Oui or non, Monsieur Prodì?

Alitalia

Cliccando su Repubblica.it, prima di aprirsi l’articolo sull’affaire Alitalia, il sistema indirizza automaticamente e per qualche secondo – come sempre accade sulle notizie più cliccate – su una pubblicità. Quella delle MilleMiglia Alitalia. La logica e il collegamento, casuali o scontati che siano, lasciano un po’ perplessi.

Alitalià. Speriamo non diventi Alitalie, suonerebbe maluccio. Ma i Francesci per fortuna sono un popolo per molti aspetti illuminato. Ieri il CDA della nostra compagnia di bandiera ha finalmente deciso – e lo ha fatto all’unanimità – di sbloccare la situazione e avviare la trattativa in esclusiva con Air France-Klm per la vendita della quota del 49,9 per cento detenuta dal Tesoro. Apriti cielo. Il partito del sì e il partito del no si sono levati.

Il Giornale oggi, su sfondo Boeing Air France, titolava in prima pagina, laconicamente, ADIEU. Perchè, insomma, Prodi si è venduto la flotta aerea ai cugini d’oltralpe. Agli amici di Zizou. In realtà, dopo la decisione del Consiglio di Amministrazione, ora sta proprio al Governo il passo successivo. In una nota odierna, il Ministero dell’Economia ha fatto sapere di aver preso atto della scelta di accettare l’offerta dei francesi, e di aver inviato l’intera documentazione al Premier, cui spetta la parola finale. Oui or non.

Enjoy the club: il partito del no vede rappresentanti illustri in rivolta. Tra tutti, il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. Che proprio non riesce a digerire la piega che ha preso la vicenda. Soprattutto quando, a naturale coronamento del riassestamento di Air France in Italia, Parigi ha parlato chiaramente di ridimensionamento di Malpensa. “Il governo rischia di scherzare con il fuoco- dichiara Formigoni – perché se avvalla l’abbandono del territorio più importante del paese che è il nord, rinuncia ad uno dei propri compiti che è quello di garantire l’uguaglianza dei cittadini”.

Malpensa, scalo bistrattato. Alitalia manterrà il suo marchio storico – nienite Alitalie, appunto – e la sua identità, nonché, assicurano da Air France – una rete di collegamenti domestici funzionale. Sarà Malpensa a cambiare volto. Perchè la compagnia francese ha già fatto sapere che il suo hub in territorio nostrano sarà il Leonardo Da Vinci. L’aereoporto di Malpensa, che manterrà i tre principali collegamenti intercontinentali per il nord America, il sud America e l’Asia previsti, verrà comunque depotenziato.

Formigoni non ci sta, spera in un ripensamento in extremis del Professore e fa capire che il bacino di elettori padano aderisce al partito del NO. Questo mettersi in mano al proprio “nemico storico” da parte del CDA dell’Alitalia, per il Presidente della Regione Lombardia è “folle”. “Ritengono di sviluppare l’aeroporto di Fiumicino abbandonando Malpensa e penalizzandola per almeno un paio di anni, il tempo di cui noi avremo bisogno per riorganizzare gli aeroporti del Nord prescindendo da Alitalia”.

Si dice, si vocifera, si narra, si commenta. Il Consiglio di Amministrazione, vero protagonista di questi giorni di svolta, pare che sia pervenuto alla decisione dopo otto ore di consultazioni. Un’intera giornata lavorativa, ma c’è chi li accusa di non aver neppure aperto e valutato la proposte alternativa dell’italiana Air One.

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