Allons, enfants de la Malpensa!

Malpensa

Malpensa è la madre di tutte le battaglie“. Umberto Bossi la vede così. Il “partito del Nord“, che coincide sostanzialmente con il partito del no, ha trovato il suo leader. La Padania, suo regno e sua voce, veicola l’inasprimento dei toni del numero uno del Carroccio: “La musica purtroppo non cambia mai per il Nord: schiavi di Roma eravamo e schiavi restiamo“. E continua: “È necessaria una reazione forte, dura, a questa nuova violenza dello Stato romano che con Malpensa ha alzato il tiro: vogliono il Nord in ginocchio, penalizzato, più schiavo. Per questo non bisogna cedere. Ora più che mai è necessario che scenda in campo al nostro fianco anche la società civile”.

Prodi ha dichiarato ieri la sua candida sorpresa per le “proteste di alcuni imprenditori del Nord”, spiegando che l’Esecutivo aveva spinto a lungo affinché si creassero dei gruppi italiani in grado di “costruire una rete di rilancio della compagnia“. Ipotesi che non si è, evidentemente, verificata: “Ora abbiamo due prospettive soltanto e dobbiamo scegliere la migliore. Mi dispiace, ma non terrò conto di proteste né di pressioni delle categorie, né di corporativismi“.

Oggi, al Consiglio dei Ministri il compito di analizzare il delicato dossier Alitalia. Se ne parlerà, dunque. Si comincerà l’analisi. Ma Romano Prodi continua a sottolineare che la decisione del Governo resta schedulata per il 15 gennaio. Intanto, il titolo Alitalia ieri ha ceduto terreno a Piazza Affari: si trattava del primo giorno di contrattazioni dopo le festività. In apertura, perdeva più del 3% a 0,73 euro per azione. Il trend non è migliorato, e il titolo ha chiuso in calo del 2,45% a 0,74 euro. Scambiati 16,44 milioni di pezzi, e cioè l’1,2% del capitale.

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