, dove si sono tartassati gli elettori con tutte le storie sul voto utile e affini, ecco che negli Stati Uniti, senza aver bisogno di suggerimenti dall’alto, hanno compreso quanto un voto possa essere utile. Lo è perchè anche un solo punto percentuale può risultare decisivo nel computo dei delegati.

Questo è il pensiero democratico, naturalmente condizionato dal fatto che la gara è ancora aperta, anzi ancora più aperta, specie dopo il colpaccio, seppur previsto, della Clinton in Pennsylvania che ha ridotto ulteriormente lo svantaggio.

Primarie USA: Everybody Hates Obama

Nella giornata di ieri vi ho illustrato come, nello stato dell’Indiana, Hillary Rodham Clinton si sia presa un bel vantaggio conquistandosi il sostegno di Evin Bayh. Ma come già ieri vi ho annunciato le primarie, il 6 maggio, non si svolgeranno solo ed esclusivamente in Indiana, ma anche in North Carolina.

E come per magia, ecco che dopo il sostegno di Bayh annunciato nella giornata di ieri, arriva oggi il sostegno del governatore del North Carolina, Mike Easley.

Ovviamente un sostegno “a parole” quale può essere definito quello di Mike Easley, non è un punto di certezza assoluta per la Clinton. Però se si considera che a livello locale Mr.Easley detiene la maggior parte dei consensi, ecco che un suo spostamento verso lo schieramento Clinton potrebbe portare dei voti decisivi per la candidata in rosa.

Primarie USA: “Bayh Bayh” Indiana

Il 6 maggio si avvicina. Una data che in Italia tutti ricordano in quanto successiva al 5 maggio (amici nerazzuri ricordate di cosa parlo vero?), mentre negli Stati Uniti è la data che vedrà la prossima sessione di primare in Indiana e in North Carolina.

Così dopo la vittoria in Pennsylvania, ecco che Hillary sta costruendo le basi per la sua vittoria, lo spero proprio, anche in Indiana.

Come spesso accade per delle elezioni a livello nazionale, non è sempre il candidato premier (o alla presidenza del partito come in questo caso) ad avere la maggiore importanza all’interno della campagna elettorale; fondamentali in questo genere di pubblicità sono i candidati locali di maggiore spicco, quali possono essere senatori o ex-governatori.

Primarie USA: Viva la mamma!

Migliaia di dollari sono stati stanziati in questa campagna elettorale, centinaia e centinaia di chilometri sono stati percorsi in questi mesi tramite aereo, oppure tramite camper. Sono stati attraversati quasi tutti gli stati degli States. Eppure Hillary si sta rendendo conto che è grazie ad un suo famigliare che, molto probabilmente, sta tenendo testa a Barack Obama.

Non è il buon Bill, troppo spesso in primo piano quando magari sarebbe stato i caso di lasciare spazio alla moglie, quanto alla figlia dei Clinton, Chelsea.

Molti di noi, soprattutto chi ricorda la presidenza Clinton, ricorderà la giovane Chelsea, adolescente al tempo, come la tipica ragazzina di 16 anni. Tanti desideri, tante speranze, magari un po ingenua, un po timida. Di certo Chelsea non spiccava per la bellezza prorompente.

Primarie USA: Umaga for president

Quando si dice che politicalive è sempre sul pezzo. Settimana scorsa vi avevo anticipato come la dirigenza della WWE avesse contattato gli entourage di Hillary Clinton e di Barack Obama per un eventuale scontro, ovviamente verbale, sul ring di MONDAY NIGHT RAW, lo show di punta della federazione di Stamford.

Vi avevo anticipato come i due candidati avevano snobbato la proposta, impegnati anche nella campagna elettorale in Pennsylvania, così la WWE ha deciso di portare sul ring una sfida ONE FALL (ovvero il primo che viene schienato perde dopo un conteggio di 3) tra Hillary Clinton e Barack Obama, ovviamente interpretati da due atleti della federazione.

Questo genere di incontri risultano spesso molto divertenti, proprio per il fatto che lasciano molto poco alla tecnica, ma risultano dei siparietti che contengono delle vere e proprie chicche.